La Gazzetta dello Sport

SOGNO MILAN

Ora Pioli lancia la sfida scudetto «Mai così forti» Preso Pellegri L’ex del Monaco sarà in tribuna a Marassi

- di FALLISI

I rossoneri debuttano in casa della Samp con il francese al centro dell’attacco Il tecnico: «Sono arrivati tanti vincenti, lotteremo per il titolo e in Champions»

Tre deve essere il numero perfetto, perché l’atto terzo di Stefano Pioli al Milan ha i fari tricolori dello scudetto puntati sul sipario e perché tutti, dalle parti di Milanello, dal pluridecor­ato Maldini allo specialist­a Ibrahimovi­c, passando per Giroud, ultimo vincente aggregatos­i alla truppa, sanno che per arrivare in fondo davanti a tutti occorre sbagliare pochissimo. Quasi nulla. Lo sa bene naturalmen­te anche Pioli, uno che lo scudetto sul petto se lo è cucito da giocatore ma che da quando si è seduto in panchina aspetta ancora di sollevare un trofeo. Il suo Milan gli ha mostrato lampi di quello che potrebbe essere lungo estate, autunno e inverno dell’anno passato, poi ha ceduto il passo ai più forti e si è concentrat­o sul vero obiettivo, il ritorno in Champions. Un anno dopo, l’orizzonte è cambiato: scudetto, e come potrebbe essere diversamen­te dopo il secondo posto centrato a maggio? Le griglie di partenza, però, sono come quelle dei barbecue di Ferragosto: indispensa­bili solo in estate, poi si pensa ad altro. E allora Pioli si guarda indietro, rivede il cammino dei giovani Diavoli e sorride affacMike ciandosi al nuovo campionato. Theo e compagnia sono cresciuti tanto, e sotto ogni aspetto: il tecnico ne ha plasmato l’identità tattica, incastonan­do il talento in un sistema di gioco recitato a memoria, ne ha accresciut­o l’autostima e ne ha aumentato l’appetito. Si vince solo con la fame, e questo Milan ha l’acquolina in bocca da un anno e mezzo.

Cresciuti e ambiziosi Chi aveva mal di pancia ha salutato, chi non è ancora sazio di successi invece sarà lì, stasera, sul campo del Ferraris per sfornare nuovi gol, come Giroud. Ecco perché, al netto del mercato ancora aperto e degli addii che pesano come quello di Donnarumma, Pioli osserva i suoi e vede un Milan mai visto prima. Diverso, magari, ma più forte. Pronto al grande salto. «Sì, questo è il mio Milan più forte. Siamo cresciuti nella consapevol­ezza e sono arrivati giocatori che hanno vinto, che sanno cosa significa vincere. Sono molto emozionato, perché alleno un grande club con grandi ambizioni, e sono convinto delle nostre qualità. Ritroverem­o i tifosi e la Champions, vogliamo essere protagonis­ti anche in Europa». Strane sensazioni, quelle che viaggiano nella videoconfe­renza che ha preceduto il debutto di stasera in casa della Samp. Pioli è lo stesso di sempre, ma anche un po’ diverso. Soliti toni, nuova sostanza, persino le parole utilizzate dall’allenatore milanista rincorrono quelle di un anno fa, ma con un termine che cambia tutto: prima erano in sette per quattro posti, quelli della Champions,

Non solo Olivier

Anche Maignan all’esordio, da erede scomodo di Gigio: «Ci darà un grande contributo»

Calabria capitano

Con Romagnoli in panchina, toccherà a chi ha più anni di appartenen­za

adesso sarà lotta a sette per lo scudetto, dice Pioli. «Mi aspetto grande equilibrio. L’Inter è campione in carica, riparte da favorita così come la Juventus, fortissima. Ma siamo forti noi, la Roma, l’Atalanta, la Lazio. Sarà un campionato difficile e dovremo essere concentrat­i. Oggi siamo più squadra, più maturi, ma alle parole dovremo fare seguire i fatti. Siamo più forti, non significa che vinceremo tutto ma voglio che i miei scendano in campo per vincere tutte le partite».

Il bello dei debuttanti Si comincia dalla Samp del “vecchietto” Quagliarel­la, che l’ultima volta, a San Siro, aveva bucato Donnarumma con una magia delle sue. Stasera di fronte si troverà Maignan, il successore più scomodo di questa Serie A: «Di sono contentiss­imo – dice Pioli –. È un bravissimo ragazzo, molto curioso, a volte diffidente perché vuole capire quello che proponiamo di diverso rispetto alla sua vecchia squadra, come ad esempio la costruzion­e dal basso. È un portiere molto forte che ci darà un grande contributo». Nell’area opposta toccherà a Giroud, il debuttante più atteso della serata. La maglia che porta addosso rispolvera vecchi ritornelli da cancellare: dal 2012-13, primo anno dopo Inzaghi, nessun numero 9 rossonero ha mai segnato all’esordio in campionato. Ci hanno provato in dieci, da Fernando Torres a Higuain, da André Silva a Piatek, fino ovviamente a Mandzukic, ma la scomoda tradizione ha resistito agli assalti. All’ex Chelsea il compito di invertire la tendenza:

«È un giocatore di spessore, nelle amichevoli di livello che abbiamo fatto ha dimostrato di sapersi muovere in tutti i contesti». L’assalto rossonero allo scudetto comincerà da Olivier, in attesa di Ibra che questa settimana ha forzato per essere pronto dopo la sosta, racconta Pioli. «Zlatan sarà ancora il nostro leader carismatic­o». Quello con la fascia al braccio resta Romagnoli, con il vice pronto a farne le veci quando Alessio andrà in panchina, come questa sera. I criteri di assegnazio­ne li ha spiegati ieri Pioli: «Il capitano sarà scelto in base agli anni di appartenen­za al club». Capito, Calabria?

Mi aspetto equilibrio, saremo in sette a giocarci il campionato. Sono convinto delle nostre qualità

Stefano Pioli Allenatore Milan

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 ?? GETTY ?? Rendimento in crescendo Stefano Pioli, 55 anni, e Olivier Giroud, 34, scherzano con una lavagna: abbiamo riassunto il rendimento del Milan sotto la gestione del tecnico emiliano, una crescita costante
GETTY Rendimento in crescendo Stefano Pioli, 55 anni, e Olivier Giroud, 34, scherzano con una lavagna: abbiamo riassunto il rendimento del Milan sotto la gestione del tecnico emiliano, una crescita costante
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