La Gazzetta dello Sport

LE LACRIME MILIONARIE DI MESSI & C.

DA MESSI A LUKAKU E DONNARUMMA ANDARE VIA TRA EMOZIONI E SOLDONI

- di Sebastiano Vernazza

Le lacrime di Messi, l’astuzia di Lukaku, il compitino di Donnarumma. Tre modi differenti di dire addio, di andarsene da una squadra in cui si è cresciuti o si è stati molto bene...

Il pianto della Pulce, l’astuzia di Romelu, il grazie un po’ studiato di Gigio

Le lacrime di Messi, l’astuzia di Lukaku, il compitino di Donnarumma. Tre modi differenti di dire addio, di andarsene da una squadra in cui si è cresciuti e si è diventati fenomeni nei rispettivi ruoli (Messi e Donnarumma) o si è stati molto bene (Lukaku). L’arte di lasciare declinata in vari modi, con un’avvertenza: non parliamo di migranti mossi dalla fame o dall’istinto di sopravvive­nza, ma di sportivi plurimilio­nari, attesi da contratti inimmagina­bili per la gente comune. Le tragedie sono altre e altrove.

Uno: la commozione

Crediamo alla buonafede delle lacrime di Leo Messi, domenica nell’ultima conferenza da giocatore del Barcellona. La moglie e i tre figli in prima fila davanti a lui, la squadra da una parte, due decenni della sua vita a scorrergli in testa: siamo sicuri che siano stati questi i detonatori degli occhi lucidi, della voce rotta dall’emozione. Nulla di artificial­e, ma è impossibil­e non guardare al punto di caduta. Messi sta per atterrare sul pianeta Paris SaintGerma­in, lo aspetta un contratto da poco meno di 20 milioni di euro a stagione, niente male per un 34enne. Difficile scindere i due aspetti, i lucciconi e la montagna di denaro. Sono sequenze che appartengo­no allo stesso film e provocano stridore di pensieri, parole e riflession­i. Messi aveva (ha) il diritto di commuovers­i, ma forse sarebbe stato meglio evitare la scena madre del pianto in pubblico e filtrare le emozioni, per esempio con una platea meno familiare e più “laica”. Una volta ad eventi simili partecipav­ano soltanto giornalist­i con cuori di pietra. Sarebbe scesa la temperatur­a emotiva, ma il binomio lacrime-soldi avrebbe imboccato un binario morto, nessuno si sarebbe permesso di annusare una certa aria da “chiagni e fotti”, per dirla con un vecchio detto in napoletano volgare.

Due: io vorrei, ma...

Sorridente, carico, motivato: il 26 luglio Romelu Lukaku ritorna alla Pinetina e così viene descritto dai media. Reduce dall’Europeo con il Belgio, ha passato le vacanze ai Caraibi e non vede l’ora di mettersi al lavoro. Fioccano le fotografie con il nuovo allenatore Simone Inzaghi: volti sorridenti, sguardi d’intesa. «Primo giorno. Lavoriamo, Inter», scrive Romelu il 26 luglio su Instagram. «Keep pushing, continua a darci dentro», aggiunge il 28 a corredo di una sua immagine in campo. Il primo agosto, nove giorni fa, passato prossimo che più prossimo è difficile, compare una foto posata con sfondo di grattaciel­i milanesi: «Milano 100». Messaggio un attimo criptico, con il senno di poi, ma sul momento si pensa a una dichiarazi­one d’amore, di fedeltà e di appartenen­za: Milano al cento per cento. Difficile resistere al sospetto che Lukaku non solo fosse informato dell’azione di forza del Chelsea sul suo futuro, ma che già immaginass­e come sarebbe finita. Impossibil­e non essere maliziosi. Una comunicazi­one furba, via social, per far passare in prima battuta l’ambasciata della volontà di restare e poi l’ineluttabi­lità della partenza, per colpa di un’Inter allo stremo di cassa. Una strategia di uscita pianificat­a al dettaglio. Dietro il centravant­i si muove un apparato: il procurator­e Federico Pastorello; la società americana Roc Nation, leader nello show business; comunicato­ri vari che sanno maneggiare la materia. Lukaku al Chelsea guadagnerà poco meno del doppio rispetto all’Inter. Milano zero per cento.

Tre: arrivederc­i e grazie

Gigio Donnarumma ha 22 anni, è poco più di un ragazzo. Il suo distacco dal Milan è stato un lungo addio, reso tale dal tormentone del mancato rinnovo contrattua­le. Non ha deciso di lui di andarsene, è stato il suo procurator­e Mino Raiola a non accontenta­rsi delle offerte di Ivan Gazidis e Paolo Maldini e a recapitarl­o al Psg a parametro zero. Raiola e il suo staff hanno gestito con asciuttezz­a la separazion­e. Un video emozionale su Instagram, con frammenti del percorso rossonero di Donnarumma, e un testo in stile arrivederc­i e grazie: «Sono arrivato al Milan poco più che bambino (...). Ora è arrivato il momento di salutarci, per una scelta che non è stata semplice (...).Auguro al Milan tutti i successi possibili e lo faccio con il cuore». Un allontanam­ento sobrio, forse un po’ frettoloso, ma senza troppe ipocrisie. Forse avremmo evitato l’inciso sulla scelta non facile, Donnarumma al Psg guadagnerà un pacco di milioni, 12 all’anno, ma tutto non si può avere.

Sono triste perché lascio il club che amo. Spero di tornare un giorno, in ogni modo

Leo Messi

Lavoriamo, Inter, e diamoci dentro. Milano 100 (i post social tra il 26 luglio e il 1° agosto)

Romelu Lukaku

Certe scelte difficili fanno parte della crescita di un uomo. Auguro al Milan ogni successo

Gianluigi Donnarumma

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Finte e lucciconi
1 Il post su Instagram di Lukaku, datato 1° agosto: «Milano 100» 2 Le lacrime di Leo Messi alla conferenza d’addio al Barcellona, domenica scorsa
3 Un intenso e commosso Gianluigi Donnarumma, passato dal Milan al Psg
3 Finte e lucciconi 1 Il post su Instagram di Lukaku, datato 1° agosto: «Milano 100» 2 Le lacrime di Leo Messi alla conferenza d’addio al Barcellona, domenica scorsa 3 Un intenso e commosso Gianluigi Donnarumma, passato dal Milan al Psg
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2
 ??  ?? Totti l’ultima bandiera Sempre alla Roma
Non tutti se ne vanno, c’è chi resta per sempre legato a una squadra. È stato il caso di Francesco Totti, oggi 44 anni, protagonis­ta di una carriera tutta dedicata alla Roma. Totti ha avuto due grosse offerte, da Milan e Real Madrid, entrambe declinate
Totti l’ultima bandiera Sempre alla Roma Non tutti se ne vanno, c’è chi resta per sempre legato a una squadra. È stato il caso di Francesco Totti, oggi 44 anni, protagonis­ta di una carriera tutta dedicata alla Roma. Totti ha avuto due grosse offerte, da Milan e Real Madrid, entrambe declinate

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