CR7, panca e dubbi
MAX LO ESCLUDE DAI TITOLARI IL VAR GLI ANNULLA IL 3-2 E IL FUTURO RESTA UN REBUS Cristiano, che non si sente più al centro del progetto, ha condiviso la scelta di Allegri e non ha ancora perso le speranze di andare a giocare altrove
Cristiano Ronaldo superuomo è un’immagine da mettere... in panchina, almeno per un po’. Quando è arrivato alla Juve sembrava – e probabilmente era – atterrato da un altro pianeta, quasi onnipotente in campo e soprattutto fuori. L’estate di Udine invece restituisce la foto di un Ronaldo umano, troppo umano. Ronaldo in panchina, Ronaldo al centro di voci di mercato ma senza un club pronto a fare follie, Ronaldo beffato dalla Var dopo una delle sue giocate da fenomeno. La prima domenica di campionato così è diventata la domenica di CR7 già un’ora prima dell’inizio della partita, quando è stata pubblicata la formazione ufficiale della Juve: Dybala e Morata titolari davanti, Cuadrado e Bernardeschi larghi. Cristiano e Chiesa in panchina, come francamente insospettabile fino al primo pomeriggio di ieri.
Le dichiarazioni Nedved e Allegri hanno risposto a domande sulla panchina di Cristiano. Il vice presidente: «Questa è stata una scelta condivisa col giocatore, siamo a inizio stagione ed è normale che non tutti siano al top. Ci sono solo scelte fatte da Allegri per essere competitivi: anche Chiellini sta in panchina». E sul mercato: «Confermo che Ronaldo rimarrà alla Juve. Entrate? Ne abbiamo fatte due bellissime (Kaio Jorge e Locatelli, ndr). Siamo contenti così». L’allenatore: «Vedendo le condizioni di tutti, gli ho detto di venire in panchina, che ci sarebbe stato bisogno di entrare. Si è messo a disposizione come tutti. Poi quando è entrato ha fatto bene, aveva fatto anche gol, non buono per un centimetro. Cristiano capisce che la stagione è lunga, capisce che quando lo metto in panchina è per farlo riposare, perché può essere determinante lo stesso in 30-40 minuti». In due parole: scelta tecnica. Condivisa da Ronaldo, rimasto fuori senza problemi — forse volentieri... — in un momento in cui pensa molto al mercato. La verità è che tutto è molto antistorico, antironaldiano. Quando mai CR7 è andato in panchina?
Potere Max
Ronaldo nei tre anni alla Juve — e in carriera — ha giocato praticamente sempre, quando stava molto bene e quando... meno. Certo, Zidane lo ha fatto riposare qualche volta per averlo fresco a primavera e Allegri lo ha mandato in panchina un paio di volte anche nel 2018-19, ma i numeri sono molto bassi. In campionato, due volte in panchina con Allegri, mai con Sarri, tre volte con Pirlo. E mai all’esordio. Anche qui c’è il senso del ritorno di Max: la Juve torna ad avere un allenatore che può tenere fuori uno dei due simboli del calcio moderno senza farlo infuriare.
CR7 sa che la stagione è lunga Se va in panchina, è per riposare, perché può essere decisivo lo stesso in 30-40’
Max Allegri Allenatore Juventus
Panchina condivisa col giocatore, anche Chiellini sta fuori. Cristiano resterà alla Juventus
Pavel Nedved Vice presidente Juventus
Emozioni CR7 si è scaldato con il sorriso ed è entrato bene, dopo aver guardato per 60’ i compagni
L’atteggiamento Cristiano infatti in campo è stato partecipe. Ha fatto un riscaldamento blando e lì sì, è sembrato svogliato. Poi però è andato in panchina, dove ha parlato con Pinsoglio, si è scaldato col sorriso e a 30 minuti dalla fine è entrato. Il gol del 3-2, poi annullato via Var, è stato un classico: colpo di testa in area dietro un difensore, da cross di Chiesa. L’esultanza, anche: il siuuu, addirittura senza maglietta come contro l’Atletico.
Il mercato La panchina però si spiega anche con il momento di CR7. Ronaldo viene da una settimana complessa, con l’amichevole del giovedì saltata a sorpresa, e soprattutto ha avuto a lungo la testa altrove. Il suo agente Jorge Mendes ha parlato con molti club, in Francia, in Spagna, in Inghilterra. Parigi, Madrid e Manchester sono state mete ideali mai raggiunte se è vero – e questo risulta – che la Juve non ha ricevuto offerte. Una considerazione che, a otto giorni dalla fine del mercato, sa tanto di sentenza definitiva. Cristiano ha sperato di ricominciare altrove e ha visto il rivale di sempre Messi che, legato fino a luglio a un Barcellona pieno di problemi, si è liberato dalle catene e ha firmato proprio a Parigi, diventando il leader di un Dream Team e il candidato naturale al settimo Pallone d’oro.
E adesso? Udine, che anche sulla cartina gioca larga in fascia, quindi non può essere città di passaggio: per CR7 è inizio o fine. Se nei prossimi giorni il lavoro di Mendes porterà un’offerta, questa rischia di essere la partita dell’addio: uno scenario ora improbabile. Se Ronaldo invece resterà, Udinese-Juventus sarà l’inizio di un nuovo capitolo. Allegri già nella prima conferenza ha detto di aver parlato a Ronaldo, di avergli chiesto saggezza e collaborazione. Questa panchina, a cui Cristiano non si è ribellato, può aprire una quarta stagione, con Cristiano molto importante ma non sovrano assoluto. Quasi una transizione verso una vita nuova.