Prosinecki: «Resta un top E i 35 anni non pesano»
Visto che si era avvicinato a quel cancello così tante volte, girando i tacchi sempre un attimo prima, qualche scettico temeva l’ennesima beffa. E invece ieri intorno alle 15.30 Edin Dzeko ha effettivamente superato il cancello di Appiano, le colonne d’Ercole della sua nuova vita nerazzurra. È stata la fine di uno dei più lunghi corteggiamenti della storia recente del mercato: il bosniaco era stato desiderato per primo da Luciano Spalletti, bramato da Antonio Conte in ogni sessione di mercato e adesso sarà Simone Inzaghi a goderselo. Proprio l’ex tecnico della Lazio, nemico di tanti derby. Eppure il nuovo allenatore interista ha identificato in Dzeko il centravanti adatto per la sua transizione oltre il contismo. E, soprattutto, per gestire un’eredità che farebbe tremare i polsi a tutti: Edin ha l’esperienza e la classe per rendere meno ignoto il dopo Lukaku, per combattere la nostalgia nei cuori di quasi tutti i tifosi nerazzurri. Di certo sarà un centravanti differente da Romelu: non più un centroboa, ma un regista avanzato. Non un distruttore, ma un ricamatore. E che l’ufficialità sia slittata da ieri sera a oggi è solo colpa degli ultimi dettagli amministrativi: Edin ha messo la sua firma e ora ne manca solo un’altra da Roma. Intanto, nello stesso pomeriggio, Lukaku ha potuto lasciare la Costa Azzurra per abbracciare il Chelsea.
È stato lo stesso Dzeko a forzare la mano negli ultimi aramente per le strade del calcio si sono visti talenti più puri (e lunatici) di Robert Prosinecki. È il genio croato che per un po’ ha allenato pure la Bosnia: 21 mesi sono bastati per conoscere fino in fondo la qualità del nuovo centravanti dell’Inter.
R3Prosinecki,
che pensa del suo pupillo Dzeko in maglia nerazzurra?
«Penso che sia stata una scelta meditata: non è vero che l’Inter si è fatta prendere alla sprovvista, quanti attaccanti con qualità superiore a Edin ci sono oggi in circolazione? Io ne vedo pochi. E allora guai a sottovalutare questo acquisto: hanno preso un top, uno che sa giocare con tutti i partner d’attacco».
3Sì,
ma anche a 35 anni sarà