La Gazzetta dello Sport

Cipressa nodo del fioretto Cerioni? Lo vuole la Francia E spunta il nome di Montano

La sfiducia degli azzurri al c.t. apre nuovi scenari, fra il tecnico dei trionfi di Londra 2012 e lo sciabolato­re d’oro ad Atene 2004

- di Paolo Marabini

Cerioni

Il suo nome è il più gettonato, ma c’è un’offerta molto allettante dei transalpin­i Montano

L’olimpionic­o ha esperienza, passione e carisma per il ruolo di c.t. unico delle tre armi

Cinque medaglie, una più di Rio 2016, eppure il piatto piange. Perché dalla scherma - lo sport azzurro più titolato della storia olimpica: 130 i podi dal 1900 ad oggi - ti aspetti sempre tanto. Soprattutt­o ti aspetti almeno un oro: dall’84 si era sempre verificato. A Tokyo, invece, non è successo. E la miniera azzurra si ritrova così nel tritacarne delle polemiche. Perché quell’oro mancante, per esempio, ci avrebbe collocato tre posizioni avanti nel medagliere globale di Tokyo 2020, prima di Olanda, Francia e Germania: nei bilanci, i numeri hanno il loro peso, altro che storie.

Coda al veleno

Sul tavolo degli imputati sale soprattutt­o il fioretto, l’arma dei grandi trionfi degli ultimi trent’anni. Un’arma che in Giappone ha raccolto l’argento del campione di Rio, Daniele Garozzo, e il bronzo a squadre delle donne, arrivato però dopo un’inopinata battuta d’arresto in semifinale: troppo poco considerat­e le aspettativ­e e la nostra tradizione. La coda al veleno, poi, è arrivata a Olimpiade non ancora finita, ovvero la lettera che tutti i migliori fiorettist­i azzurri hanno inviato al presidente Paolo Azzi, chiedendo senza troppi giri di parole la testa del c.t. Andrea Cipressa, ritenuto incapace di «far fronte ai bisogni tecnici degli atleti nell’ambito delle gare». Una lettera che ha seguito di pochi giorni le dichiarazi­oni dell’olimpionic­a di Londra 2012 Elisa Di Francisca («Cipressa non è all’altezza del ruolo di c.t. del fioretto, lo dicono i risultati») e che è diventata un caso, innescando una caccia alla “talpa”: chi ha fatto uscire quel carteggio dalle mura federali? Ma a prescinder­e dalla “talpa”, il caso fioretto scotta. E potrebbe coinvolger­e, con effetto domino, sciabola e spada. Fermo restando che il materiale umano con cui lavorare per Parigi 2024 c’è: le squadre andranno un po’ svecchiate, ma lo zoccolo duro di ognuna cambia poco. L’importante sarà gettare subito nella mischia i giovani di belle speranze, che nell’ultimo biennio, causa anche il blocco dell’attività internazio­nale per pandemia, hanno avuto rare occasioni per confrontar­si con i migliori.

Armonia difficile

Azzi, presidente da pochi mesi, si trova tra le mani una bella gatta da pelare, anche perché lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha già fatto sentire la sua voce in merito. Se Cipressa dovesse restare al suo posto, non sarà facile ricomporre l’armonia con gli ammutinati. Ecco perché l’opzione sostituto è già sul tavolo. I nomi più gettonati sono quelli di Simone Vanni (il fiorettist­a iridato 2002 e olimpionic­o a squadre 2004) e, soprattutt­o, del cavallo di ritorno Stefano Cerioni, c.t. fino a Londra 2012, dove toccò lo zenith del suo mandato - tripletta individual­e con Di Francisca, Errigo e Vezzali, accoppiata a entrambi gli ori a squadre - prima di sedersi sulla panchina russa. Tuttavia l’olimpionic­o ‘88 - che mai ha nascosto di avere sempre nel cuore l’Italia - ha ricevuto un’offerta molto interessan­te dalla Francia, che tra l’altro, da Paese ospitante, sarà esentata dalle qualificaz­ioni per Parigi 2024. I rumors lo danno già all’ombra della Tour Eiffel, in realtà la firma non c’è ancora. Ha pure una proposta ceca, dopo che il suo allievo Alexander Choupenitc­h a Tokyo ha preso a sorpresa la medaglia di bronzo.

Novità

Ci sarebbe poi un’altra opzione, assai suggestiva. Già prima dei Giochi si pensava infatti al ritorno al c.t. unico per le tre armi, figura vista più volte in passato, anche in tempi recenti. E tale strada, oltre che riguardare lo stesso Cerioni, potrebbe ora portare ad Aldo Montano, fresco di addio alla carriera a 42 anni dopo l’argento a squadre di Tokyo. L’olimpionic­o 2004, stimato in area Coni, ha carisma, esperienza, passione e peso politico in ambito internazio­nale, da presidente della Commission­e atleti. Bisogna solo vedere se vorrà rimettersi in gioco subito. Ma non ha mai fatto mistero di voler ridare qualcosa allo sport che è stato per 35 anni la sua vita. In ogni caso non c’è tempo da perdere. Parigi è dietro l’angolo. E Azzi deve prendere una decisione in tempi brevi.

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 ??  ?? Olimpionic­i A sinistra Aldo Montano, 42 anni: si è ritirato dopo l’argento a squadre vinto a Tokyo. Sopra Stefano Cerioni, 57, c.t. del fioretto azzurro fino al 2012
Olimpionic­i A sinistra Aldo Montano, 42 anni: si è ritirato dopo l’argento a squadre vinto a Tokyo. Sopra Stefano Cerioni, 57, c.t. del fioretto azzurro fino al 2012

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