La Gazzetta dello Sport

BRAHIM DIAZ U

«SONO IL 10 E NON HO PAURA LA PRESSIONE DÀ ENERGIA»

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«Piccolo ma forte, punto a dare tutto per il Milan. Il mix fra giovani e senatori funziona. E lotteremo per lo scudetto .... »

Ibra è un grande, ogni volta che gioca fa la differenza ed è un motivatore: mi piace come dà i consigli Felice per l’arrivo di Giroud: è una bella persona, ha grandi qualità e in area sa fare gol, ne segnerà tanti

Brahim Diaz

di Alessandra Bocci na maglia forse non fa il giocatore, ma la dieci del Milan non è uno scherzo. «C’è stata l’occasione e l’ho presa. E’ un numero che porta leadership, ma non ho paura delle pressioni, portano energia». Così dice Brahim Diaz, 22 anni compiuti da pochi giorni con l’eredità di Calhanoglu addosso, almeno per ora. Il club sta cercando rinforzi sul mercato, ma la mitica dieci è sulle spalle del piccolo spagnolo. «Sono molto contento di essere tornato a Milano, in questo grande club, con una grande tifoseria che mi ha accolto con affetto. È un piacere e un onore essere di nuovo qui». Il cartellino di Brahim Diaz è di proprietà del Real Madrid: sarà rossonero per due stagioni, in prestito.

► Quali ricordi ha della stagione passata, la prima in Italia?

«È stata una buona stagione per noi, l’andata molto buona. Quest’anno dobbiamo ripeterci, lottare per lo scudetto e in tutte le altre competizio­ni».

► A Bergamo, nell’ultima giornata del campionato, avete ottenuto il pass per la Champions e lei sembrava uno dei più felici. «E’ vero, sono molto passionale. Tutto quello che faccio è dettato dal cuore. Amo il calcio e i nostri tifosi meritavano di tornare in Champions. È stata una partita molto emozionant­e per tutti noi. E io ero davvero felice».

► Che stagione si aspetta ora? «Mi aspetto il massimo impegno da parte della squadra, lottare in tutte le competizio­ni per essere protagonis­ti. Non sarà facile perché ci sono grandi avversari ma noi siamo una squadra forte. L’esperienza dell’anno scorso al vertice sarà molto utile. Dobbiamo dare il massimo per essere competitiv­i e rimanere in alto».

► Si parla tanto della maglia numero 10, dopo l’addio di Calhanoglu. Se l’è presa lei: peserà? «Nella storia del Milan grandissim­i giocatori hanno indossato il 10 ma a me piace la pressione. Ho personalit­à. Mi assumo la responsabi­lità e spero di essere all’altezza di questa maglia e di esprimermi al meglio».

► È arrivato in un Milan giovane: questa caratteris­tica l’ha aiutata nell’inseriment­o? «Siamo una squadra giovane, forse la più giovane della Serie A ma abbiamo anche giocatori di esperienza. Un mix che ci permette di rimanere sempre concentrat­i e di vivere ogni momento nel migliore dei modi».

► Quali compiti le dà Pioli? «Mi ha insegnato tanto. È vero che La Liga e la Serie A sono diversi ma il pallone non ha una lingua ed è il campo che parla. In A ci sono giocatori di grande talento. Pioli ci ha insegnato moltissimo. È stato l’elemento fondamenta­le che ci ha fatto migliorare e maturare in ogni aspetto».

► Per caratteris­tiche fisiche, lei non è un giocatore muscolare, come si suol dire, e il calcio italiano è diverso da quello spa- gnolo. Questo le crea problemi? «Non credo esista un problema fisico. Devo dare il massimo, mostrare il mio talento e aiutare i compagni. Non sono alto, ma ho forza. Se mi paragonate a Ibra che è un portento faccio fatica... ma come ho detto sta tutto nella testa e nel pallone».

► A proposito di Ibrahimovi­c, com’è lavorare con lui?

«È un grande. Dà consigli utili, ha esperienza e ogni volta che gioca fa la differenza. Lo ha sempre fatto e lo continua a fare».

► Con lei più urli o più carezze? «Diciamo che è un motivatore e mi piace molto la sua maniera di dare consigli. Il suo carattere ti fa dare il massimo. Gli piace molto lavorare e vuole che i suoi compagni lo facciano al massimo. Lo considero un aspetto positivo».

► Giroud, campione del mondo e altro innesto di esperienza. Che effetto le ha fatto? «Ottimo giocatore, di grande qualità e in area fa gol. Ed è anche una bella persona, siamo felici di averlo con noi e segnerà molto».

► A proposito di persone, immaginiam­o che il suo amico in squadra sia Theo Hernandez, se non altro per motivi di lingua... «Ho tanti amici però con Theo e Castillejo stiamo molto insieme. Sono simpatici e parliamo la stessa lingua. In questo gruppo siamo tutti uniti. Provo ogni giorno a migliorare il mio italiano, i compagni mi aiutano».

3Ancora a Milano. Che cosa le manca della Spagna?

 ??  ?? ●Inizia nelle giovanili del Malaga e ad appena 13 anni vola in Inghilterr­a, dove completa il percorso nel vivaio del Manchester City, con cui arriverà anche a debuttare in prima squadra. Nel gennaio 2019 è acquistato dal Real Madrid per 17 milioni. Dopo le selezioni giovanili spagnole, l’8 giugno scorso debutta con la nazionale maggiore in amichevole contro la Lituania: prima e unica presenza con la Spagna.
●Inizia nelle giovanili del Malaga e ad appena 13 anni vola in Inghilterr­a, dove completa il percorso nel vivaio del Manchester City, con cui arriverà anche a debuttare in prima squadra. Nel gennaio 2019 è acquistato dal Real Madrid per 17 milioni. Dopo le selezioni giovanili spagnole, l’8 giugno scorso debutta con la nazionale maggiore in amichevole contro la Lituania: prima e unica presenza con la Spagna.
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