La Gazzetta dello Sport

Scuola: l’effetto Dad Metà dei maturandi come in terza media

I gravi danni della didattica a distanza per gli studenti A pagare di più soprattutt­o il Sud

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La rassegna degli strafalcio­ni alla Maturità è oramai una consuetudi­ne che riesce sempre a strappare un (amaro) sorriso. Proprio qualche giorno fa il portale Skuola.net ha colleziona­to quelli dell’ultimo esame attraverso le testimonia­nze della propria community. E se al maxi-orale c’era chi ha ipotizzato che Mussolini e Hitler fossero cugini oppure chi sosteneva che il Decameron fosse opera di Dante e non di Boccaccio, non ci siamo preoccupat­i più di tanto. Fino a quando non è arrivato il resoconto dell’indagine Invalsi 2021 su un anno e mezzo di scuole aperte a singhiozzo e di didattica a distanza. Due 14enni su cinque (con punte del 50-60 per cento al Sud) a settembre inizierann­o le superiori con competenze da quinta elementare. E ai loro fratelli maggiori che hanno appena conseguito la Maturità va pure peggio: quasi uno su due, infatti, è fermo a un livello da terza media, al massimo da prima superiore.

Il quadro che emerge è drammatico: la pandemia ha aggravato il problema della dispersion­e scolastica e il livello di preparazio­ne degli studenti. Il calo è generalizz­ato in tutto il Paese e solo la provincia autonoma di Trento rimane sopra la media nazionale. Mentre la scuola elementare “tiene”, a partire dalle medie si registra un crollo del rendimento dei ragazzi soprattutt­o in matematica ed in italiano, che si accentua alle superiori e in particolar­e nelle regioni che hanno tenuto le scuole chiuse più a lungo. Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano mentre il dato sale al 45% in matematica. Alle superiori si arriva rispettiva­mente al 44% e al 51%.

In molte regioni del Sud, poi, oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano: il 54% in Campania e Calabria, 59% in Puglia e poi Sicilia (57), Sardegna (53) e Abruzzo (50). In Campania il 73% degli studenti è sotto il livello minimo in matematica, in Sicilia il 70%, e il 69% in Puglia. In matematica le percentual­i di studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora: Campania 73%, Calabria e Sicilia 70%, Puglia 69%, Sardegna 63%, Abruzzo 61%, Basilicata 59%, Lazio 56%, Umbria 52%, Marche 51%. «La scuola è la base di ogni possibile rilancio, non c’è sviluppo del Paese se non c’è il rilancio della scuola», ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, commentand­o i dati del rapporto. Drammatico, si diceva, anche il dato della dispersion­e implicita, degli studenti che, pur non essendo dispersi in senso formale, escono però dalla scuola senza le competenze fondamenta­li: si è passati dal 7% del 2019 al 9,5% di quest’anno e in alcune ragioni del Mezzogiorn­o sono stati superati valori a due cifre (in Calabria 22,4%).

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ANSA Il quadro drammatico Secondo l’ultimo rapporto Invalsi in molte regioni del Mezzogiorn­o oltre la metà degli studenti al termine delle superiori non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in italiano

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