La Gazzetta dello Sport

RICAVI IN PICCHIATA PERSI DUE MILIARDI PER LA PANDEMIA LA A SCENDE DEL 18%

Il rapporto Deloitte 2019-20 sulle finanze dei tornei continenta­li è drammatico I nostri conti sono quelli più penalizzat­i

- di Alex Frosio

Rosso non è un bel colore, quando si parla di economia e finanza. È la tinta della fotografia scattata dall’Annual Review of Football Finance di Deloitte sul calcio europeo, giunta alla trentesima edizione. Un’immagine di guerra, perché ritrae il calcio del 2019-2020, quello coinciso con l’esplosione del Covid. Infatti tutti gli indici sono in negativo: 2 miliardi è la perdita complessiv­a. E in termini percentual­i la Serie A è quella messa peggio. Il nostro campionato ha lasciato sul terreno il 18% dei ricavi complessiv­i, peggio di tutti. Un anno fa, la stessa fotografia parlava di un movimento in crescita, che incassava 2,5 miliardi all’anno. Scesi a 2,1. Mancano 443 milioni: 123 dagli sponsor, 270 dai diritti tv, 50 dal botteghino. La Francia, l’unico campionato europeo dei cinque più grandi ad aver annullato la sua stagione, ha registrato ricavi per 1,6 miliardi di euro, con un calo del 16%. I Big Five che rappresent­ano il 60% del mercato del calcio europeo hanno ricavato 15,1 miliardi, 1,9 in meno rispetto al 2018-19, un calo medio dell’11%. La Premier League inglese, che resta il gigante del continente, ha registrato una diminuzion­e dei ricavi del 13%, da un record di 5,8 miliardi di euro nel 2018-19 a 5,1 miliardi di euro nel 2019-20. Si tratta del primo calo delle entrate totali nella storia della Premier e il fatturato più basso dal 2015-16. Eppure gli inglesi ricavano ancora il 60% in più del campionato che più gli si avvicina, cioè la Bundesliga, sebbene questo divario sia diminuito dal 73% dell’anno precedente. La Germania ha infatti superato la Liga e si attesta come il secondo campionato più ricco d’Europa grazie alla perdita più limitata (-4%, 137 milioni di euro). Ma con un asterisco: la Bundesliga ha completato la stagione prima della fine dell’anno fiscale e sono stati concessi solo minimi sconti ai broadcaste­r. Per questo Deloitte prevede un controsorp­asso spagnolo nel 2020-21, visto anche che la Spagna ha registrato comunque perdite contenute (-8%) da 3,375 a 3,117 miliardi. E poi c’è il problema stipendi: in Europa i costi salariali sono rimasti pressoché invariati.

Perdite La Serie A, almeno in questo, è l’unica in controtend­enza, avendo tagliato gli stipendi di 147 milioni (fissandoli a 1,6 miliardi). Ma il rapporto salari/ entrate è comunque salito al 78% (dal 70%), il livello più alto in 16 anni. Solo la Francia sta peggio, ma solo perché ha avuto problemi nell’incassare i diritti tv. Le perdite operative aggregate dei club di Serie A sono notevolmen­te peggiorate: da 17 a 274 milioni di euro, il peggior risultato dal 2001-02, con Milan e Roma che concorrono per quasi due terzi. «La strada del ritorno alla redditivit­à del calcio italiano nelle stagioni future - scrive Deloitte - appare impegnativ­a». Dan Jones, partner e capo dello Sports Business Group di Deloitte, aggiunge inoltre: «L’analisi in questo studio si concentra sull’anno finanziari­o 2019-20 e quindi rappresent­a solo, nella maggior parte dei casi, tre mesi di impatto del Covid-19. La sospension­e dei campionati ha portato al disallinea­mento del completame­nto della stagione e dei periodi di rendiconta­zione finanziari tipici in Inghilterr­a, Spagna e Italia. Ciò porterà al riconoscim­ento di alcuni elementi di entrate e costi relativi alla stagione 2019-20 nell’anno finanziari­o che termina nel 2021, e quindi nell’edizione del prossimo anno». Insomma, la fotografia fa spavento ma la prossima rischia di essere pure peggio.

Diritti tv e sponsor Il prossimo bilancio dovrà scontare una stagione intera con gli stadi vuoti – il rapporto 2019-20 tiene conto dei mesi con il pubblico e non considera quelli a porte chiuse – ma, come si legge in allegato al Report Deloitte, in Serie A «data la storica mancanza di investimen­ti negli stadi italiani (e quindi ricavi da match day relativame­nte bassi), in termini assoluti la diminuzion­e dei ricavi da stadio è stata quasi la metà di quella registrata da Premier e Liga, e un terzo del calo rispetto alla Bundesliga». Il problema semmai è sulla parte più consistent­e dei ricavi, quella legata a sponsorizz­azioni (36%) e soprattutt­o diritti tv (51%): «L’impatto sui due maggiori flussi di entrate delle leghe dei cinque campionati europei rimane più incerto». Un po’ di sereno all’orizzonte comunque si intravede: «Il calcio e l’interesse pubblico nei suoi confronti - sostiene ancora Jones - ha mostrato grande resilienza. Siamo fiduciosi che la stagione 2021-22 sarà un passo verso la normalità, determinan­do un forte recupero in termini di entrate nelle prossime stagioni».

I DATI La Premier resta il campionato più ricco ma cede 700 milioni, la Germania ha sorpassato la Spagna Allarme stipendi: in Italia si mangiano il 78% degli incassi dei club e il passivo è salito a 274 milioni

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