L’urlo del Maradona «C’è solo un capitano» E lui sa come reagire
Certe situazioni sembra che avvengano di proposito, in momenti poco opportuni, peraltro, quando c’è già tutto un pregresso che crea agitazione. Così, quando Lorenzo Insigne si è presentato sul dischetto per battere il primo rigore, il dubbio è sorto spontaneo: e se dovesse sbagliarlo, cosa accadrà? Quegli attimi sono parsi un’eternità. Poi, quel pallone calciato oltre la traversa, la sua disperazione, colta dalla gente del San Paolo. È stato a quel punto che s’è alzato alto il coro: «Un capitano, c’è solo un capitano», che è echeggiato in tutto il Maradona, a sostegno del capitano. Lorenzo ha continuato a rincorrere il pallone, come se nulla fosse accaduto. Ma dentro di sé avrà sofferto la pena per quell’errore che avrebbe potuto aprire ad una serie infinita di polemiche e interpretazioni. Si sarebbe detto che il ragazzo non c’è con la testa, che la questione del contratto lo sta condizionando al punto tale da fargli sbagliare un rigore. E questi pensieri si sono rincorsi nei 5 minuti che sono trascorsi dal primo errore (sbagliato al 12’) alla trasformazione del secondo rigore (avvenuta al 17’). Gesto forte Quando l’arbitro
Aureliano ha indicato il dischetto, Elmas è corso a prendere il pallone e l’ha consegnato all’attaccante della Nazionale. Un gesto molto significativo della fiducia che i compagni nutrono nei confronti del loro capitano. E Lorenzo non li ha traditi spiazzando stavolta il portiere Maenpaa, e spalancando le porte al successo della sua squadra. A certificare la stima dello spogliatoio, sono arrivate le parole di Koulibaly al termine della partita con il Venezia. «Lorenzo è molto importante per noi, sappiamo che è una situazione molto difficile quando si rimane con un solo anno di contratto, ma lui è concentrato sul Napoli. Lui ha bisogno della passione del pubblico, e si è visto, sono molto felice per lui». Per Insigne c’è stato anche il riconoscimento arrivato da Luciano Spalletti. È stato bravo, ha risolto la situazione da capitano. È un calciatore che se l’è guadagnata sulla pelle la fascia di una squadra come il Napoli. La prestazione? «Un po’ di cazzimma l’amma tené!», ha detto il tecnico, lasciandosi andare ad un primo saggio di dialetto napoletano.