Un gol e tre assist Calha incanta Inzaghi «Preso per questo»
L’ex Milan gran protagonista: a segno pure Satriano, Dimarco, Pinamonti, Sensi e Brozo
Nel segno del Calha: un gol, tre assist, giocate di qualità, una condizione che sembra già più che buona e soprattutto un’ottima intesa con i compagni. L’ex Milan continua a crescere e dopo la rete alla Pro Vercelli, ieri è arrivato il bis. L’Inter travolge il Crotone 6-0 nel test ad Appiano Gentile, ma più che il risultato - in questo momento della stagione – contano i messaggi che arrivano dal campo. Simone Inzaghi può ritenersi soddisfatto: la squadra parte avvantaggiata da una forte conoscenza del 3-5-2, retaggio dei due anni di Conte, ma Inzaghi sta provando a cambiare qualcosa, con pazienza e senza rivoluzioni. Nell’opera di costruzione della nuova Inter, allora, particolare attenzione va data all’inserimento di Hakan Calhanoglu, l’uomo scelto per portare qualità in mezzo al campo dopo il dramma Eriksen all’Europeo, la mezzala che dovrà accendere la metà campo offensiva. E Hakan ha fatto vedere un altro assaggio di quello che potrà essere, mettendo la firma nei primi 4 gol del match. Dai suoi piedi è partito l’angolo per il vantaggio, col nono centro di questa estate da favola di Martin Satriano. Poi l’assist in verticale per Dimarco (2-0), bissato quasi in maniera identica in apertura di ripresa per mandare in porta anche Pinamonti. Nel mezzo, Calhanoglu si è messo in proprio, realizzando il 3-0 prima del riposo con un bel tiro a giro dal limite dell’area. E Inzaghi alla fine se l’è coccolato: «È stato preso per questo, ha lavorato molto bene assieme ai compagni, è stato molto bravo - ha detto il tecnico -. Sono contento, abbiamo sviluppato un ottimo gioco».
Movimenti Certo, la sterile resistenza del Crotone – al tiro per la prima volta con una telefonata di Giannotti da fuori area, sul punteggio di 6-0 – ha contribuito forse a far sembrare l’Inter già molto avanti sul piano della conoscenza delle nuove indicazioni di Simone: chiaro che non si potrà avere tutto e subito, però una prima infarinatura s’è vista, soprattutto in fase di possesso. Brozovic molto basso a ricevere palla nella prima impostazione, quasi da ultimo uomo, con gli esterni di fascia altissimi, sulla linea degli attaccanti; ricerca costante del dialogo tra le mezzali, appena Calha riusciva ad accentrarsi: lob sopra la difesa per l’inserimento senza palla di Nainggolan, cosa che in futuro dovrà accadere con Barella. L’azione che parte da una fascia per essere chiusa dal quinto opposto invece è un must di chi gioca con questo sistema: era letale con Conte, dovrà diventarlo pure con Inzaghi, anche se con interpreti diversi. Un altro Hakimi non esiste, ma qualcuno ne raccoglierà l’eredità. E Simone si augura che possa arrivare in fretta.
Riecco i big Le buone notizie sono state tante, come ad esempio ritrovare un Sensi pimpante e ispirato (sua la quinta rete) per 45’. E Inzaghi sarà stato felice di vedere i passi avanti di quelli che considera gli uomini chiave del suo progetto: non solo Calha, pure Brozovic ha dimostrato di non aver perso la bussola in mezzo. Punto di riferimento per tutti, regista e interditore. E ieri anche goleador, per il definitivo 6-0 su sponda di Lukaku. Già, perché finalmente si è rivisto anche il belga nel cuore dell’attacco: un tempo intero, nella ripresa, per riprendere confidenza con il campo e con i compagni. E per ritrovare il feeling con la porta: Romelu ha cercato la rete più volte, come fosse una missione. Non ci è riuscito, ma oggi conta poco e a Inzaghi importa nulla. Il re è tornato a casa e per la prima volta ha indossato la maglia con lo scudetto. Il gol, come sempre, arriverà quando si comincerà a fare sul serio.