Inchiesta Bahrain: 40 poliziotti in hotel, ritornano i fantasmi
Tadej POGACAR (Slo, Uae-Emirates)
Vingegaard (Dan) a 5’45”
Carapaz (Ecu) a 5’51”
O’Connor (Aus) a 8’18”
Kelderman (Ola) a 8’50”
Mas (Spa) a 10’11”
Lutsenko (Kaz) a 11’22”
Martin (Fra) a 12’46”
Bilbao (Spa) a 13’48”
Uran (Col) a 16’25”
Cattaneo a 23’36” l Tour è un po’ come quei vecchi castelli dove i fantasmi non vanno mai via. Sono passati 23 anni dal 1998, quando fu sconquassato dal caso Festina (la squadra dell’idolo francese Virenque, costretta al ritiro per l’arresto del massaggiatore trovato con la macchina carica di sostanze dopanti) e la corsa rischiò seriamente di non arrivare a Parigi. Allora fu salvata dalle imprese di Marco Pantani, ma la scena vista mercoledì sera a Pau (alla fine della tappa pirenaica vinta da Pogacar) ci riporta indietro nel tempo: gendarmeria in azione, stanze perquisite e corridori costretti a sottoporsi all’esame del capello.
IL’operazione, portata a termine da circa 40 poliziotti, ha messo nel mirino la Bahrain (nello stesso albergo c’erano pure Movistar e Groupama, lasciate però in pace) della ex maglia a pois Poels e di Sonny Colbrelli, campione italiano. I gendarmi si sono mossi su mandato della Procura di Marsiglia e dall’Oclaesp, unità francese che combatte i crimini contro la salute pubblica e l’ambiente. L’accusa contenuta nell’inchiesta preliminare aperta il 3 luglio è «acquisto, trasporti, detenzione e importazione di una sostanza o di un metodo vietato ai fini dell’utilizzo sportivo senza prescrizione medica». Risultato di questo cancan? Portati via i file contenenti i dati degli atleti al Tour e altro materiale. Il capo dell’equipe medica del team sarà ascoltato a Tour finito. La Bahrain-Victorious sta disputando una stagione da protagonista: tante vittorie di prestigio con Damiano Caruso secondo al Giro (più una tappa). Questo di sicuro ha attirato le invidie e le attenzioni all’interno di un mondo, quello del ciclismo, dove gli equilibri sono fragili. Basta un sospetto solo ventilato a parole che subito si accendono i fari. Al Tour i corridori sono sottoposti a continui controlli a sorpresa, ma l’unità speciale che si è mossa a Pau ha mani libere per agire in ogni momento. Spesso, però, le accuse evaporano nel nulla: lo scorso settembre la gendarmeria face visita all’hotel dell’Arkea a Tour appena finito, mettendo del mirino i fratelli Quintana e un massaggiatore. Anche allora l’inchiesta muoveva su un possibile doping, ma da allora non si è saputo più nulla e Quintana sta correndo la Grande Boucle sempre con l’Arkea...
La Bahrain ha respinto con forza ogni sospetto. In un comunicato
Stanze perquisite dopo la tappa di Pau per cercare sostanze vietate. L’indagine aperta il 3 luglio
Sequestrati pure i file di allenamento Colbrelli amaro: «Certe cose ti restano dentro» ufficiale, Vladimir Miholjević ha spiegato: «Diversi agenti della polizia francese ci hanno accolto al rientro in hotel a Pau. Non ci è stato mostrato alcun mandato, ma la squadra ha collaborato a tutte le richieste degli ufficiali. Ci impegniamo al massimo livello e applichiamo tutti i requisiti normativi e coopereremo sempre in modo professionale. Il procedimento ha avuto ovviamente conseguenze sul recupero dei nostri corridori».
Le conseguenze le ha spiegate Sonny Colbrelli prima della partenza: «Sono molto amareggiato: faccio sacrifici tutto l’anno per ottenere dei risultati. Per mesi non vedo mia moglie e mio figlio, poi se vai forte devi essere per forza dopato. Non è così… Per carità, ieri gli agenti sono stati anche gentili, noi non ci siamo opposti alle loro richieste, ma certe cose ti restano dentro. Io le soffro e dopo la perquisizione non ho quasi chiuso occhio, continuavo a chiedermi il senso. Il ciclismo ha fatto di tutto per evitare nuove pagine nere. Ci controllano a qualunque ora durante una gara massacrante come il Tour. E va bene, lo facciamo per spazzare via ogni sospetto. Poi dopo una tappa massacrante torni in hotel convinto di riposare e invece… Mi domando se in altri sport accade tutto questo. Vabbè, guardiamo avanti. Non abbiamo nulla da nascondere: questa rabbia vedrò di farla diventare una spinta in più per tentare qualcosa d’importante nelle ultime tappe».