INSIGNE C’È
Sbaglia un rigore poi si rifà: il Napoli va
L’espulsione del centravanti dopo soli 22’ condiziona la partita. Ma la squadra di Spalletti domina ed Elmas chiude i conti
Verona e Venezia sono lontane 115 chilometri, ma per il Napoli quella distanza è molto più siderale per quello che è successo in questi ultimi tre mesi in cui sono successe parecchie cose, a cominciare dal timoniere azzurro cambiato e a finire con un Insigne sempre più protagonista in campo e che mette in seria difficoltà De Laurentiis per il rinnovo di contratto. In una partita di grandi emozioni per i quasi 20 mila che riempiono d’entusiasmo il Maradona (per la prima volta col pubblico nel nome di Diego) arrivano dal Napoli chiari segnali al campionato e anche all’interno del club, su quello che potrà succedere se questa squadra sarà lasciata intatta a un “arrapato” Luciano Spalletti. Già perché mentre col Verona si era vista una squadra spenta e confusionaria, incapace di gestire la partita in vantaggio (un risultato che valeva la Champions), contro il Venezia nonostante 70 minuti giocati in inferiorità numerica, gli azzurri hanno sempre tenuto il pallino del gioco, mostrandosi padroni del proprio destino. Il Napoli se resta così com’è può dire la sua anche per le primissime posizioni. Insigne vuole restare nella sua città e ci mette cuore e anima in tutto quello che fa in campo. E non a caso nel finale Spalletti gli concede sostituzione e standing ovation, anche questo un messaggio per il presidente.
Magnifico Lorenzo E se Victor Osimhen si ritrova fuori dopo solo 23’ per una sbracciata ritenuta violenta da Aureliano, ecco che assurge a massimo protagonista Lorenzo Insigne. Il capitano si carica la squadra diventando centravanti per necessità ma correndo in ogni direzione. E quando dal dischetto, a inizio ripresa, apre troppo il destro che s’impenna sulla traversa, la reazione è emblematica. I tifosi che già prima della gara con i cori si sono schierati dalla parte del capitano nella diatriba per il rinnovo con la società - continuano ad applaudire Lorenzo che si ricarica e quando solo 5’ dopo si ritrova ancora dal dischetto tira convinto incrociando e segnando il gol che sblocca la partita e fa impazzire i napoletani finalmente dentro il proprio stadio. Poi Elmas mette il suggello a una prestazione convincente sotto il profilo caratteriale e anche tecnico tattico. Sì perché dopo poco più di mezz’ora Spalletti ha perso per infortunio anche Zielinski (solo una botta per il polacco) oltre alla vivacità di Osimhen che nei primi 20’ aveva messo in apprensione da solo un incerto Maenpaa, portiere finlandese impreciso coi piedi. Paolo Zanetti mette bene in campo il suo Venezia, abile a chiudere le linee di passaggio agli azzurri, ma con l’uomo in più la squadra non è mai stata capace di salire su, subendo i padroni di casa, e rendendosi pericolosa solo con un tiro di Forte che scheggia il palo quando comunque è già sotto di un gol.
Niente alibi Presto per dare un giudizio sul lavoro - comunque efficace - di Spalletti. Ma è un dato di fatto che nella storia recente del Napoli troppe volte la squadra si era squagliata di fronte alle difficoltà. Invece stavolta la reazione è stata veemente e questi passaggi diventano fondamentali per la crescita del gruppo e la correzione di difetti che apparivano per certi versi congeniti. Perdi i due giocatori che più valgono sul mercato e invece di star lì a piangerti addosso trovi le soluzioni proprio con gli uomini che di fatto sostituiscono in campo Osimhen e Zielinski. E se del capitano abbiamo tessuto le lodi, l’Elmas visto in questa notte da brividi a Fuorigrotta non si vedeva da troppo tempo. Spalletti sul macedone sta investendo tanto e i risultati cominciano a vedersi. Per il bravo Paolo Zanetti e il suo Venezia serve tempo e rinforzi per reggere il salto di categoria. Il Napoli invece sembra pronto per il grande salto, serve solo resistere alla voglia di vendere in questi ultimi giorni di mercato, perché Spalletti ha dimostrato che con questa quadra può far divertire i tifosi.