La Gazzetta dello Sport

Hakan infiamma già il derby di Milano

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La squadra ha il motore acceso. Dzeko è un giocatore totale che sa esaltare chi gli sta intorno

iccardo Ferri, colonna della difesa interista per 13 stagioni, è di buon umore dopo il debutto: «Che bella Inter quella che abbiamo visto a San Siro. Bella e coraggiosa. E poi c’erano finalmente i tifosi a colorare lo stadio: con loro cambia tutto, anche quello che fanno i giocatori diventa più prezioso. Io li ho visti bene anche e soprattutt­o dal punto di vista fisico: sta davvero nascendo una squadra con il motore sempre acceso, che va a tutta. In questo debutto, l’Inter ha dimostrato di saper gestire bene le distanze: sa recuperare la palla in posizione avanzata e cercare sempre il fraseggio, sbagliando pochissimo. Ho avuto quasi la sensazione che niente si fosse fermato da maggio: la squadra è una prosecuzio­ne di quella di Conte. Con la stessa fame da campioni d’Italia, ma si sta adeguando alle nuove individual­ità che ha in mano Inzaghi: senza Lukaku non ci saranno più le ripartenze fulminanti, ma un possesso costante. Dzeko ha dimostrato ancora una volta di essere un giocatore totale che sa esaltare i compagni che gli girano intorno: dal solito Barella a Calhanoglu, che ha avuto un impatto ottimo sulla sua nuova squadra, senza scordare Sensi di nuovo al suo livello.

RHA DETTO

l pass di Hakan non è green, è nerazzurro. Può andare dappertutt­o, Calhanoglu perché in 24 ore ha completato l’inseriment­o perfetto nel mondo Inter. Rimpianto milanista, orgoglio interista: non bastava il gol e l’assist all’esordio, contro il Genoa, ieri il turco ha fatto il resto via social, con un post che richiamava l’inno nerazzurro. Da IM Inter a IM Hakan, braccia aperte, voglia di esultare con i nuovi tifosi dentro uno stadio che conosceva già alla perfezione. Hakan infiamma Milano e non solo, tema di discussion­e di bar e spiagge, di prese in giro, di rimpianti poco confessati o al massimo sussurrati. Calhanoglu

Iè la foto di quel che l’Inter ha saputo fare, in piena emergenza e con una disponibil­ità economica pari a zero. È una foto ormai sbiadita con i colori rossoneri. C’è da scommetter­ci, sarà uno dei temi dominanti da qui fino al 7 novembre, il giorno dell’incrocio tra presente e passato, l’ora del derby di Milano.

Inzaghi l’aveva detto, nel giorno della presentazi­one: «Calhanoglu sarà il mio Luis Alberto nell’Inter». Ovvero un uomo da 30 gol negli ultimi quattro campionati. Ecco: se una lacuna aveva, l’Inter della scorsa stagione, era quella di aver ricevuto in dote pochi gol dai centrocamp­isti. Eriksen era un altro tipo di giocatore, Barella e Brozovic avevano altre caratteris­tiche e in fondo altri compiti. Calha all’Inter è libero di inventare e di iniziare un nuovo capitolo della sua carriera, puntando a una doppia cifra che in Serie A non è mai riuscito a centrare. La sfida è lanciata. È a lunga scadenza. Gli interisti godono per lo scippo ai rivali, i milanisti rispondono e aspettano Hakan al varco del derby. Meglio ancora: al varco di una continuità di rendimento che non è mai stato il forte di Calhanoglu. Da una parte è tutto un «hai visto?», dall’altra è l’ora del «vedrete più avanti». Gustosa, come storia.

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LAPRESSE-GETTY Ieri e oggi Calha con le maglie di Milano
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