Dopo Tokyo avevo bisogno di riposare: adesso mi sento pronto
SOGNA «GRANDE SLAM OCCASIONE UNICA»
Solo la paura di fallire rende impossibile un sogno. Novak Djokovic ha appreso i primi rudimenti di una racchetta in una piscina dismessa di un resort di montagna mentre tutto attorno piovevano le bombe della guerra in Jugoslavia. Non ha potuto permettersi la paura. Così, quando all’inizio del 2011, dopo aver vinto la Coppa Davis e aver scoperto che la celiachia ne limitava le prestazioni, immaginò di potersi incuneare nel dominio assoluto di Federer e di Nadal e magari fare meglio di loro, non si lasciò spaventare dall’enormità di quell’ambizione: Roger era a 16 Slam, Rafa a 9, lui ne aveva vinto appena uno. Domani, quando in Italia sarà già notte, Nole debutterà agli Us Open essendosi intestato, da quei giorni, altri 19 Major, issandosi a 20 come i grandi rivali: la parità nella leggenda. Tre, però, li ha conquistati quest’anno, e quindi il conto è presto fatto: a New York non giocherà soltanto per staccare Roger e Rafa, ma soprattutto per realizzare un’impresa che travalica i confini del tennis per marchiare a fuoco il romanzo infinito dello sport.
Grande Slam. Due parole che mettono i brividi. Da 52 anni, dalle gesta di Rod Laver, dal punto di vista mentale, sento che ci sono grandi aspettative, che tanta gente guarderà le mie partite. Non voglio dire che sarà adesso o mai più, immagino che avrò altre occasioni per vincere Slam, ma non so se ne avrò altre per completare il Grande Slam, questa sì che è un’occasione unica. Però non voglio mettermi addosso ulteriore pressione rispetto a quella che mi metto da solo, anche se la pressione è un privilegio. Viviamo per trovarci nella posizione unica di vincere gli Slam e fare la storia». elegante come quando dipingeva le sue volée, è pronto ad accoglierlo tra gli immortali: «Quando feci il Grande Slam per la prima volta, nel 1962, Budge (che ci era riuscito nel 1938, ndr) mi disse “benvenuto nel Club, che è molto speciale perché siamo solo in due”. Novak può diventare il terzo, gli stringerò volentieri la mano. Però l’idea dello Slam per me non è mai stata un’ossessione, non ne parlavo mai neppure dopo aver vinto i tre Major precedenti, invece Djokovic da due mesi non si sente chiedere altro: credo che la pressione stia proprio lì e potrebbe diventare un danno, se ce n’è uno. Penso che la pressione sia l’unica cosa con cui Djokovic potrebbe avere problemi, perché in due settimane molte cose possono andare storte».
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