La Gazzetta dello Sport

Con il blitz negli Emirati ha convinto lo sceicco a prendersi Cristiano

Risolti le frizioni tra l’agente e il portoghese Così la soluzione last minute fa tornare il sereno

- di Carlo Laudisa @CARLOLAUDI­SA

Affabile ed ineffabile. Jorge Mendes, in 25 anni di attività, ha costruito un impero nelle intermedia­zioni facendo valere questa sua doppia anima: soave nei modi, di ferro negli affari. Le sue fortune sono cresciute a braccetto con il successo di Cristiano Ronaldo, ma il più potente procurator­e del calcio con il passare degli anni ha cementato rapporti strategici in tutti i continenti, con gli uomini d’affari più importanti anche fuori dal mondo pallonaro. Così la sua Gestifute è una superpoten­za che ogni anno macina record di introiti, muovendo calciatori e allenatori di tutti i tipi: dallo Special One José Mourinho, appena tornato in Italia, alla Roma, dopo una lunga trattativa segreta con la famiglia Friedkin, al suo altro cavallo di razza Espirito Santu, approdato al Tottenham proprio al posto di Don José.Eppure quest’estate era cominciata in tono minore per il manager di Lisbona che ha trascorso molte settimane inoperose in Algarve, anche se costanteme­nte al telefonino, la sua arma segreta. Chi vive al suo fianco spesso va in confusione: ne cambia almeno quattro e non si capisce mai a quale numero risponda. Nonostante l’impegno di sempre, sinora il bilancio è stato avaro. Pochi trasferime­nti e (soprattutt­o) l’anima in pena di CR7, ossessiona­to dalle indiscrezi­oni a getto continuo sul passaggio del rivale Leo Messi al Psg.

Le varie piste Eppure Mendes ha battuto per primo la pista che porta in Qatar, convinto di dare a Cristiano una nuova chance condita di gloria. Niente da fare. A Doha hanno scelto il brand dell’argentino, anche in vista dell’imminente Mondiale qatariota, l’apoteosi el visionario progetto dell’emiro Al Thani. E Mendes, forte del suo intuito, ha bussato alla porta dei rivali, cioè quella dello sceicco Mansour. Anche il Manchester City rincorre la vittoria in Champions League e l’obiettivo mancato di Harry Kane ha lasciato l’amaro in bocca nelle stanze luccicanti di Abu Dhabi. A tal proposito non sfugga il fatto che ormai, da un decennio a questa parte, Mendes e CR7 siano diventati davvero di casa nella vicina Dubai. Lì sono nati importanti rapporti per il super agente portoghese, che vanno ben al di là dei premi di Globesocce­r di fine anno (magari rivince anche quest’anno).

Con gli inglesi Di sicuro ha stretto un rapporto di ferro con Tkiki Beguirista­in e Ferran Soriano, i manager del Manchester City. Jorge non passa campagna di trasferime­nti senza portare suoi clienti ai Citizen. Stavolta Guardiola ha assistito quasi da spettatore alla trama e secondo molti è rimasto scettico. Eppure il convincent­e Mendes ha confeziona­to un’altra perla.

Tempi Nel 2018 tutto era stato più semplice dopo lo strappo tra CR7 e Florentino Perez: quella volta aveva concordato già a gennaio con il Real la via d’uscita per 100 milioni. Invece con la Juve tutto è avvenuto maledettam­ente più in fretta perché non c’era una folla di acquirenti. E la rincorsa è stata quasi in apnea. In alcuni momenti c’è stata anche qualche frizione tra Jorge e la sua stella, Cristiano. Ma statene certi: li rivedremo sorridenti insieme.

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