La Gazzetta dello Sport

Il sì di Bergomi «Scelta giusta Ma ora serve un’altra punta»

«Ho capito che era forte in un Psv-Inter, però guai a fare paragoni con Achraf E senza Lukaku ora caccia alla profondità»

-

Adesso Lautaro deve crescere di spessore: Romelu toglieva pressione

Beppe Bergomi

Ex capitano Inter

Beppe Bergomi, sanguinose cessioni e poi due giorni di botti: ha capito che cosa sta succedendo all’Inter? «Non è una sorpresa per me questa estate pazza: se Oriali fa certe dichiarazi­oni dopo lo scudetto e poi va via Conte, è chiaro che ti aspetti di perdere altre pedine importanti. Che Hakimi fosse destinato a partire si era capito subito e, anche su Lukaku, era prevedibil­e un assalto di una big di Premier: come ci si può illudere di resistere a certe cifre? Ora, però, assistiamo ai primi acquisti».

Qual è il suo stato d’animo?

«In generale, visto il peso delle partenze, sono dispiaciut­o per il tifoso nerazzurro che è il più appassiona­to e ha riempito sempre San Siro quando si poteva. Ne vedo molti preoccupat­i vicino al mio ombrellone. Ma basterebbe che alla gente si dicesse la verità. Il tifoso capisce le necessità se gliele spieghi e gli mostri un percorso di ripartenza: tutti, in fondo, hanno a cuore il bene dell’Inter. Ecco, forse è mancato qualcosa dal punto di vista della comunicazi­one illudendo tutti che sarebbe bastato vendere solo uno giocatore».

E ora i due acquisti bastano a cambiare l’umore dei tifosi? «Possono tamponare e questo è già qualcosa, ma dopo mi aspetto un’altra punta. Se a destra hai preso un profilo perfetto per il gioco di Inzaghi come Dumfries e Dzeko è una garanzia a certi livelli, ora serve un attaccante... diverso».

Spieghi meglio.

«Dzeko e Lautaro sanno lavorare bene la palla, andare incontro, difendere, ma cosa manca a loro? La profondità. Nessuno fa gli strappi devastanti di 30 metri di Lukaku. Questo reparto va completato con un giocatore che corra in avanti.

I nomi che si fanno non si sposano molto, ma non saprei farne altri e poi ho fiducia massima nei dirigenti».

Restando a Dzeko, come si convive con una eredità così pesante come quella di Lukaku?

«È sbagliato fare qualsiasi tipo di paragone. Lukaku era dominante, un leader carismatic­o, un punto di riferiment­o totale. A Dzeko non si chiede di avere lo stesso status, ma i 35 anni non sono per lui un problema: io penso che sia serio, stia bene, sia fisicament­e che mentalment­e, e che possa giocare con continuità. Aggiungo, però, che da solo non può bastare».

E di Dumfries per il dopo Hakimi?

«L’ho visto in un Psv-Inter e ricordo proprio che dissi: questo è forte davvero. Anche in questo caso non bisogna pensare che sia un doppione di Hakimi, ma in quella posizione non si poteva fare scelta migliore».

Senza Lukaku, che Lautaro

sarà?

«Romelu gli toglieva pressione e a lui andava bene così, anche se non gli ho mai visto risparmiar­e una corsa. Ora entra in una epoca nuova e deve crescere di spessore».

E qual è la difficoltà più grande per Inzaghi di fronte a questa rosa trasformat­a?

«Paradossal­mente, la situazione può togliergli un po’ di responsabi­lità. Il grosso del suo lavoro sarà nella testa dei giocatori: alcuni senza Conte saranno istintivam­ente portati a tirare un minimo il freno. E poi con il tempo dovrà aggiungere qualcosa di sé. Anche questa Inter può puntare allo scudetto, ma se arriva tra le 4 ha fatto il suo».

Per finire, teme per caso che la slavina non sia finita?

«No, per me non ci sarà nessun’altra cessione, anche se immagino tante big alla finestra...».

cont.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy