La Gazzetta dello Sport

GRAN MILAN

Cagliari travolto Tonali fa Pirlo: primo gol in rossonero, poi Leao e due reti del francese che chiama Ibra «Ti aspetto» Faivre è vicino

- BOCCI, FALLISI, GARLANDO, GOZZINI, VELLUZZI

Un po’ come il tipo che perde di vista la compagna delle medie, quella bruttina, trascurata, e quando la ritrova, molto cambiata, che fa lo struscio in centro, gli casca la mascella. Tornato allegramen­te a San Siro dopo 18 mesi (32.000 anime), il popolo rossonero ha faticato a riconoscer­e il vecchio Milan che s’inabissò nel primo lockdown sull’orlo di una crisi di nervi, con un mister quasi trombato e il totem Maldini pure, con un gruppo di giocatori tremebondi, scossi dai risultati e dalla contestazi­one.

Ieri quella squadra, rigenerata nei mesi dal cervello e dalla sapienza di Pioli e dal carisma e dalla mistica del lavoro di Ibra, si è ripresenta­ta in versione da urlo. Ha schiantato il Cagliari con quattro gol in un tempo, ha divertito, senza mai fermarsi, ha strappato applausi e ha dimostrato una invidiabil­e facilità di gioco. E senza la mediana titolare (Bennacer, Kessie) e la sua prima stella (Ibra). Il Milan ha appaiato Inter, Napoli e le romane in vetta al campionato. Ha risposto alla goleada della Lazio che affronterà dopo la sosta. La Lazio e poi la Juve che sta 5 punti sotto. Questi due primi scontri diretti daranno una prima sensazione forte sulle ambizioni del Diavolo.

Gattuso e Pirlo Sandro Tonali è forse il simbolo migliore di questa squadra trasformat­a. Ha passato un anno con l’8 sulle spalle urlando al mondo: «Io sono Gattuso!» mentre tutti continuava­no a chiedergli cose da Pirlo, anche perché veniva da Brescia. Schiacciat­o dalle aspettativ­e e dal prezzo d’acquisto, il ragazzo ha faticato. Averlo riconosciu­to, senza alibi: «Non è stata una stagione positiva», è stato il primo passo per risalire. Il taglio di stipendio lo ha alleggerit­o ulteriorme­nte. E nel momento in cui hanno smesso di chiedergli cose da Pirlo, ha cominciato a farle. Vedi la deliziosa punizione del vantaggio (12’). Pioli se n’era già accorto nell’amichevole di Madrid che il ragazzo aveva cambiato testa e cuore. E non era il solo. Anche quella miniera di talento seppellita sotto strati di indolenza che è Leao ha trasmesso al mister segnali di discontinu­ità rispetto al passato. Anche per il portoghese questa può essere la stagione chiave. È stato lui a riportare avanti il Milan dopo il pareggio di Deiola (15’), imbeccato bene da Joao Pedro e agevolato da una delle poche distrazion­i rossonere. Ci ha messo due minuti Leao ad aggiustare il risultato, con un tiro secco dal limite che in realtà ha subito la deviazione fortuita e decisiva di Diaz. Ma, rispetto alla carambola ateniese di Pippo Inzaghi che deviò nella rete del Liverpool la punizione di Pirlo, i criteri sono cambiati e il gol è tutto di Leao.

Il 10 e il 9 Al piccolo Brahim resta il merito di un’altra ottima prestazion­e. La maglia numero 10 che fu di Calhanoglu, come a Genova, è stata tra le più ammirate. A parte il contributo al gol di Leao, ha costruito il terzo di Giroud e ha creato mille situazioni di pericolo con le sue penetrazio­ni centrali e l’abilità nella conduzione palla al piede. A proposito di maglie, brilla il 9 che Olivier Giroud ha osato prendere nonostante le presunte maledizion­i. Era dal 2013, cioè da Mario Balotelli, che un milanista non segnava due gol all’esordio a San Siro. Primo gol da

esecutore gelido, che per esempio Leao non ha saputo essere al 9’ quando Giroud gli ha spalancato la porta con un geniale colpo di tacco. Secondo gol su rigore. Ibrahimovi­c, a bordo campo, lo ha applaudito e lo ha annusato. I due attaccanti hanno l’intelligen­za e la scienza tecnica per coesistere e divertirsi dialogando, girando uno attorno all’altro. Toccherà a Pioli studiare come. Magari con una difesa a 3 e Diaz a ispirare le due torri (3-4-1-2) con Ibra che arretra spesso a dettare e stropiccia­re l’idea (3-42-1). Come fai a rinunciare a Diaz?

Cagliari travolto Questa è la sensazione che conforta Pioli anche più del risultato: questo Milan può crescere ancora molto, recuperand­o i titolari, sfruttando i nuovi acquisti (Bakayoko) e trovando nuove soluzioni tattiche. Intanto, rispetto alla stagione scorsa, è già cresciuto molto, soprattutt­o in imprevedib­ilità. Prima bloccava la fascia destra e si appoggiava quasi solo a Theo che restava alto a sinistra. Ora anche la catena destra spinge molto, con Calabria e Saelemaeke­rs cresciuti tantissimo. Anche perché Hernandez è ancora in vistoso rodaggio (16 palle perse). Se il francese lo scorso anno sembrava un TGV su monorotaia, oggi il Milan è un’autostrada a tre corsie: sfreccia sulle fasce e al centro con Speedy Diaz. È più imprevedib­ile, ha migliorato i tempi delle transizion­i e la continuità del pressing. Insieme al gioco dell’ottimo Pioli crescono le ambizioni. Il Cagliari travolto e tradito dai suoi patriarchi (Godin, Strootman) ha pensato solo a limitare i danni, anche nella ripresa quando si è messo a 4 senza troppa convinzion­e. A volte il Diavolo è più brutto di come lo dipingono.

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(Giroud e Saelemaeke­rs)
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 ??  ?? Il paragone Il primo gol rossonero di Tonali è praticamen­te identico al primo di Pirlo, contro il Parma nel 2002: su punizione, dalla stessa posizione
Il paragone Il primo gol rossonero di Tonali è praticamen­te identico al primo di Pirlo, contro il Parma nel 2002: su punizione, dalla stessa posizione
 ?? LAPRESSE ?? Uomini decisivi Olivier Giroud, 34 anni, e Sandro Tonali, 21, protagonis­ti della vittoria rossonera sul Cagliari: il regista azzurro ha segnato il gol che ha sbloccato la partita, l’attaccante francese ha realizzato una doppietta
LAPRESSE Uomini decisivi Olivier Giroud, 34 anni, e Sandro Tonali, 21, protagonis­ti della vittoria rossonera sul Cagliari: il regista azzurro ha segnato il gol che ha sbloccato la partita, l’attaccante francese ha realizzato una doppietta

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