Ossessione Champions
Messi incanta «Il mio Psg è la squadra dei migliori»
Non so cosa manchi a questa squadra per poter trionfare in coppa, ha un gruppo forte
Leo Messi
Marco è uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, in questi anni speravo venisse al Barcellona
Leo Messi Presentato Leo a Parigi: «Vincere la coppa qui sarebbe eccezionale Verratti fenomeno, è il nuovo Xavi»
«Vincerla qui sarebbe straordinario e questo è il posto ideale per farlo»: dice così Leo Messi pensando al suo obiettivo di sempre. Che poi è lo stesso del club dell’emiro del Qatar: la Champions. All’argentino sfugge dal 2015. Il Psg l’ha sfiorata negli ultimi due anni, con una finale e una semifinale. E adesso, ci provano insieme. Anche all’amico Neymar, a Verratti, «il migliore nel suo ruolo», ma pure con Mbappé, il cui futuro è ancora incerto. Uno dei tanti nodi da sciogliere, dall’ingombrante Icardi, all’inevitabile turnover d’attacco, all’innesto di Ramos, al duello tra i pali tra Donnarumma e Navas.
Ingredienti La Champions comunque è l’unico trofeo che interessa all’emiro di Doha che dal 2011 ha speso 1,4 miliardi di euro sul mercato, ma che nell’anno del Mondiale in Qatar realizza un sogno che allora sembrava proibito.
E’ diventato realtà negli ultimi cinque giorni e ormai non c’è formazione più competitiva e spettacolare del Psg che magari deve riprendersi il titolo nazionale, andato a maggio al Lilla, ma che poi sarà giudicato a livello planetario solo nella competizione regina. Quella Champions, appunto, che Messi ha vinto quattro volte con il Barcellona e ora vuole prendersi con il Psg. L’argentino conosce gli ingredienti giusti: «E’ davvero difficile – ha spiegato ieri – e non so cosa possa mancare a questa squadra che ha già i migliori giocatori. Serve però un gruppo forte, unito e per quello che ho visto da fuori mi sembra lo sia. Ma serve pure un po’ di fortuna che bisogna cercarsi, sapendo che non sempre le squadre migliori vincono».
Tensioni Un monito dunque che porta a galla le tensioni che covano dietro le paillettes. A cominciare dal futuro di Mbappé. Messi non vede l’ora di giocarci insieme, ma il francese non ha ancora rinnovato oltre il 2022 e sui social in questi giorni è rimasto stranamente in silenzio. Prima dell’Europeo, il campione di Bondy aveva chiesto una squadra competitiva al presidente Al Khelaifi che ieri gli ha risposto a distanza: «Il suo futuro è da parigino. Non c’è formazione più competitiva della nostra. Non ha più scuse. Non può che restare». Ma Mbappé accarezza l’idea di prendersi lo scettro di re della Liga, da erede dell’idolo d’infanzia CR7 al Real Madrid.
Distanze Se il Psg intende blindare Mbappé, di certo non trattiene Icardi. L’ex capitano nerazzurro è diventato la stella di troppo. Colpa del drastico calo di prestazioni e ormai anche dall’incompatibilità con Messi che lo ha sempre tenuto a distanza anche dalla nazionale Albiceleste. Gli acquirenti non sgomitano. Si spera nel Tottenham, per il post Kane. In attacco poi qualcuno dovrà sacrificarsi. Di Maria è l’indiziato principale. A gennaio
el Fideo aveva giurato che con Messi in squadra si sarebbe dedicato all’asado, ma ogni volta che finisce in panchina diventa un problema per Pochettino.
Benedizione Il tecnico argentino dovrà gestire anche l’innesto di Ramos che dall’alto del suo rango non intende fare da rincalzo a Kimpembe o al capitano Marquinhos. E rischia di diventare esplosivo il duello in porta. Donnarumma, miglior giocatore dell’Europeo, vuole giocarsi il posto alla pari con Navas che parte da titolare indiscusso. Sarà battaglia. Alla fine, solo Verratti può stare tranquillo, dopo la benedizione di Messi: «È un fenomeno e una persona fantastica, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Al Psg può fare quel che Xavi o Iniesta sono stati per il Barcellona. Per anni speravamo venisse da noi. Oggi sono io che vengo qui per giocare con lui». Tutto torna. Da capire pure se in Champions.