Partenza lanciata Vibrazioni Pjaca È subito l’uomo in più del Toro Voglia di stupire
Ha lasciato il segno in 13 giorni: traversa a Rennes, gol a Alkmaar E Juric può cambiargli la carriera Il percorso di Rolando
già decisivo, non mancano gli indizi che possa diventare presto - anzi prestissimo - addirittura indispensabile. La partenza lanciata di Marko Pjaca è molto più di una promessa, certamente non può definirsi una scommessa: è il lampo che sta illuminando l’estate granata, l’interruttore che ha acceso sulla trequarti il progetto offensivo di Ivan Juric. Pjaca lo ha fatto in un tempo da record: gli sono bastati tredici giorni, meno di due settimane effettive di allenamenti, per diventare l’epicentro di un’idea. Perché Juric lo ha posto al centro del Toro, e lui rapidissimamente ha fatto il resto.
Questa storia era cominciata a Rennes, in un piovoso pomeriggio bretone nell’ultimo giorno di luglio, è continuata domenica, in una serata olandese sferzata da un vento freddo del Nord. A riscaldare il Toro ci ha, però, pensato lui in quei cinquantacinque secondi da togliere il fiato, lasciando di sasso la tifoseria dell’AZ Alkmaar: ha prima dialogato con Simone Zaza come se tra i due vi fosse un feeling da sempre, poi si è bevuto un difensore olandese con facilità, infine ha punito il portiere Verhulst sfoderando dal repertorio uno scavetto che la dice lunga sulle potenzialità tecniche che questo ragazzo croato ha in un repertorio tutto da scoprire. L’impressione rimasta negli occhi dopo aver visto le ultime due amichevoli è come se Pjaca giocasse da sempre in questo Torino. È chiaro che si sente a suo agio, è pure evidente che abbia motivazioni a mille. Sta facendo dimenticare di colpo che il suo primo allenamento è il racconto solo del 29 luglio, nel penultimo giorno del ritiro in Val Gardena. Ha colpito una traversa due giorni dopo a Rennes, una settimana più tardi ha firmato il momentaneo e delizioso uno a zero ad Alkmaar: come inizio niente male.
Il primo assaggio di Pjaca ha spazzato via, in un attimo, tutte le domande poste da chi voleva guardare esclusivamente al suo passato, chiaramente costellato di infortuni. Da tempo ha voltato pagina, già dallo scorso anno al Genoa: oggi sta bene, lo si è visto dal primo istante. Ciò che interessa a Juric è il percorso di crescita che lo attende per far esplodere tutto il potenziale. La scelta del presidente Urbano Cairo e del direttore tecnico Davide Vagnati di puntare sul talento di questo ragazzo nato a Zagabria ha senza dubbio migliorato il Toro alla voce qualità. Cairo ha regalato a Juric una pedina intorno alla quale costruire movimenti,
● Rolando Mandragora ha lasciato su Instagram un commento dopo il test con l’AZ Alkmaar: «Il percorso di crescita prosegue. Continuiamo a mettere minuti nelle gambe in vista dei prossimi impegni». progetti e identità del gioco offensivo. Quel tecnico che sul talento di Pjaca ha scommesso a occhi chiusi. «È stato molto sfortunato nella sua vita – aveva dichiarato alla Gazzetta proprio Juric -. Adesso sta benissimo, da lui mi aspetto tanto tanto tanto. Perché quando da ragazzo ti compra la Juventus spendendo oltre venti milioni, vuol dire che sei forte. E Marko lo è». Juric insomma gli ha spalancato le porte del Toro, ora sta a Pjaca conquistarsi il resto. Sì, siamo appena all’inizio ma i primi passi vanno nella direzione giusta. Tra i due è come se fosse nato un patto. Non scritto, non detto, di quelli che si suggellano con uno sguardo: perché Pjaca con questo Toro vuole decollare.
Le premesse, dunque, ci sono tutte. Ma le amichevoli sono una cosa, le gare ufficiali saranno un’altra. Si comincerà a fare sul serio domenica sera, nei Trentaduesimi di Coppa Italia in casa contro la Cremonese: nessun dubbio che Juric lo presenterà nella notte del debutto stagionale in uno dei due ruoli sulla trequarti, sul centrodestra o sul centrosinistra si vedrà. A lui il tecnico chiede di crescere velocemente sul piano atletico per avvicinarsi a un ritmo gara intenso sui 90 minuti. Poi ovviamente continuità, gol e assist per diventare l’arma in più. Perché vanno bene i test estivi, ma l’opera – quella vera – di Pjaca deve ancora cominciare. 3’35’’ segnati dal trequartista croato in Serie A in carriera: uno con la Fiorentina, tre nella precedente stagione al Genoa