La Gazzetta dello Sport

IL NUMERO

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alltime in 47”02 (sul podio anche il russo Kolesnikov in 47”44, sesto Miressi in 47”86) lo esalta, lo eleva ad ultimo successore di Tarzan, ti fa entrare davvero nella galleria dei miti. «Solo vincendo i 100 stile libero puoi sentirti come Tarzan», ricorda l’olandese Pieter Van den Hoogeband, uno che ha vinto prima di Dressel. Nel nuoto, Tarzan fu Johnny Weissmulle­r, olimpionic­o a Parigi 1924 e Amsterdam 1928, e primo uomo della storia a nuotare la specialità regina sotto il minuto.

Dressel l’antidivo, il religioso Dressel, un po’ si scioglie con quel metallo speciale: «Vincere una gara individual­e è davvero qualcosa di molto diverso, di veramente speciale. Non volevo ammetterlo perché alle Olimpiadi non c’ero mai riuscito, ma ora che ce l’ho fatta, posso dirlo: è proprio particolar­e. Non dipendi da nessun altro, bensì solo da te. Sei solo tu e l’acqua. Non c’è nessuno lì a salvarti. Sì, è dura». Si scioglie e manda tanti compliment­i al campione detronizza­to: «È davvero divertente nuotare testa a testa con Chalmers, penso anche per chi ci guarda da fuori.

Il re dello stile libero batte l’oro di Rio Chalmers e dopo tre vittorie in staffetta esulta da solo

Nel confronto diretto ora siamo 2-2: non posso che rispettarl­o». Davanti sin dallo stacco, dopo cinquanta metri (22”39), al tocco magnifico. Un trionfo magnetico, esplosivo come i suoi muscoli. «Non cambierei nulla della tattica scelta, volevo farla così, vincerla proprio in questo modo la gara, esattament­e come ho fatto». Era troppo importante non perderla e riprendere il filo a stelle e strisce spezzato da Chalmers dopo Nathan Adrian a Londra 2012, quando Caeleb era ancora un ragazzino e non avrebbe immaginato di vivere un giorno bello come questo. In Oriente ha ripreso un altro filo: quello di Matt Biondi, che a Seul 1988 conquistò 7 medaglie, un cruccio di cui non potrà liberarsi almeno qui. Perché gli Usa lo hanno escluso dalla 4x200 e hanno poi perso dagli inglesi e non potrà più così arrivare a 7 titoli, in un’Olimpiade piena di risultati a sorpresa, di grandi e illustri bocciati. Dressel prova a godersi il momento, a liberarsi da ogni confronto anche se uno un po’ gli piace perché a Tokyo nel 1964 nacque la leggenda di Don Schollande­r, il primo americano a vincere 4 ori, compreso quello dei 100 sl.

Dal 2017 nessuno è stato veloce come Dressel nei 100 sl: Tokyo ha consacrato questo dominio. Dressel non ha completato l’opera, non pensa che la sua vita cambierà ma il suo prossimo obiettivo sarà infrangere quel record mondiale che il brasiliano Cielo ha salvato ancora (46”96). Stavolta non poteva rischiare di perdere la finale più difficile: dicevano che Caeleb fosse un ragazzo emotivo, e che ciò potesse dunque nuocergli nel momento decisivo della competizio­ne. Tutt’altro. Ha dimostrato invece con i fatti di essere una volta di più un vero razzo. Anzi, sempliceme­nte imperiale.

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