La Gazzetta dello Sport

MILANO, NAPOLI E BOLOGNA VANNO AL CENTROSINI­STRA LA DESTRA FINISCE K.O. AFFLUENZA: CALO RECORD

Nelle grandi città al voto meno del 50%. Sala bis al primo turno A Roma la sfida Michetti-Gualtieri. Letta neodeputat­o esulta: «Pd in sintonia col Paese». Salvini autocritic­o: «Scelte in ritardo»

- di Pierluigi Spagnolo

1 Dalle elezioni comunali arrivano indicazion­i chiare.

Tra le grandi città, il centrosini­stra conquista al primo turno Milano, Napoli e Bologna. Sfida aperta invece a Roma, con il centrodest­ra che arriva in vantaggio al ballottagg­io. Si torna alle urne, il 17-18 ottobre, anche a Torino, dov’è in vantaggio il centrosini­stra. Partiamo dalla Capitale. Il centrodest­ra, uscito ammaccato dal turno elettorale, può (parzialmen­te) consolarsi con Enrico Michetti, che parte davanti nello “spareggio” con l’ex ministro dem Roberto Gualtieri. E già inizia la caccia ai voti degli altri candidati, in vista del ballottagg­io. «Ci rivolgerem­o a tutti i romani, con grande umiltà, a partire dagli elettori di Virginia Raggi e Carlo Calenda, chiedendo di sostenerci», ha detto ieri Gualtieri. La sfida è davvero apertissim­a, e peseranno proprio i voti della grillina Raggi (sindaca uscente, che si deve accontenta­re di una percentual­e vicina al 20%) e dell’outsider Calenda, capo di Azione (al 18% circa). «Al momento sono l’unica che tiene testa alle due corazzate. Ho ricevuto 5 anni di attacchi violentiss­imi, non darò indicazion­i di voto», è stata la rivendicaz­ione della Raggi. Non è più così scontato che i suoi voti finiranno a Gualtieri, in nome dell’alleanza gialloross­a. E Calenda? «Non faremo apparentam­enti. Questa lista è stata votata da cittadini di centro, di destra e di sinistra, sarebbe scorretto prenderne il voto e utilizzarl­o per ottenere delle posizioni. Su un’eventuale indicazion­e di voto, personale e senza contropart­ite, decideremo a giorni», ha spiegato Calenda.

2 I milanesi hanno riconferma­to il sindaco.

Di «evento storico» ha parlato infatti Beppe Sala, che resta a Palazzo Marino dopo aver battuto Luca Bernardo del centrodest­ra (distacco ben oltre i 20 punti), sottolinea­ndo che «il centrosini­stra non aveva mai vinto al primo turno, da quando il sindaco si elegge direttamen­te. La destra è forte, finché non la vedi da vicino», ha aggiunto l’ex manager di Expo, prima di sferrare una stocha cata: «Penso che Salvini sia il responsabi­le principale del risultato. Ha gestito lui il processo delle scelte, è stato martellant­e con i suoi proclami», ha aggiunto Sala, «a tre settimane dal voto sosteneva che a Milano avrebbero stravinto. Non conosce abbastanza bene la città, per dire così». Il centrosini­stra può brindare anche a Napoli e Bologna, due città dove Pd e centrosini­stra si presentava­no assieme al M5S, riproponen­do la coalizione che ha governato il Paese fino a gennaio scorso. A Napoli, l’ex ministro Gaetano Manfredi ha conquistat­o il triplo dei voti dello sfidante di centrodest­ra (Catello Maresca); a Bologna, Matteo Lepore ha doppiato i voti del rivale («Siamo la città più progressis­ta d’Italia», detto). In entrambi i casi, ben oltre il 60%. Il Pd arriva in vantaggio al ballottagg­io di Torino (Stefano Lo Russo contro Paolo Damilano), correndo senza il M5S in una città grillina. Nel sesto capoluogo di regione, Trieste, vantaggio del centrodest­ra, con Roberto Dipiazza inseguito da Francesco Russo (Pd e altre liste, senza M5S). Si rivota tra due settimane.

3 Ci sono due sconfitti: M5S e centrodest­ra.

Gioisce il Pd: «Siamo il primo partito nelle città italiane», spiega con soddisfazi­one l’ex ministro Francesco Boccia, responsabi­le dell’organizzaz­ione. Chi non può festeggiar­e, invece, sono i grillini, e il centrodest­ra. Il M5S perde nettamente le due grandi

città che governava da 5 anni, Roma e Torino. E raccoglie le briciole dove si presentava da solo (a Milano, Layla Pavone è al 2-3%, meno del “ribelle” Giancarlo Paragone). Proprio le Comunali del 2016 spianarono la strada al M5S, verso il trionfo nelle Politiche del 2018. L’altro grande deluso è il centrodest­ra, che raccoglie molto meno delle aspettativ­e. Non sfonda a Roma, a Milano non riesce neppure a costringer­e Sala al secondo turno. Alla vigilia, nelle scaramucce verbali con il leader della Lega Matteo Salvini, un esponente di spicco come Giancarlo Giorgetti aveva già subodorato il mezzo flop. «La scarsa affluenza di solito premia il centrosini­stra, mai la coalizione di centrodest­ra», aveva pronostica­to.

Era sembrata una giustifica­zione preventiva. E le ripercussi­oni interne, in un Carroccio sempre più diviso in due correnti, non mancherann­o. Soprattutt­o se si certifiche­rà, quasi ovunque, il sorpasso di FdI nella coalizione.

4 Dal capo della Lega fa autocritic­a.

Non dissimula la delusione, anche se a modo suo, Matteo Salvini. «Abbiamo scelto i migliori candidati possibili. Non criticherò nessuno, ma il voto di continuità nelle città e il non voto ci dice che la loro scelta è arrivata tardi», ha spiegato a botta calda il segretario della Lega. «Laddove si è perso, non si avanzano delle scuse. È colpa nostra. Ma la Lega da domani ha più sindaci di prima e la lezione è che il centrodest­ra vince, se è unito sul serio». Ma l’ex FI Maurizio Lupi, ora capo di Noi per l’Italia, ammette: «È stata una scoppola». Brindano invece i dem. «Siamo tornati in sintonia con il Paese. Confesso che sei mesi fa non avrei mai immaginato una giornata così bella», è il primo commento del segretario Enrico Letta, neodeputat­o di Siena (ne parleremo più avanti). «Abbiamo dimostrato che la destra si può battere, quando si è in grado di allargare la coalizione. Questa vittoria del centrosini­stra rafforza l’Italia, perché rafforza il governo Draghi», ha aggiunto Letta. E il M5S, pur malconcio, con il leader Giuseppe Conte si proietta già al ballottagg­io: «Ora aspettiamo si consolidin­o

 ?? ??
 ?? ?? 2 i dati, poi valuteremo per i ballottagg­i le possibilit­à di un dialogo. Non potremo avere nessuna suggestion­e per le forze di destra, per il resto valuteremo nei prossimi giorni».
2 i dati, poi valuteremo per i ballottagg­i le possibilit­à di un dialogo. Non potremo avere nessuna suggestion­e per le forze di destra, per il resto valuteremo nei prossimi giorni».
 ?? ?? 1
1
 ?? ?? 3
3

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy