Il caso Insigne
Nessun contatto c’è gelo con ADL E Napoli freme Il presidente vuole il faccia a faccia, Lorenzo pronto a dire no se non ci sarà il suo agente
n faccia a faccia ad agosto. È quello che vuole Aurelio De Laurentiis con Lorenzo Insigne. Per dirsi tutto quello che non si sono detti in un anno difficile, pieno di tensioni in casa Napoli. Ma basterà un confronto per chiarirsi, trovare un punto di incontro e ripartire? I venti che spirano da entrambi i lati dei contendenti annunciano burrasca, ma chissà che il periodo di vacanza non porti a una riflessione e all’apertura di un dialogo reale. Perché poi quello che sogna il capitano è restare nella sua squadra del cuore, così come per il Napoli dovrebbe essere primario non perdere un patrimonio cresciuto in casa, uno dei protagonisti dell’Europeo.
UFin qui i buoni propositi, ma che al momento sono stati accantonati. Sì perché da tempo fra De Laurentiis e Insigne c’è gelo, rapporti al minimo. Praticamente nulli dopo la notte della fatal Verona, quella che ha visto svanire la Champions, senza che ne sia seguita nessuna spiegazione ai tifosi, il nome di un silenzio stampa, coperta corta di parecchi limiti palesati a ogni livello, societario e di squadra. Il presidente non ha ritenuto di complimentarsi né pubblicamente, né privatamente col proprio capitano per la vittoria dell’Europeo. E Lorenzinho da parte sua, in un post dopo la notte magica di Wembley ha ringraziato Napoli come città, le persone e i luoghi a lui più cari, Zeman ma non la società. ADL in pubblico non ha teso la mano al capitano: «Con Lorenzo ci incontreremo a quattr’occhi, poi quel che sarà, sarà». E ancora: «Deve dirmi se vuol andare a giocare altrove». Le telefonate di Spalletti a Insigne - quelle sì che sono arrivate puntuali - sono state molto gradite, per via di una stima che esiste da tempo. Ma non bastano.
Insigne si è convinto che il club non abbia alcuna intenzione di confermarlo e sta meditando - dal suo buen ritiro di Ibiza - di dire no a un incontro con De Laurentiis, se non alla presenza del suo procuratore Vincenzo Pisacane. Vedremo come proseguirà questa battaglia di nervi. Che non può essere solo una questione di soldi. Perché fra la corretta esigenza di un club che deve ridimensionare il monte ingaggi (alla luce di introiti crollati nelle ultime due stagioni) e la voglia di un capitano di sentirsi importante nel progetto, uno spazio per trovare un accordo ci può essere. Basta volerlo, da entrambe le parti. Volontà che al momento non c’è, sperando di poter essere smentiti.
Intanto il club ha annunciato il prolungamento del contratto di Giovanni Di Lorenzo al 2025, una opzione che le parti potevano esercitare, con il giocatore che ha anticipato la società nella scelta. Tornando ai rinnovi mancati, invece, gli ultimi due casi dovrebbero far riflettere. Mertens che dopo infiniti rinvii ha sottoscritto un contratto nel giugno 2020 a cifre superiori di quelle che aveva chiesto nel 2019, creando ora un precedente che pesa con Insigne. E Milik messo fuori rosa con tutti i problemi che ne sono conseguiti. Soluzioni non certo ottimali per un allenatore. E qui le storie di Totti e Icardi con Spalletti c’entrano fino a un certo punto. Lorenzo agli amici ha detto che è pronto a concentrarsi per giocare un’ultima, grande stagione al Napoli. Per poi andare via. Sicuri sia il finale migliore del film? 2’45”