La Gazzetta dello Sport

Nagelsmann e i suoi fratelli per rianimare il calcio tedesco

- Di

tre trionfi consecutiv­i degli allenatori tedeschi in Champions League hanno moltiplica­to orgoglio e attenzioni verso una scuola di tecnici che sta primeggian­do in Europa. E Thomas Tuchel, che ha preso il trofeo dopo Klopp e Flick, con la Supercoppa conquistat­a mercoledì ha rafforzato il consenso. E’ giusto che avvenga: il campo parla, come si dice nell’ambiente. Ma dietro le quinte si sono allargati di più i sorrisi all’inizio di maggio, quando per le semifinali di Coppa di Germania erano schierati in panchina quattro allenatori sotto i 40 anni (Terzic, che poi l’ha vinta con il Dortmund, Nagelsmann, Werner e Kohfeldt). Significa che una generazion­e ben addestrata fornisce proposte, risposte, ricambio. Dietro al disastro della nazionale, uscita agli ottavi all’Europeo, e alla prevedibil­ità del campionato in cui il Bayern è candidato al 10°

Ititolo di fila, è la forza delle idee degli allenatori saliti di grado a rendere interessan­te la 59esima edizione della Bundesliga, al via stasera con Borussia M.-Bayern.

Julian Nagelsmann, 34 anni, è arrivato al massimo livello tedesco, firmando per il Bayern per cui faceva il tifo da ragazzino. Dopo ormai cinque anni e mezzo in Bundesliga potrebbe essere considerat­o un senatore, ma il fatto che sia più giovane del suo capitano Manuel Neuer, che porti freschezza ed entusiasmo in un ambiente conservato­re come quello bavarese, aumenta curiosità e invidie, con velenose sottolinea­ture di ogni passo falso. Il Bayern si sta svecchiand­o in tutti i settori: nella rosa (perso Alaba, lasciati liberi Martinez e Boateng); nella dirigenza con il cambio Rummenigge-Kahn; in panchina con l’avvicendam­ento tra Flick, ora c.t. della nazionale, e Nagelsmann che da Lipsia si è portato uno staff moderno, psicologo compreso. Nonostante i mancati introiti per il Covid, stimati in 150 milioni, il Bayern ha comprato l’allenatore dal Lipsia, pagandolo 15 milioni più i bonus, e ha pagato la clausola di Upamecano (42,5). Che adesso abbia messo gli occhi su Haaland, libero per 75 milioni dall’estate 2022, è naturale, «altrimenti saremmo dei dilettanti», ha detto il d.s. Salihamidz­ic.

Tutte le prime sei dello scorso torneo hanno un nuovo allenatore: Lipsia e Dortmund hanno pescato nella corposa filiera Red Bull, generata da Rangnick. L’americano Marsch torna a Lipsia direttamen­te da Salisburgo, il tedesco Rose aveva lasciato la casa madre nel 2019 per il Gladbach; adesso ha cambiato Borussia. Fra elasticità tattica e visioni al passo con i tempi, saranno però anche i gol delle loro stelle a indicarne il destino. Haaland, 60 reti in 60 partite con il Dortmund, dà l’assalto al trono di Lewandowsk­i (41 centri da record nella scorsa Bundesliga); ma André Silva già arrivò davanti al norvegese a maggio, con 28 reti. Adesso è passato al Lipsia per 23 milioni e promette battaglia.

Permesso al momento il 50% della capienza ma fino a 25 mila spettatori. Il Dortmund ha annunciato un passivo di 72,8 milioni, la vendita di Sancho allo United per 85 milioni (preso Malen per 30) attenua solo in parte il deficit. Oliver Kahn, nuovo a.d. del Bayern, non conosce scaramanzi­e: «Se sfruttiamo il nostro potenziale, saremo ancora campioni. E il decimo titolo, dopo che la Juve si è fermata a nove, è il record dei migliori campionati europei. Ci teniamo» 3’02”

BORUSSIA DORTMUND

WOLFSBURG

●La prima giornata. Oggi Borussia Moenc.-Bayern (20.30, Sky Sport Uno). Domani (15.30): Wolfsburg-Bochum; UnionLever­kusen; Stoccarda-Greuther Furth; Augsburg-Hoffenheim; Arminia Bielefeld-Friburgo; Borussia Dortmund-Eintracht Francofort­e (18.30, Sky Sport 1). Domenica Mainz-RB Lipsia (15.30, Sky Sport1); Colonia-Hertha (17.30, Sky Sp. Arena)

● Campione: Bayern

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