Mornati esulta «Donne favolose e uomini tosti Movimento top»
«Il canottaggio femminile non è nato ieri, ma questo successo è importantissimo anche per la diffusione del nostro sport»
La prima volta di due donne a medaglia nel canottaggio e il ritorno all’oro di una barca italiana dopo 21 anni. Carlo Mornati, segretario generale del Coni, è oggi il capo della spedizione olimpica azzurra, ma prima di diventarlo è stato a lungo canottiere azzurro fino all’argento di Sydney 2000 nel quattro senza. Per lui l’impresa di Federica Cesarini e Valentina Rudini è una gioia nella gioia. «Non è nato ieri il canottaggio femminile italiano, nel 1996 sfiorammo il podio con Lisa Bertini e Martina Orzam. C’è una traccia di continuità perché nei pesi leggeri abbiamo sempre avuto una tradizione. Ma certo una cosa è sfiorare il podio, un’altra vincere l’oro. Sono state straordinarie. E mi piace anche ricordare che questa barca fa parte di uno dei progetti di solidarietà olimpica finanziati dal Cio sulla base di un progetto di federazione e Coni. Era successo per il curling, e prima di Rio anche nel judo, con un lavoro che aveva poi portato ai risultati di Fabio Basile e Odette Giuffrida». Mornati balla fra i panni del dirigente e quelli dell’appassionato. «Il canottaggio delle donne, anche a livello amatoriale, è una realtà in espansione. Prendete Roma: sul Tevere si vedono tanti equipaggi femminili, è ormai un’alternativa a corsa e bici. E questo vuol dire portare uno sport in tante famiglie, coinvolgendo molti giovani». E’ successo tutto in poco tempo. La positività al Covid di Bruno Rosetti, il quattro senza che sostituisce un uomo all’ultimo secondo. Incredibili queste ore. «Davvero. Il quattro senza è una barca che conosco bene, ci sono stato 15 anni. Vi assicuro che non è facile salirci all’ultimissimo momento. Complimenti a tutti e a Marco Di Costanzo, che è entrato per sostituire Rosetti: ha fatto una cosa più unica che rara. Senza dimenticare il dispiacere per il ragazzo che non ha potuto scendere in barca».