Jakob Kiplimo
175 cm
●È stato il più giovane atleta olimpico della storia dell’Uganda avendo esordito a Rio a 15 anni: corse i 5000 (eliminato in batteria). Ha vinto il Mondiale di mezza maratona l’anno scorso in 58’49” (e il bronzo a squadre). Ha un personale sui 10.000 di 26’33”93 realizzato il 19 maggio scorso a Ostrava mentre nei 5000 ha corso in 12’48”63 nel 2020. Nel 2019 è arrivato 2° ai Mondiali di cross.
buon lavoro a Cles, non lontano da casa. Poi, prima di arrivare al Villaggio, ho trascorso come gli altri qualche giorno di acclimatamento al campus dell’università di Tokorozawa, dove non ho fatto più di una sgambata al giorno e alcuni allunghi. Qui, al di là delle norme anti Covid, il clima è ben diverso, più olimpico: ho anche incrociato Gregorio Paltrinieri e Danilo Gallinari. Spero in una gara tirata, ma probabilmente dipenderà dal caldo-umido. I più forti comunque saranno pronti a tutto. Il mio favorito? Kiplimo. Io voglio giocare le mie carte. Penso di avere qualche possibilità in più nei 10.000 che nei 5000, dove già superare la batteria rischia di essere problematico. Sto bene e sono sereno: guardandomi dal britannico Scott e dallo spagnolo Mayo, vorrei confermarmi come miglior europeo, nella speranza poi di ridurre il ritardo sui primi rispetto a due anni fa in Qatar».
Nella stessa sessione toccherà, tra gli altri, alla cresciutissima Nadia Battocletti, trentina pure lei, in una batteria dei 5000 che per la figlia d’arte varrà come una finale, e alla 4x400 mista, a caccia di un ingresso tra le migliori otto. Sì, adesso si fa proprio sul serio. rimo giorno di atletica a Tokyo e alle 13.30 ci sarà in palio la prima medaglia d’oro, quella dei 10000 metri. Gara prestigiosa, storica e medagliata per noi, oggi in discussione all’interno della riforma del programma olimpico del futuro. E’ stata la mia gara d’esordio ai Giochi, in un caldo e afoso fine luglio del 1996. A differenza di quella di oggi, a finale diretta, ad Atlanta erano previste batterie e finale a distanza di 3 giorni, con un tempo standard di qualificazione più agevole (circa 20” in più di quello per queste Olimpiadi) e di conseguenza una partecipazione più globale. Pensate che a Tokyo saranno rappresentati 15 Paesi su 25 atleti in gara, mentre 25 anni fa furono ben 25 su 46 atleti. Una gara decisamente diversa e più accessibile ai corridori di tutto il mondo. Dopo una bella batteria chiusa con il 6° posto e la qualificazione diretta alla finale, tre giorni dopo le cose andarono in senso opposto. Il caldo, l’umidità e le energie spese in batteria mi relegarono ad un mesto ultimo posto nella gara più importante, doppiato da Gebrselassie e Tergat, che poi ho ritrovato successivamente nelle maratone. Le condizioni climatiche, in 25 giri di pista, rivestono un
Paspetto fondamentale, anche se Tokyo in questi giorni gode di temperature quasi accettabili. C’è il precedente del mondiale del 1991 quando, sempre con formula batteriefinale, il podio fu tutto africano con tempi decisamente modesti se rapportati a quelli di oggi. Ricordo davanti alla tv in quell’occasione, da atleta promettente, l’ultima posizione in finale e la crisi del Campione Europeo Salvatore Antibo, che per la prima volta manifestò pubblicamente il disagio del suo piccolo male (forza Totò). Oggi abbiamo in gara Yeman Crippa, che proprio ad Antibo ha tolto il record Italiano. Ho avuto il privilegio di vederlo crescere da vicino quando ero d.t. giovanile della Federazione. A 25 anni è al massimo della sua maturazione psicofisica, ha le doti necessarie per gestire la distanza e l’istinto di chi sa correre forte e con intelligenza gli ultimi 1000 metri, i più importanti. In una gara che sarà ad eliminazione, col primatista mondiale Joshua Cheptegei, ugandese, molto forte sul ritmo, saper soffrire e gestire le energie rivestirà un ruolo fondamentale. Sono sicuro che ci divertiremo.
* oro nella maratona ad Atene 2004