L’Italbasket ha la qualità per puntare a una medaglia
ONDA AZZURRA SUL GIAPPONE «L’IMPOSSIBILE NON ESISTE»
ognare non costa nulla. E allora perché non sognare che l’Italia a Tokyo salga sul podio, come 17 anni fa ad Atene nell’ultima volta del basket azzurro alle Olimpiadi? Una medaglia che segua l’indimenticabile argento del 2004 non è il sogno di tifosi troppo entusiasti o di una Nazionale che insegue un risultato importante proprio da quella straordinaria impresa: è una missione possibile. Il torneo olimpico permette di sognare: nel girone di Tokyo, gli azzurri partono sfavoriti solo contro l’Australia, terza nel ranking mondiale e candidata all’oro. La Germania è più che battibile per una squadra che ha vinto a Belgrado con la Serbia. E anche la Nigeria, che con la vittoria a Las Vegas contro gli Usa si è messa sotto i riflettori, è al livello degli azzurri. Dai gironi escono le prime due di ogni gruppo più due delle tre terze: si può fare, eccome se si può fare. Gli accoppiamenti dei quarti vengono stabiliti dal sorteggio: a quel punto serve una mano della Dea Bendata per evitare Team Usa (i favoriti restano loro, nonostante la partenza lenta), e tutto è possibile. Sacchetti ha scelto una squadra pronta a stupire come a Belgrado: punta sul gruppo, la chiave del successo al Preolimpico. L’innesto di Danilo Gallinari aumenta il livello di talento: Gallo è reduce da ottimi playoff e ha sempre fatto parte del gruppo azzurro. Non è un alieno arrivato da Marte ma una stella che nell’ultima stagione con Atlanta ha imparato ad essere leader senza dover per forza essere l’opzione numero uno. Deve aiutare a fare la differenza, ma non dipende tutto da lui. Dipende dalla squadra, dalla capacità di andare oltre i propri limiti, oltre le previsioni. Come fatto a Belgrado. È per questo che è lecito sognare, è per questo che una medaglia a Tokyo è una missione possibile. L’Italia ha il talento per essere protagonista fino alla fine. Sognare non costa niente: vedere il tricolore sul podio olimpico, 17 anni dopo è più che un dolce in bocca al lupo.
S●Domani la squadra partirà per il Giappone. Ecco i dodici azzurri scelti dal c.t. Meo Sacchetti. Fuori Awudu Abass e dentro Danilo Gallinari. Questa l’ultima scelta fatta da Sacchetti dopo la vittoria del Preolimpico di Belgrado che ha riportato l’Italia all’Olimpiade dopo diciassette anni.
L’Italia di Sacchetti e le ragazze del 3x3: «A Tokyo contro ogni pronostico»
Non una, ma due squadre a Tokyo. In un mese, dal 6 giugno al 4 luglio, il basket azzurro ha ritrovato d’incanto le emozioni racchiuse da anni in un cassetto pieno di polvere. Prima le donne del 3X3, poi i maschi del cinque contro cinque. Un uno-due piazzato in faccia alle nazionali che ospitavano gli eventi, Ungheria e Serbia. Insomma, una bella soddisfazione, nonché una boccata d’ossigeno. Che non risolverà i problemi del nostro basket (con l’inizio del campionato si continuerà a litigare, vedrete...) ma almeno porterà una ventata di ottimismo. Non ci sembra poco, anzi. dieci anni con 119 presenze. Tante risate, tanta armonia, con Petrucci che ha subito condotto le danze come suo solito. «Sognavo da tempo una giornata così, con due squadre in partenza per Tokyo. Sapete cosa penso, i Giochi Olimpici rappresentano il punto più alto nella carriera di un atleta e voi tra pochi giorni alloggerete nel villaggio olimpico. Ho sempre creduto nelle vostre possibilità, anche quando tutti vi davano per sfavoriti. Prima le ragazze in Ungheria, poi i ragazzi in Serbia: tutti protagonisti di partite indimenticabili, nelle quali abbiamo sovvertito il pronostico. Come ha detto qualche giorno fa il presidente Malagò, che mi è sempre stato vicino e ha sempre creduto nelle vostre vittorie, il basket è lo sport olimpico per eccellenza», le parole del numero uno federale che gonfia il petto quando dice: «Ora dobbiamo andare in Giappone per vincere, non basta partecipare. Ci dovete credere. L’impossibile non esiste». Vincere è forse eccessivo, ma tant’è. Petrucci poi non perde occasione per lanciare una stoccata alla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali: «Noi siamo nella storia dello sport italiano decimi nel medagliere olimpico. Si è cambiata una struttura funzionante con persone che continuamente devono attaccare il Coni. Non sono contento di come il Governo stia trattando lo sport italiano, che tra l’altro sta vivendo un momento straordinario col record di atleti qualificati per un’Olimpiade. State per entrare in un sogno che ricorderete per tutta la vita».
Nicolò Melli segue tutto attentamente. È emozionato, lui il sogno lo vive in maniera particolare: parteciperà a un’Olimpiade come la mamma Julie Vollertsen che nel 1984 a Los Angeles vinse l’argento nella squadra americana di pallavolo. «Da bambini si sogna sempre in grande, ora devo cercare di battere mamma - dice sorridendo Nic -, sarebbe qualcosa di straordinario, ma già esserci e far parte di questo gruppo è bellissimo. Mi ha fatto vedere la medaglia una sola volta e per caso, non è tipa da farsi pubblicità... Mi ha detto di godermi quest’evento che è unico, anche se rispetto ai suoi tempi molte cose sono cambiate, però lo spirito direi che è sempre lo stesso. Non vedo l’ora di entrare nel villaggio olimpi
Sognavo da tempo questa giornata. Ho sempre creduto nei nostri ragazzi
A Belgrado i miei ragazzi si sono scoperti più forti di quanto credessero
Da 20 giorni sono capitano e sto facendo un figurone grazie ai compagni