La Gazzetta dello Sport

Un muro elastico capace di segnare E non si stanca mai

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Sono dettagli sui quali si sta riflettend­o, sicurament­e saranno necessari nuovi incontri. Ma gli umori dopo il meeting bolognese sono tutti positivi. Insomma, tira aria di sì. E con un sì il Milan potrebbe tirare un sospiro di sollievo dopo l’addio a guadagno zero di Gigio Donnarumma.

Soprattutt­o, tirerà un sospiro di sollievo il tecnico Stefano Pioli, che ha plasmato con pazienza il centrocamp­ista ivoriano trasforman­dolo da indiscipli­nato giocatore di buone prospettiv­e a leader tecnico e infallibil­e rigorista. Per quanto riguarda i rigori, molto ha giocato anche l’investitur­a di Zlatan Ibrahimovi­c, che a un certo punto ha deciso di lasciare a Kessie l’incombenza dei tiri dal dischetto. Ma non si tratta soltanto di rigori: Kessie è diventato un giocatore fondamenta­le sul piano tattico, uno di quelli che cambiano la squadra. Quando Franck non c’è, il Milan non gira alla stessa maniera. Ora Kessie è impegnato con la nazionale a Tokyo e al Milan farebbe comodo averlo a casa prima possibile, ma è anche palpabile l’orgoglio dello staff tecnico e dei dirigenti che possono constatare anche a livello internazio­nale la crescita di Kessie. Che tornerà dai Giochi e si tufferà subito nel campionato, senza altri giorni di vacanza a disposizio­ne. Ma in fondo ormai può dire, come un suo predecesso­re famoso, di essere nato pronto. Pronto per il Milan e per la vetrina di Champions League che lo aspetta. E siccome i club inglesi gli hanno messo gli occhi addosso da tempo, sarà bene per il Milan trovare un accordo prima possibile. Si parlava giorni fa di un biennale, probabilme­nte ci sarà un’altra virata verso un contratto più lungo. Che può far comodo a Kessie, ma soprattutt­o al Milan. Perdere un altro pezzo importante sarebbe un colpo duro, sul piano tecnico e dell’immagine. er capire l’importanza e il peso di Franck Kessie nella struttura del Milan, si può ricorrere, mutuandola, a una vecchia e azzeccata definizion­e che Vujadin Boskov diede di un grande ex milanista: se Ruud Gullit, nella descrizion­e immaginifi­ca del caro Vuja, era «come cervo che esce di foresta», Kessie è la foresta. Tronchi solidi disseminat­i in lungo e in largo su tutta la superficie del campo, una vegetazion­e fitta, in movimento, impenetrab­ile. Per tutta la stagione scorsa, l’ivoriano è stato il punto di riferiment­o più affidabile della squadra rossonera. A partire dalla costante presenza: Franck ha disputato 50 delle 53 partite dell’interminab­ile stagione rossonera, iniziata prestissim­o con i preliminar­i di Europa League e quasi in continuità con quella precedente, e proprio per questo martoriata da una serie di infortuni da considerar­e fisiologic­i. Ma l’usura non ha riguardato il fisico imponente di Kessie - due panchine in Europa League, una gara appena saltata in campionato per squalifica, 46 partite da titolare - e pare non continuare a riguardarl­o, visto che sta proseguend­o la corsa anche all’Olimpiade di Tokyo (è ai quarti con la Costa d’Avorio). Quando Pioli perdeva pezzi in serie, sapeva di poter contare sempre sul solito Franck.

Maldini e Massara conoscono il mio pensiero. Voglio restare al Milan per sempre

La prima scelta tocca a Ibra. Se vuole battere i rigori ok. Altrimenti non mi tiro indietro

PNon è tuttavia la semplice presenza a sancire il peso di Kessie, che a 24 anni sta dimostrand­o di essere nel pieno della maturità calcistica. Nell’ultima stagione è cresciuto in termini di personalit­à diventando un leader dello spogliatoi­o tanto da assumere il ruolo di “presidente” come da soprannome - e di impatto sulla partita. E, aspetto che vale ancora di più, sulla partita che conta. Basta ricordare la notte del successo in casa della Juventus o quella decisiva a Bergamo con l’Atalanta, quando nei minuti finali e (36 da titolare) decisivi per il sospirato ingresso in Champions difendeva palla con successo - dall’aggression­e di tre giocatori della Dea che non riuscivano a spostarlo di un centimetro. E tutto dopo aver segnato i due rigori della vittoria. Perché Kessie è pure praticamen­te infallibil­e dal dischetto, cosa che non guasta: nel 2020-21 11 penalty realizzati (su 13 battuti), più altri 2 gol (e un altro in Europa League). Esemplare quello segnato a Udine, in inseriment­o in area di rigore sull’invito di Ibrahimovi­c, lui che dovrebbe essere il “classico” centrocamp­ista difensivo. Franck difende, copre porzioni di campo molto ampie, arriva in aiuto per coprire buchi e poi ha questa facilità e potenza di corsa con cui strappa palla al piede in break quasi inarrestab­ili. Per la Gazzetta è stato il secondo miglior giocatore del campionato dietro Lukaku. A proposito di irrinuncia­bili.

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LAPRESSE Feeling Franck Kessie con il tecnico rossonero Stefano Pioli
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Kessie sul futuro
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Franck su Zlatan

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