Federer lungo stop Ma spera ancora nell’ultimo show
Altra operazione a 40 anni, spettro del ritiro: eppure non vuole arrendersi
La speranza è sempre l’ultima a morire. Ma il 6-0 subito nel terzo set della pesante sconfitta contro Hurkacz ai quarti di Wimbledon rischia di rimanere l’ultima immagine di Roger Federer su un campo da tennis. E sarebbe un ricordo tristissimo, in clamoroso contrasto con la carriera del giocatore che più di ogni altro, nella storia, ha saputo muovere passioni ed entusiasmi abbinando ai risultati leggendari l’inimitabile eleganza dei gesti bianchi delle origini.
Tutto in bilico Il Divino si ferma, deve andare di nuovo sotto i ferri, la rinuncia all’Olimpiade non era una semplice decisione di facciata. I 97 secondi del video postato domenica su Instagram hanno forse rappresentato l’epitaffio su una carriera senza eguali: «Voglio aggiornarvi su cosa sta succedendo. Non è stato semplice, ho fatto parecchie visite e consulti medici per il mio ginocchio e questo non è il modo di andare avanti. Ho bisogno di un’altra operazione e abbiamo deciso di farla.
Starò con le stampelle per qualche settimana e fermo per molti mesi, sarà molto dura ma voglio stare bene e concedermi una piccola speranza di tornare a giocare, in un modo o nell’altro. Sono realista, so cosa vuol dire un’altra operazione alla mia età, ma voglio stare bene ed essere attivo». Parole usate non a caso: Federer teme per la salute del ginocchio da uomo normale, perché settimane di stampelle significano che non si tratterà di un intervento banale. Fosse stato un dolore gestibile, Roger avrebbe potuto continuare a giocare affidandosi a trattamenti medici e centellinando gli impegni in calendario, e invece corre il rischio, consapevole, di un salto nel buio. Forse in cuor suo spera davvero che un’altra operazione sia risolutiva, consentendogli gli ultimi sprazzi: in fondo, con una gamba e mezza, è arrivato ancora ai quarti di Wimbledon. Però ha 40 anni compiuti e nelle ultime due stagioni ha giocato appena 19 partite (la 20a, con Berrettini quest’anno a Parigi, l’ha saltata). È vero, ci sono contratti firmati con gli sponsor e con i tornei (a Halle e a Basilea è legato anche per il 2022), ma immaginarlo ancora sui campi richiede un enorme atto di fede. A meno che non voglia regalarsi una passerella mirata per un addio tra le lacrime d’affetto del mondo. Non resta che attendere.