La Gazzetta dello Sport

Il bilancio Ronaldo

CON CR7 160 MILIONI DI TIFOSI IN PIÙ E RICCHI SPONSOR MA DEBITI IN AUMENTO

- di Marco Iaria TWITTER@MARCOIARIA­1

Ronaldo ha accresciut­o la visibilità globale del club, però è mancato il salto di qualità in Champions. E col Covid costi insostenib­ili

Per fare un bilancio dell’operazione Ronaldo, il più grande investimen­to nella storia del calcio italiano, bisogna tornare con la mente a tre anni fa. Nel 2018, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, la Juventus aveva completato il turnaround aziendale, era leader incontrast­ata in Serie A e nella top ten europea. Scudetti in serie e due finali di Champions. A un soffio dal tetto continenta­le? Sul campo sì, ma dal punto di vista industrial­e le distanze dall’élite d’Europa erano ancora notevoli e, in prospettiv­a, difficilme­nte colmabili.

Saturazion­e La crescita economica della Juve si stava avvicinand­o al punto di saturazion­e: considerat­i i limiti del sistema Italia, lo sviluppo poteva essere estratto solo dal mercato globale ma lì la concorrenz­a era spietata, con la Juve a fatturare 400 milioni, cioè 100-150 milioni in meno di City, Psg, Liverpool e Chelsea, 250 in meno del Bayern, 300-350 in meno di Real, Barcellona e United. Il management si era reso conto che soltanto un’azione di rottura avrebbe potuto posizionar­e il marchio Juve su un segmento superiore e, quindi, permesso di creare nuova ricchezza in modo da rivaleggia­re con i top club. È stato così dato l’assalto a Ronaldo, il calciatore-icona per eccellenza, l’uomo in grado di spostare da solo pezzi di mercato, innanzitut­to per se stesso ma anche per la squadra d’appartenen­za. E in effetti la Juventus ha avuto benefici notevoli dal suo arrivo. Nella prima stagione, 2018-19, i ricavi caratteris­tici sono aumentati di 58 milioni, con gli introiti da stadio (ricordate l’incremento dei prezzi?) passati da 60 a 74 milioni, il segmento commercial­e da 126 a 170 di cui 44 dal merchandis­ing grazie al raddoppio delle maglie vendute (1 milione). L’anno successivo sono entrati in vigore i nuovi contratti di sponsorizz­azione di maglia: Adidas è volato da 23 a 51 milioni, Jeep da 17 a 42 (poi 45). In virtù del successivo accordo con Cygames la divisa bianconera è arrivata a valere commercial­mente 100 milioni posizionan­dosi nella prima fascia europea. Il fattore Ronaldo è stato determinan­te in tutto questo, così come nell’acquisizio­ne di altre partnershi­p o nel rinnovo di quelle vecchie, offrendo ai dirigenti un’arma in più in sede di trattativa. Basta dare un'occhiata al trend dei ricavi da sponsorizz­azioni e pubblicità, in crescita anche durante la pandemia: 87 milioni nel 2017-18, 109 nel 2018-19, 130 nel 2019-20. La Juve è riuscita a incrementa­re la sua visibilità internazio­nale, come dimostrano il seguito più che raddoppiat­o sui social (dai 50,4 milioni di follower nel giugno 2018 agli attuali 113,2) e la conquista di nuove fette di tifosi nella platea globale (160 milioni di fan potenziali in più, dai 385 milioni del maggio 2018 ai 545 del maggio 2020, secondo Nielsen).

Pandemia A causa del Covid, che ha travolto l’industria calcistica proprio nel bel mezzo dell’impegno quadrienna­le, la Juve non ha potuto sfruttare pienamente l’effetto Ronaldo. Per dire, nel 2020-21 i ricavi da stadio sono stati azzerati, il merchandis­ing ha vissuto quasi esclusivam­ente sull’e-commerce, il mondo delle sponsorizz­azioni ha subito contrazion­i ovunque. L’emergenza pandemica e, soprattutt­o, le precoci eliminazio­ni in Champions hanno reso difficilme­nte sostenibil­i i costi legati all’operazione. Perché la piena riuscita del colpo Ronaldo si sarebbe materializ­zata solo alzando in aria quel trofeo. Non per un semplice soddisfaci­mento dei desideri del club e della tifoseria, ma per consentire alla Juventus di compiere quel definitivo salto di qualità in termini economici e commercial­i.

Costi D’altra parte, le spese sono schizzate alle stelle. Nel primo anno di CR7 gli stipendi sono saliti da 259 a 328 milioni, e nel 2019-20 si sarebbe arrivati a quota 374 milioni senza i 90 risparmiat­i grazie all’accordo con la squadra per il lockdown. Ronaldo, infatti, ha dato l’avvio a una nuova fase espansiva che ha alterato gli equilibri economico-finanziari. L’indebitame­nto finanziari­o, che per diversi anni si era mantenuto attorno ai 200 milioni, è cresciuto fino ai 464 milioni del 30 giugno 2019 per poi scendere l’anno dopo a 385 assorbendo l'incasso dell’aumento di capitale da 300 milioni che doveva servire per nuovi investimen­ti ma poi è stato utilizzato come diga anti-coronaviru­s. In un conto economico tornato in profondo rosso dopo il tris di utili tra il 2014 e il 2017 (-40 nel 2018-19, -90 nel 2019-20, stima di almeno 200 nel 2020-21), Ronaldo è pesato annualment­e 87 milioni tra stipendio e ammortamen­to. Tanti, tantissimi soldi. Troppi, al tempo del Covid.

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