Il segreto è guardare cosa hanno in più, non in meno
«Èbellissimo vedere bambini e bambine che si avvicinano al nostro sport e che dopo qualche anno in piscina, inizieranno a coltivare i loro sogni. Il movimento si allarga e noi saremo sempre di più...». Simone Barlaam, ha appena 21 anni, ma una bella testa oltre che un fisico imponente. Pochi minuti dopo avere vinto la sua prima medaglia d’oro a una Paralimpiade regala questo click che fotografa alla perfezione la mission sua e di tutti gli atleti che partecipano a questa edizione di Tokyo 2020.
Inspire a generation era il claim dei Giochi di Londra 2012 che sono quelli che hanno cambiato, nell’immaginario collettivo, la percezione della “gente comune” nei confronti di questi campioni.
Certo quando ti imbatti nella carica di Beatrice Vio tutto sembra più facile. Lei era uno spot globale del mondo paralimpico già molto prima di diventare una campionessa affermata. Oggi sta raccogliendo solo i frutti di quello che ha seminato negli anni. Un vortice di emozioni e di idee: come l’ultima che
riguarda l’Academy che porta il suo nome e che da ottobre inizierà a insegnare lo sport a tanti bambini e bambine a Milano. La sua forza travolgente sulla pedana è la stessa che mette anche con un microfono in mano ed è difficile non rimanere stregati da quell’uragano che ti investe. Ma quante sono le Bebe Vio e i Simone Barlaam che sono nascosti nella squadra italiana? Prendete Arjola Trimi, un altro oro di ieri, due giorni fa aveva dovuto rinunciare alla finale a causa di una spalla disubbidiente che era uscita dal
suo “alloggiamento”. Ieri è tornata in vasca e si è andata a prendere la medaglia più preziosa. «C’è qualcosa nell’acqua di magico che mi fa sentire libera e felice. Questo oro significa molto, ho dovuto fare della resilienza il mio punto di partenza». Il nostro primo approccio verso questi campioni è molto spesso lo stesso «Cosa hanno in meno? Cosa gli manca?». Senza nascondere la disabilità il “gioco” da fare è un altro: cosa hanno di più delle persone cosiddette normodotate?
La loro missione in Giappone è vincere, ma a lasciare il segno sono i valori che trasmettono ai ragazzi