LE LACRIME MILIONARIE DI MESSI & C.
DA MESSI A LUKAKU E DONNARUMMA ANDARE VIA TRA EMOZIONI E SOLDONI
Le lacrime di Messi, l’astuzia di Lukaku, il compitino di Donnarumma. Tre modi differenti di dire addio, di andarsene da una squadra in cui si è cresciuti o si è stati molto bene...
Il pianto della Pulce, l’astuzia di Romelu, il grazie un po’ studiato di Gigio
Le lacrime di Messi, l’astuzia di Lukaku, il compitino di Donnarumma. Tre modi differenti di dire addio, di andarsene da una squadra in cui si è cresciuti e si è diventati fenomeni nei rispettivi ruoli (Messi e Donnarumma) o si è stati molto bene (Lukaku). L’arte di lasciare declinata in vari modi, con un’avvertenza: non parliamo di migranti mossi dalla fame o dall’istinto di sopravvivenza, ma di sportivi plurimilionari, attesi da contratti inimmaginabili per la gente comune. Le tragedie sono altre e altrove.
Uno: la commozione
Crediamo alla buonafede delle lacrime di Leo Messi, domenica nell’ultima conferenza da giocatore del Barcellona. La moglie e i tre figli in prima fila davanti a lui, la squadra da una parte, due decenni della sua vita a scorrergli in testa: siamo sicuri che siano stati questi i detonatori degli occhi lucidi, della voce rotta dall’emozione. Nulla di artificiale, ma è impossibile non guardare al punto di caduta. Messi sta per atterrare sul pianeta Paris SaintGermain, lo aspetta un contratto da poco meno di 20 milioni di euro a stagione, niente male per un 34enne. Difficile scindere i due aspetti, i lucciconi e la montagna di denaro. Sono sequenze che appartengono allo stesso film e provocano stridore di pensieri, parole e riflessioni. Messi aveva (ha) il diritto di commuoversi, ma forse sarebbe stato meglio evitare la scena madre del pianto in pubblico e filtrare le emozioni, per esempio con una platea meno familiare e più “laica”. Una volta ad eventi simili partecipavano soltanto giornalisti con cuori di pietra. Sarebbe scesa la temperatura emotiva, ma il binomio lacrime-soldi avrebbe imboccato un binario morto, nessuno si sarebbe permesso di annusare una certa aria da “chiagni e fotti”, per dirla con un vecchio detto in napoletano volgare.
Due: io vorrei, ma...
Sorridente, carico, motivato: il 26 luglio Romelu Lukaku ritorna alla Pinetina e così viene descritto dai media. Reduce dall’Europeo con il Belgio, ha passato le vacanze ai Caraibi e non vede l’ora di mettersi al lavoro. Fioccano le fotografie con il nuovo allenatore Simone Inzaghi: volti sorridenti, sguardi d’intesa. «Primo giorno. Lavoriamo, Inter», scrive Romelu il 26 luglio su Instagram. «Keep pushing, continua a darci dentro», aggiunge il 28 a corredo di una sua immagine in campo. Il primo agosto, nove giorni fa, passato prossimo che più prossimo è difficile, compare una foto posata con sfondo di grattacieli milanesi: «Milano 100». Messaggio un attimo criptico, con il senno di poi, ma sul momento si pensa a una dichiarazione d’amore, di fedeltà e di appartenenza: Milano al cento per cento. Difficile resistere al sospetto che Lukaku non solo fosse informato dell’azione di forza del Chelsea sul suo futuro, ma che già immaginasse come sarebbe finita. Impossibile non essere maliziosi. Una comunicazione furba, via social, per far passare in prima battuta l’ambasciata della volontà di restare e poi l’ineluttabilità della partenza, per colpa di un’Inter allo stremo di cassa. Una strategia di uscita pianificata al dettaglio. Dietro il centravanti si muove un apparato: il procuratore Federico Pastorello; la società americana Roc Nation, leader nello show business; comunicatori vari che sanno maneggiare la materia. Lukaku al Chelsea guadagnerà poco meno del doppio rispetto all’Inter. Milano zero per cento.
Tre: arrivederci e grazie
Gigio Donnarumma ha 22 anni, è poco più di un ragazzo. Il suo distacco dal Milan è stato un lungo addio, reso tale dal tormentone del mancato rinnovo contrattuale. Non ha deciso di lui di andarsene, è stato il suo procuratore Mino Raiola a non accontentarsi delle offerte di Ivan Gazidis e Paolo Maldini e a recapitarlo al Psg a parametro zero. Raiola e il suo staff hanno gestito con asciuttezza la separazione. Un video emozionale su Instagram, con frammenti del percorso rossonero di Donnarumma, e un testo in stile arrivederci e grazie: «Sono arrivato al Milan poco più che bambino (...). Ora è arrivato il momento di salutarci, per una scelta che non è stata semplice (...).Auguro al Milan tutti i successi possibili e lo faccio con il cuore». Un allontanamento sobrio, forse un po’ frettoloso, ma senza troppe ipocrisie. Forse avremmo evitato l’inciso sulla scelta non facile, Donnarumma al Psg guadagnerà un pacco di milioni, 12 all’anno, ma tutto non si può avere.
Sono triste perché lascio il club che amo. Spero di tornare un giorno, in ogni modo
Leo Messi
Lavoriamo, Inter, e diamoci dentro. Milano 100 (i post social tra il 26 luglio e il 1° agosto)
Romelu Lukaku
Certe scelte difficili fanno parte della crescita di un uomo. Auguro al Milan ogni successo
Gianluigi Donnarumma