E ora, che Cristiano sarà? Palla a Max (con un rischio)
ra che Ronaldo ha chiarito al mondo il suo pensiero, ora che Ancelotti ha escluso il Madrid-bis, è il caso di pensare al campo, che tra tre giorni – nell’elenco degli svaghi della nostra vita – tornerà a sostituire il mercato. La conferma di Ronaldo alla Juve, non scontata, non messa per iscritto da CR7 ma comunque probabile, chiude una porta e ne apre un’altra, quella degli equilibri della Juve 2021-22.
OLa Juve in estate è cambiata e il cambiamento non è Kaio Jorge, non è Locatelli: è Allegri. Max ha spiegato subito su quali basi vuole costruire il rapporto con CR7: «Ronaldo è un calciatore straordinario e un ragazzo intelligente. Gli ho detto che questo è un anno importante e lui ha una responsabilità maggiore rispetto al 2018. Da lui mi aspetto molto come responsabilità, da uomo qual è». Insomma, Max gli ha chiesto di sposare il suo progetto, di essere una guida fuori dal campo. Ragionevolmente, è uno dei motivi per cui Allegri è tornato, dopo l’anno di tensione con Sarri – brutto rapporto con CR7 – e quello con Pirlo, più sereno ma lontano dalla grande stima che Ronaldo ha avuto a Madrid per Ancelotti e Zidane, ora e sempre le sue guide preferite. Il campionato quindi può portare un Cristiano meno totalizzante ma comunque importante, in campo magari non sempre ma comunque molto spesso. La certezza è che la stagione inizia nel segno della tensione da calciomercato, una novità per il Ronaldo juventino. Per questo, la risposta di CR7 alla sollecitazione di Allegri sarà fondamentale. L’ego di Cristiano è grande come l’aiuto che quell’ego gli ha dato in carriera: se ha battuto quasi ogni record, è perché dai tempi delle scuole lavora per essere il numero 1 al mondo, il numero 1 di sempre. La chiave è come sarà indirizzata quella spinta. Ad esempio, è logico attendersi una reazione al trasferimento di Messi al Psg e alla vittoria in Coppa America, che fanno della Pulce il logico candidato al settimo Pallone d’oro.
Ronaldo in queste prime settimane è descritto freddo, inquieto, professionale. Non è tranquillo – e lo sfogo social lo dimostra, come il linguaggio del corpo contro l’Atalanta – ma risponde alle sollecitazioni. E a proposito di Atalanta, attenzione al rapporto con Paulo Dybala e Federico Chiesa, suoi compagni nel contropiede più bello dell’estate. La convivenza con Dybala, nell’ultimo anno di Allegri alla Juve, è stata deludente (molto meglio con Sarri, un anno dopo), mentre Chiesa non è il compagno preferito da CR7 e non può esserlo: è un calciatore fortissimo, sempre più forte, che però vive di uno contro uno e attacco alla porta, non di assist. Quel tridente è potenzialmente devastante ma vive di equilibri sottili. Per gli juventini, in tutto questo c’è un vantaggio: pochi (pochissimi) uomini al mondo sono più adatti a gestirli di Massimiliano Allegri da Livorno.