La Gazzetta dello Sport

Dieci stelle e un sogno d’oro

DA DUPLANTIS A KIPCHOGE FINO A FRASER E BARSHIM INIZIA IL GRANDE SPETTACOLO DELLA REGINA DEI GIOCHI

- di Andrea Buongiovan­ni INVIATO A TOKYO di sempre: potrebbe non sbagliare. Finale: domenica.

Stanotte comincia il programma dell’atletica con tanti fuoriclass­e e record del mondo destinati a cadere. Nell’alto fari puntati sul fenomeno del Qatar. Bromell favorito nei 100: la grande famiglia olimpica cerca l’erede di Bolt

Signori, fate largo. Entra la regina. Nella notte italiana parte il programma dell’atletica e a Tokyo, sebbene i 68.000 posti dello stadio rimarranno vuoti, la festa toccherà il diapason. Le gare saranno pirotecnic­he. World Athletics, poi, come annunciato ieri dal presidente Sebastian Coe, promette “presentazi­oni” speciali, tra giochi di luci stile Mondiali di Doha 2019, annunciato­ri scatenati, musica a palla ed effetti sonori. Sono annunciati 2038 atleti di 196 Paesi (con non più di dieci russi autorizzat­i), 55 ore di gare in 19 sessioni e 10 giorni, con 44 finali nello stadio (9 in orari mattutini) e 5 fuori, quelle di maratona e di marcia, a Sapporo, oltre 1000 chilometri a nord di Tokyo. Con il rischio che faccia più caldo lassù che nella capitale. Novantanov­e Paesi, nella storia olimpica, hanno avuto atleti sul podio: arriverà il centesimo? Ci proveranno, tra gli altri, il Burkina Faso (col triplista Zango), Israele (con la maratoneta Salpeter) e il Peru (con la marciatric­e Garcia). E l’Italia? Insegue quella medaglia che manca dal bronzo nel triplo di Fabrizio Donato a Londra 2012. Il Covid, come ovunque negli ultimi 18 mesi, ha giocato un ruolo importante. Ma il livello tecnico si preannunci­a elevatissi­mo, con una serie di record del mondo destinati a cadere. E tante stelle da non perdere.

Shelly-Ann Fraser (100) La 34enne giamaicana non smette di stupire. Sui 100 vanta già due titoli (2008 e 2012): potrebbe diventare la prima a vincerne tre in qualsivogl­ia specialità. La concorrenz­a (Thompson, Jackson, Asher-Smith, Ta Lou, Okagbare) è spietata. Ma la mamma volante ha dalla sua la capacità di dare il massimo quando conta. E un 10”63 di giugno. Finale: sabato.

Mutaz Barshim (alto) In una gara aperta nella quale, grazie a Tamberi, sono riposte le maggiori speranze azzurre di medaglia, il favorito potrebbe essere di nuovo il qatarino. L’impresa compiuta ai Mondiali di Doha 2019, in casa, non si dimentica. Era reduce da uno stop per un grave infortunio. Volò sino al titolo. Gimbo dice che è il più grande

Trayvon Bormell (100) Lo statuniten­se vincitore dei Trials, capace del miglior tempo stagionale con 9”77, è il favorito, anche se le ultime uscite l’hanno visto un po’ sottotono. L’altro nome più gettonato è quello del sudafrican­o Simbine (9”84 nel 2021), ma la gara è aperta, non c’è un vero dominatore indiscusso come nell’era di Usain Bolt. E in questa lotta può inserirsi anche Marcell

VETERANI In gara 2038 atleti di 196 Paesi. Il guru keniano della maratona cerca la doppietta in due edizioni di fila, riuscita solo a Bikila e Cierpinski. La Fraser va a caccia del terzo titolo sui 100

Jacobs. Il gardesano, dopo quanto compiuto nei mesi scorsi, potrebbe diventare il primo italiano capace di centrare la finale di specialità. Sarebbe come vincere una medaglia. Finale: domenica.

Karsten Warholm (400 hs)

Suo l’ultimo record del mondo di una stagione che ne ha offerti già molti. Il norvegese, dopo 29 anni, ha scalzato il leggendari­o Young e pare poter fare meglio. Il bello è che il suo successo non è scontato. Lo statuniten­se Benjamin è pronto a rendergli la vita difficile. Finale: martedì 3.

Mondo Duplantis (asta)

Ecco un altro possibile uomo copertina. Un altro che può puntare al record del mondo: i suoi 6.18 al coperto e 6.15 all’aperto potrebbero avere i giorni contati. Il baby killer svedese ha voglia di sorprender­e. Potrebbe spingersi in altissimo. Finale: martedì 3.

Sydney McLaughlin (400

hs) Il prodigio statuniten­se, 21 anni e non sentirli, dopo aver già firmato il record mondiale (51”90), è pronta a ripetersi. A a stimolarla ci sarà la connaziona­le Muhammad, animata da un gran desiderio di tornare lei in possesso del limite. Una sfida incandesce­nte. Finale: mercoledì 4.

Ryan Crouser (peso) L’uomo cannone è pronto a far buchi anche nel prato dello stadio olimpico di Tokyo. Le sue bordate sono uno spettacolo, di tecnica e di potenza. Non gareggia dai Trials di Eugene di giugno, quando ha esagerato fino a 23.37, cancelland­o il primato del connaziona­le Randy Barnes che resisteva dal 1990. Ma garantisce di essere in una condizione migliore. Finale: giovedì 5.

Staffetta 4x100 Pronostico incertissi­mo. E può succedere di tutto. Certo, l’Italia non è in pole position. Ma Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu, Filippo Tortu - questo il probabile quartetto azzurro - se i cambi funzionera­nno potranno pensare in grande. A proposito. attenti a Tortu: viaggia a fari spenti. Finale: venerdì 6.

Yaroslava Mahuchikh (alto) È ucraina, ha 19 anni, due gambe che non finiscono più e un talento sconfinato. È pure simpatica e sorridente. Se c’è qualcuna in grado di avvicinare o persino di battere il record del mondo della bulgara Stefka Kostadimno­va (2.09) che resiste dai Mondiali di Roma 1987, è lei. Magari

sotto i cinque cerchi giapponesi. Finale: Sabato 7.

Eliud Kipchoge (maratona) Come si fa a non tifare per lui? Il guru keniano, il solo uomo al mondo sotto le due ore, deve riscattare il k.o. di ottobre a Londra. È stato solo un passo falso o un campanello d’allarme. Se bisserà il titolo di Rio, si affiancher­à a Bikila e a Cierpinski tra i soli uomini capaci del “back to back” olimpico. Finale: domenica 8.

FUORICLASS­E Nei 400 ostacoli il norvegese Warholm e la 21enne statuniten­se McLaughlin sono pronti a stupire Crouser, che potenza nel peso. Nell’alto donne la 19enne Mahuchikh insegue oro e primato mondiale

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