Lo Special One telefona a Florenzi Ma l’azzurro non si aggrega al gruppo
La Roma arruola un nuovo guerriero «Mou è il mio mito» Sì a 18 milioni: oggi le firme con il Genoa E José esalta i suoi: «Habemus squadra» Il relax dopo la “rissa”
i diventa guerrieri in molti modi. Ad esempio, quando il caldo mozza il fiato e fa alzare la polvere della terra battuta, mentre i profili delle raffinerie fanno sembrare quel posto la fine del mondo. A Jarkurgan, in Uzbekistan, ai confini dell’Afghanistan, l’odore del petrolio Eldor Shomurodov, da ragazzo, neppure lo sentiva più, tanto era aggrappato alle narici, soprattutto quando il termometro segnava quaranta gradi e l’aria sembrava tremolare. Chi ha giocato a calcio in quel contesto, non può spaventarsi del chiacchieratissimo «ambiente romano», ed è per questo che José Mourinho lo vuole per la sua squadra di legionari in missione.
SNon nascondiamolo, la capacità che hanno mostrato i giallorossi di non tirarsi indietro quando in campo si litiga – è successo con la Triestina e, soprattutto, col Porto – è piaciuto parecchio ai tifosi, che vedono nella vocazione gladiatoria il primo “green pass” verso la rinascita. Non è un caso che uno dei leader del gruppo, Gianluca Mancini, la spieghi così: «Lo spirito è quello giusto. Mourinho ci sta inculcando mentalità. ma non si compra al supermercato. Bisogna metterla in ogni allenamento e in ogni partita, altrimenti non conta niente. Dobbiamo lottare su ogni pallone per vincere. Quando sei dentro quel rettangolo verde tutto è poco amichevole. Ma è bello e allenante. E deve essere così con chiunque». La soddisfazione dell’allenatore, d’altronde, si è già materializzata in una frase su Intagram che ha il crisma della romanità. «Habemus squadra. Siamo uniti, siamo amici: bravi ragazzi».
Insomma, i timori e i tremori del recente passato sembrano evaporati e i meriti, naturalmente, paiono essere tutti indirizzati verso Mourinho, che sembra aver rigenerato un gruppo al momento, con l’eccezione di Rui Patricio, per ora praticamente uguale allo scorso anno. E allora meglio tornare sulla macchina del tempo e ritrovare Shomurodov in un ristorante di
● Si può essere campioni d’Europa, essersi da poco asciugati lo champagne di dosso dopo aver vinto Coppa e Supercoppa di Francia, eppure, a soli 30 anni, essere considerato un esubero. È la strana storia di Alessandro Florenzi, ex capitano della Roma, che il club giallorosso vorrebbe cedere anche per questioni di bilancio. L’esterno azzurro, infatti, ha un contratto fino al 2023 di circa 3 milioni netti come base ma, coi bonus, può salire fin quasi a 4. Dopo le vacanze post Europeo, Florenzi dovrebbe riprendere il lavoro il 2 agosto (dopo aver fatto i soliti
Gianluca Mancini (a sinistra), Lorenzo Pellegrini ed Edin Dzeko si riposano dopo la “battaglia” contro il Porto tamponi), ma non raggiungerà la squadra in Portogallo. Mourinho lo stima, tant’è vero che nei giorni scorsi lo ha anche chiamato al telefono, ma al momento il desiderio della società è quello di cederlo e
Mosca. In quel periodo giocava nel Rostov e fu folgorato nel vedere in sala Mourinho, che era in Russia per assistere a una partita di hockey. Emozionato, chiese al suo agente Tkachenko di poterlo conoscere, e quando ebbe modo di stringergli la mano gli disse: «Tifavo Chelsea perché c’era lei ad allenarlo». Un mito, insomma, come lo è stato anche Rivaldo, incontrato quando il brasiliano giocava nel Bunyodkor, la squadra di suo zio. «Anche a lui strinsi la mano e i miei amici mi dissero di non lavarla più». La Roma, per ora, non ha compagni così da vetrina, ma se i Friedkin continueranno nel loro progetto fare plusvalenza. Quella “mancata” dopo che il Psg, che poteva riscattarlo per 9 milioni, ha deciso di soprassedere. La sensazione è che il tecnico portoghese abbia chiaro il fatto che come alternativa a Karsdorp e all’occorrenza anche sulla sinistra a Viña – per cui sono risolti i problemi legati al suo tesseramento – Florenzi possa dare più garanzie del baby Reynolds, ma il primo obiettivo di Pinto è quello di venderlo, anche se per l’azzurro, al momento, ci sono solo richieste estere. Ma occhio ai colpi di scena. di crescita – e ieri la sindaca Raggi ha dato loro fiducia («Sono determinati e a breve presenteranno il loro progetto per lo stadio») – possibile che i campioni arriveranno.
Adesso, però, è il momento di passare all’azione, chiudendo entro oggi proprio la trattativa per Shomurodov. La valutazione data al giocatore oscilla intorno ai 18 milioni e la formula dovrebbe essere quella del prestito con diritto di riscatto, che si trasformerebbe in obbligo dopo un certo numero di presenze, più forse una percentuale (20%?) sulla eventuale rivendita. Ovvio che il club di Preziosi (a cui piace Pedro, ma ha un ingaggio alto), stia cercando un sostituto, per questo sta lavorando su più tavoli. Fra questi, uno che riguarda uno scambio di giovani fra le due società. Alla Roma sembra interessare Gabriele Cagia, 17 anni, difensore centrale, mentre il Genoa (come tanti) ha messo gli occhi sui baby Zalewski e Ciervo. Insomma, visto che l’ipotesi Azmoun (il preferito di Mou) sembra impraticabile, Shomurodov è più avanti al “rivale” Sorloth del Lipsia nelle gerarchie giallorosse, che nell’attaccante vedono l’uomo giusto per cercare la profondità, proprio come vuole l’allenatore portoghese. Morale: Eldor è pronto a lavorare col suo idolo Mourinho. Ma se in patria lo definiscono «il Messi dell’Uzbekistan», meglio ricordare che è alto quasi un metro e novanta. Ed è probabile che a Mou piaccia anche per questo.
L’uzbeko e e il Genoa Eldor Shomurodov, 26 anni, è stato acquistato nell’estate scorsa dal club rossoblù. Lo ha pagato circa 7,5 milioni ai russi del Rostov, che lo avevano preso per 300 mila euro