La Gazzetta dello Sport

BREMER ORMAI È UNA GARANZIA TORO AL SICURO CON IL SUO GIGANTE

È tra i 3 top difensori del campionato per intercetti, recuperi e duelli aerei

- di Mario Pagliara

Scherzava, ma forse nemmeno troppo, Ivan Juric, la sera del 31 luglio, quando nell’anti spogliatoi­o del Roazhon Park di Rennes cominciò a chiacchier­are in maniera informale con qualche cronista e con una manciata di dirigenti. Da una mezzoretta era finita l’amichevole contro i francesi, nel corso della quale al venticinqu­esimo del secondo tempo il tecnico era stato costretto a sostituire Bremer per un colpo preso su quella caviglia destra che si era già gonfiata durante il ritiro. «Quando vedo Bremer a terra mi prende sempre un colpo al petto», commentò quella sera Juric, accennando pure un sorriso. Ne aveva di motivi il tecnico granata per rientrare a Torino con un animo sollevato. Perché, scampato il pericolo, una ventina di giorni dopo Bremer ha potuto riprendere il discorso interrotto a maggio, ricomincia­ndo a stupire il nostro campionato. Dalla sfida contro l’Atalanta in poi questo roccioso difensore ha messo in fila, una dietro l’altra, sei prestazion­i sempre di livello molto alto (è stato assente solo a Firenze). Ha annullato Immobile contro la Lazio e Kean durante l’ultimo derby, ma più in generale ha padroneggi­ato la scena ovunque. Dominante nel gioco aereo, a tratti insuperabi­le nell’uno contro uno, fulmineo nell’anticipo, con una pulizia nell’intervento che sta diventando un marchio di fabbrica: di lui si poteva parlare di sorpresa fino alla scorsa stagione, ormai siamo di fronte a una consacrazi­one. Che sia diventato uno dei migliori difensori centrali del campionato non è più solo una questione di sensazioni, ma ora ci sono i numeri e le statistich­e a certificar­lo.

Collezione di primati

Cuore brasiliano, ma stoffa e scuola da difensore europeo. Sin da bambino si è ispirato a Lucio (difensore dell’epoca del Triplete dell’Inter): è sulla buona strada per somigliarg­li. Determinaz­ione, concretezz­a, solidità, al punto che è raro vedergli “sbagliare” una partita. In questa stagione Gleison Bremer vanta già diversi primati attraverso i quali si riesce, forse, ad inquadrare con esattezza il livello di crescita che ha raggiunto: è, ad esempio, il difensore che in Serie A ha intercetta­to più palloni (24), secondo in Europa solo a Matthieu Udol (27) del Metz. Si piazza sul gradino d’onore del podio tra i difensori del nostro campionato anche in altre due classifich­e di rendimento. È secondo per palloni recuperati insieme a Palomino

dell’Atalanta (hanno entrambi una media di 8,2 recuperi a partita), preceduti solo da Bastoni dell’Inter (media di 8,3). Quando lo si definisce un gigante, non lo si fa a caso: nelle prime sette giornate del campionato ha vinto 23 duelli aerei con gli attaccanti. Meglio di lui in Serie A ha fatto solo Palomino (30). The Wall

Piace a tutti, Gleison Bremer. A tutti gli allenatori che in questi anni si sono passati il testimone sulla panchina del Torino, ai compagni di squadra, anche agli avversari. Perché è uno tosto, determinat­o ma sempre leale. Ha colpito l’occhio anche di tantissimi club italiani e stranieri, com’è normale che sia, ma Gleison e il Toro stanno bene insieme e hanno tutta l’intenzione di allungare un contratto che andrà in scadenza nel 2023. È diventato un muro, c’è chi inizia ad apostrofar­lo “The Wall” per rendere meglio l’idea. Scorrendo i parametri difensivi di questo campionato, Bremer raddoppia o triplica il valore medio dei suoi colleghi nel ruolo dopo queste sette giornate. Già accennato agli 8,2 palloni recuperati in media a partita, dove il riferiment­o medio tra i difensori centrali è di 4,1. Ha vinto 1,17 contrasti a gara (0,72 il parametro medio del ruolo) e ne ha persi pochissimi (0,33 contro lo 0,51 dei colleghi). Nel dribbling non lo superano: 0,17 quelli subiti, 0,5 la media degli altri difensori. I palloni intercetta­ti in media a partita sono 4 (1,02 la media del ruolo), e respinge 0,5 tiri in ogni gara (0,39 è la media degli altri difensori).

Mai così forte

Da quando il Torino andò a scovarlo all’Atletico Mineiro nell’estate 2018, anni in cui era un perfetto sconosciut­o, Bremer è stato il calciatore granata che è cresciuto di più e in maniera progressiv­a. Da giovane promessa con Mazzarri a sorpresa con Longo, da rivelazion­e con Nicola a top difensore con Juric: oggi ha iniziato la sua migliore stagione di sempre. Volendo costruire un confronto sul suo rendimento nelle prime sette giornate attuali rispetto allo stesso periodo delle precedenti due annate, da quando è un titolare, il salto di qualità è evidente: quest’anno ha compiuto 49 recuperi (erano 31 nel 2020, 17 nel 2019), ha fatto 24 intercetti (13 nel 2020, 10 nel 2019), ha vinto 40 duelli (21 nel 2020, 19 nel 2019). Quel timido ventunenne che il Toro accolse a Bormio in una serata di luglio tre anni dopo è diventato il più forte di tutti.

 ?? LAPRESSE ?? Si ispira a Lucio Gleison Bremer, 24 anni, è un difensore centrale brasiliano: al Torino è arrivato nell’estate 2018. In granata ha giocato in totale 83 partite, in tutte le competizio­ni, segnando 11 gol e realizzand­o anche 4 assist.
LAPRESSE Si ispira a Lucio Gleison Bremer, 24 anni, è un difensore centrale brasiliano: al Torino è arrivato nell’estate 2018. In granata ha giocato in totale 83 partite, in tutte le competizio­ni, segnando 11 gol e realizzand­o anche 4 assist.

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