La Gazzetta dello Sport

Chelsea, City, United e i soliti spendaccio­ni Gli altri dietro

- Di

come quel famoso slogan pubblicita­rio, basta la parola.

La stagione 2021-2022 sarà la n.30 della storia: il 20 febbraio prossimo sarà il trentennal­e dallo strappo che nel 1992 rivoluzion­ò il football made in England. Si riparte dal Manchester City campione: la banda di Guardiola si ripropone in prima fila insieme allo United di Solskjaer e al Chelsea di Tuchel. Liverpool e Leicester sembrano allo stato attuale le due squadre destinate a giocarsi il quarto posto. Arsenal e Tottenham sono in modalità Europa League. Le neopromoss­e sono Watford, Norwich e Brentford, risalito nel massimo campionato dopo 74 anni: è il club numero 50 a partecipar­e alla Premier e si toglierà oggi lo sfilzo di alzare il sipario ospitando l’Arsenal.

Sulla griglia pesa l’incognita delle incognite: il futuro di Harry Kane. Il centravant­i del Tottenham si ripresenta oggi in campo dopo il periodo di autoisolam­ento legato alle vacanze alle Bahamas. La sua situazione, dopo l’annuncio del 17 maggio, in cui l’attaccante dichiarò la ferma intenzione di voler cambiare aria, è in evoluzione. Il Manchester City è pronto a offrire al Tottenham 150 milioni di euro: se l’affare dovesse andare in porto, la banda di Guardiola potrebbe riproporsi per l’ennesima gara solitaria. Con Grealish – pagato 117 milioni di euro – e Kane, vincere la Premier per la quarta volta in cinque anni potrebbe rivelarsi una formalità.

Il Chelsea è il rivale più accreditat­o dei Citizens. Lo sbarco di Lukaku risolverà il problema numero uno: l’assenza di un grande centravant­i. Lo United si è rinforzato in difesa con Varane e in attacco con Sancho, ma Pogba potrebbe cambiare aria e la sensazione è che manchi qualcosa rispetto a City e Chelsea. Il Liverpool ha arruolato il difensore Konaté e secondo Klopp il mercato potrebbe finire qui, sebbene circolino i nomi di Renato Sanches (Lille) e Tchouameni (Monaco). Il Leicester, conquistat­i FA Cup e Community Shield, ha prelevato ieri Vestergaar­d dal Southampto­n. Il danese si aggiunge agli arrivi di Daka, Soumaré e Bertrand. Il Tottenham, lacerato dall’affare-Kane, ha pescato in serie A: Gollini e Romero. L’Arsenal ha pagato 50 milioni per assicurars­i White dal Brighton, ma serve di più per rinforzars­i. Con l’addio di Ancelotti, l’Italia non ha più allenatori in Premier. Comandano gli spagnoli (Guardiola, Arteta, Benitez, Xisco Muñoz) insieme agli inglesi (Dyche, Potter, Bruce, Smith). I tedeschi sono a quota 3: Klopp, Tuchel, Farke. 2’40”

CHELSEA

LIVERPOOL

●La prima giornata. Oggi: Brentford-Arsenal (ore 21, Sky Sport Football). Domani: Manchester United-Leeds (13.30); alle 16: Burnley-Brighton, ChelseaCry­stal Palace, EvertonSou­thampton, Leicester-Wolves, Watford-Aston Villa, NorwichLiv­erpool. Domenica: NewcastleW­est Ham (ore 15), TottenhamM­anchester City (17).

●Campione: Manchester City l campionato spagnolo parte oggi traumatizz­ato dall’addio di Leo Messi (e di Ramos, i capitani delle due eterne rivali) e spaccato dalla lotta tra Real Madrid, Barcellona e la Liga. Si comincia in austerity, con incertezza sugli spettatori, un mercato a ritmi ridottissi­mi e tante incognite. La Spagna curiosamen­te affronta quest’anno di difficoltà con 5 squadre in Champions, il Villarreal vincitore dell’Europa League oltre ad Atletico, Madrid, Barça e Siviglia, e forte di una stagione che oltre al successo del Sottomarin­o Giallo ha visto la Casa Blanca in semifinale di Champions, la Spagna in quella dell’Europeo e l’Olimpica tornare da Tokyo con l’argento. Prima di Leo e Sergio erano stati persi Neymar e Ronaldo e sembra molto difficile che arrivi al Madrid Kylian Mbappé. Le basi tecniche del calcio spagnolo sono solide,

IPer cercare di farlo la Liga ieri ha votato sì alla firma dell’accordo col fondo CVC. Cedendo l’11% dei diritti non audiovisiv­i per 40 anni e il 10,95% di quelli audiovisiv­i per 50 anni i club delle prime due serie spagnole si spartirann­o un prestito da 2,1 miliardi di euro, da restituire a interessi molto bassi. Il dibattito si è chiuso con una votazione con 38 sì e 4 no: quelli di Madrid, Barça, Athletic e una quarta rimasta anonima che potrebbe essere l’Amorebieta di Segunda, legato all’Athletic. Da qui la riduzione dell’investimen­to di Cvc da 2,7 a 2,1 miliardi, visto che chi ha votato contro non prenderà un euro, ma conserverà i suoi diritti. I club non potranno disporre del denaro a piacimento: 70% per infrastrut­ture e investimen­ti, 15% per i debiti, 15% per la rosa. Il Madrid, il Barça e la Federazion­e hanno annunciato battaglia legale contro l’accordo per

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