La Gazzetta dello Sport

Mutaz Essa Barshim

- Di

a frase «can we have two gold?» fa ormai tendenza. Sono le cinque parole che Mutaz Barshim ha pronunciat­o l’1 agosto a Tokyo per entrare nella storia delle Olimpiadi, condividen­do l’oro con Giammarco Tamberi. «E’ stata una decisione presa sul momento – spiega in esclusiva alla Gazzetta il campione qatariota di salto in alto – e la cosa divertente è che solo un anno fa ne avevamo pure parlato, sognando a occhi aperti. Ci dicevamo: immagina se vinciamo entrambi l’oro come sarebbe bello. Ma ci è venuto in mente dopo. Sul momento è stata una sensazione incredibil­e, ma naturale. Abbiamo vissuto lo stesso grave infortunio, temendo di non poter più gareggiare, invece siamo riusciti ad arrivare a Tokyo. Abbiamo investito forza mentale e fisica, sostenendo­ci a vicenda. Tutto ciò crea un legame molto forte. Sapevo cosa significas­se per lui questa medaglia e lui per me. E’ bastato uno sguardo per capire che era l’unica cosa da fare».

C’è chi non l’ha capito.

«E’ normale, ma non ha importanza. Ci sono cose pianificab­ili, non questa. E’ successo in modo genuino. Ed era la sola cosa possibile che va al di là dello sport inteso come sola competizio­ne. Noi atleti siamo competitiv­i per natura ma la competitiv­ità a volte va messa da parte, perché alla fine condividia­mo passione, l’intensità di momenti vissuti al di là di ogni difficoltà. Condivider­e questa medaglia con Giammarco in

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LNATO A IL SPECIALITÀ

189 cm

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