Pioli: «Ritmo, qualità e idee chiare» Il saluto di Gazidis: «Orgoglioso di voi»
uel sinistro con l’accento francese ha già fatto innamorare San Siro. E ha lanciato un messaggio ai grandi bomber della Serie A, Ibra compreso: cari cannonieri, Olivier Giroud è pronto a rubarvi la scena. Tra un gol e l’altro, il Milan scatenato che ha travolto il Cagliari ha sfoggiato tutto quello che Pioli aveva assicurato di aver visto in questi mesi di preparazione, qualità, maturità e senso di squadra, ma da ieri non ci sono più dubbi: adesso il suo Diavolo ha un 9 da scudetto, un centravanti capace di aprire spazi per i compagni, di riempire l’area anche quando manca Zlatan, e ovviamente di segnare.
QChi conosce la storia recente del Milan sa che quel numero ha mandato in crisi anche gli attaccanti più navigati, ma le presunte maledizioni del dopo Inzaghi non hanno avuto effetto su Giroud: non soltanto ha bagnato il debutto davanti ai tifosi rossoneri con il gol, ma ha persino fatto meglio del generatore di tabù più temuto che ci sia. Alla prima a San Siro, vent’anni fa contro la Fiorentina, Pippo Inzaghi ne fece uno, Olivier ha concesso il bis: un diagonale chirurgico su assist di Brahim e un rigore perfetto. «Ho sentito questa storia del numero 9 – dice Giroud
– ma non sono superstizioso e credo in me stesso». Ci sono i gol, certo, ma anche molto altro, e i 32 mila del Meazza hanno avuto modo di appurarlo. Sgolati e contenti, così Olivier li ha rimandati a casa dopo un anno e mezzo senza stadio: prima li ha esaltati creando pericoli costanti dalle parti di Radunovic – il tacco delizioso che manda in porta Leao dopo due minuti, l’appoggio a Saelemaekers da cui sboccia la punizione-gol di Tonali – poi si è
● (fall) L’unione fa la forza, ma anche i singoli non scherzano. Il primo è un concetto sul quale al Milan battono in tanti, a cominciare da Ivan Gazidis, lontano da San Siro perché impegnato nelle cure per sconfiggere la malattia, ma non per questo meno vicino a Calabria e compagni. L’a.d. rossonero, ieri mattina, ha salutato giocatori e allenatore con una videochiamata: «Siete una squadra della quale essere orgogliosi - le sue parole -, che ha sempre dimostrato grande qualità. preso la scena con la prima doppietta da milanista. Manca un’esultanza sotto la curva Sud, il tempo per rimediare non manca.
Dispersi tra gli applausi della bolgia di San Siro – pieno a metà per le restrizioni da zona bianca, ma travolgente come ai vecchi tempi – non sono sfuggiti alle telecamere quelli di Ibrahimovic. Zlatan ha ripreso da dove aveva lasciato, incitando i compagni a bordocampo in te
Ma soprattutto avete evidenziato uno spirito di unità e una volontà speciale, che consolidano la forza del gruppo e permettono di superare tutte nuta “da tribuna”, ma il conto alla rovescia sta per finire, come ricordano i suoi post sui social: alla ripresa dopo la sosta per le nazionali, il totem sarà pronto a riprendersi il suo posto al centro del Milan e la palla passerà a Pioli. Un Diavolo con l’«Ibroud» lì davanti è un’ipotesi che intriga e seduce, ma le suggestioni di mezza estate andranno corroborate come sempre dal campo: Zlatan e Olivier possono coesistere? Giroud dice di sì: «Ibra è le sfide». Il resto lo hanno fatto le magie di Brahim, gli strappi di Leao, oltre alle prove sontuose di Giroud e Tonali: «Ho visto ritmo e qualità, abbiamo le idee chiare – ha detto Pioli a Dazn −. Per un futuro positivo, tutti devono sentirsi titolari. Milan a due punte? Sono aperto a tutte le soluzioni. Nel calcio succedono cose strane, nel primo giorno di raduno ho trovato Tonali, Leao e Krunic cresciuti tantissimo. Hanno avuto bisogno di qualche lezione passata che gli servisse per il futuro». un grande campione, voglio giocare insieme a lui, spero vada come con gli altri compagni». La prossima settimana di allenamenti finalmente condivisi a Milanello permetterà a Pioli di studiare l’assetto migliore per sfruttare il capitale potenzialmente enorme della coppia.
Nei prossimi giorni si aggiungerà materiale anche in mezzo al campo. Per il faccia a faccia in testa alla classifica con la Lazio, tornerà Kessie e non vorremmo essere nei panni di Pioli: a centrocampo saranno in quattro a contendersi due maglie, e il Tonali abbagliante di questo avvio di stagione – ieri è stato osannato due volte, nel prepartita e poi con una standing ovation al momento del cambio con Bennacer - è diventato un’arma in più non solo in mediana, dove ha esibito i colpi e le giocate che avevano stregato il c.t. Mancini, ma anche quando prende la mira da fermo: la prima rete in rossonero, la seconda in assoluto in A, è una perla che ricorda maledettamente il primo centro di Pirlo da milanista. «L’anno scorso le punizioni le tirava Calhanoglu – aveva detto Sandro alla Gazzetta −, adesso sono pronto a prendermi le mie responsabilità». Visto com’è andata, dategliene altre.