La Gazzetta dello Sport

Quanto manca il centravant­i Aggrappati solo a Chiesa «Dobbiamo essere più cinici»

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Senza Immobile e Belotti, i «falsi nove» non funzionano Fede: «Grande Spagna, ma questa sconfitta non ci ferma»

siamo sempre lì: il gol che diventa rarità, il centravant­i che diventa un fantasma. Non c’è, non si vede, o si vede male. E guardiamo Ferran Torres sospirando: averlo, uno così. Avere un killer che qualunque c.t. manderebbe in campo, ma poter avere anche il magnifico dubbio di doverlo scegliere perché non ci sono Morata e Gerard Moreno. Anche a Mancini ne mancavano due, Immobile e Belotti, e anche per questo alla fine aveva scelto la soluzione senza punta centrale. Ma è la storia recente a dire che non è la stessa cosa: al c.t. quel dubbio - mi manca un centravant­i - rovina la serenità assoluta nel lavoro da un bel po’. E ce l’ha avuto anche quando il problema non è stato di uomini: ieri è stata la prima volta dall’inizio senza un “nove” vero, ma abbiamo comunque vissuto di rimpianti. E quando la sua Italia si è ritrovata di nuovo a scarpinare in salita, si è trovata senza un uomo a cui appoggiars­i. Si è aggrappata alla corsa di Chiesa, ma non è bastato: «Prima sconfitta dopo tante partite: ci stava - dice lo juventino -. Grande merito alla Spagna, che ha fatto una grandissim­a partita. Noi potevano essere più cinici in alcune situazioni, fare gol su ripartenza nel primo tempo. Ci teniamo il buono: abbiamo dato il massimo fino alla fine. E questa sconfitta non ci ferma». Federico ha più di un rimpianto sul rosso a Bonucci: «In campo internazio­nale raramente ho visto due gialli dati con tanta facilità. Soprattutt­o il primo

Eè gratuito: è il capitano, è normale protestare su un fallo che non c’era».

Il gol “regalato” da Chiesa a Pellegrini resta solitario. L’ultima volta che l’Italia ha segnato più di due gol è stato dieci partite fa, contro la Svizzera alla seconda gara dell’Europeo: 3-0. Ma c’è di più: fu anche l’ultima volta con la firma di un centravant­i, Immobile, che segnò a partita già in tasca grazie ad un centrocamp­ista, Locatelli. Poi una lunga serie di gare governate, quando non dominate, ma mai messe al sicuro.

A segno Pellegrini: «Gli episodi non hanno girato a nostro favore. Ma il futuro sarà bello» Andiamo a ritroso, lasciando da parte i 5 gol alla Lituania che fanno testo fino ad un certo punto. Nei 90’: zero gol con la Svizzera; uno con la Bulgaria di un esterno, Chiesa; uno con l’Inghilterr­a di un difensore, Bonucci; uno con la Spagna, ancora di Chiesa; due con il Belgio di Barella e Insigne, sempre un centrocamp­ista e un esterno; zero con l’Austria; uno con il Galles di una mezzala, Pessina. E ieri un centrocamp­ista offensivo: Pellegrini. Il romanista non può goderselo: «C’è rammarico perché si poteva fare bene, queste gare sono decise da episodi che stavolta non sono andati a nostro favore. Però abbiamo dimostrato di essere gruppo e il nostro futuro sarà bello e pieno di vittorie».

Servirà ritrovare un centravant­i, si diceva. A proposito di conforto della storia, il c.t. non aveva elementi per dare fiducia dall’inizio a Raspadori e a Kean: così già dopo 20’ ha mischiato come ha potuto le carte alternativ­e che aveva scelto. Un po’ meglio quando l’incerto Bernardesc­hi si è spostato in una zona per lui più confortevo­le, a destra. Ma a quel punto al centro ha iniziato ad annaspare Insigne: che ha avuto la chance più clamorosa per l’1-1, da centravant­i puro, ma ha tradito il disagio di una posizione che non è sua. Lo è un po’ più di Kean, ma quando lo juventino è entrato la partita era già una montagna da scalare e l’unico brivido prima dell’1-2, quando Chiesa ha colpito il palo, è stato un fake: lo juventino era in fuorigioco. E comunque era arrivato galoppando da destra: magari davvero un giorno, come profetizza Allegri, sarà un centravant­i, buono anche per l’Italia. Un giorno, chissà: ma oggi? 3’10”

 ?? LAPRESSE ?? Il grande rimpianto La disperazio­ne di Federico Chiesa, 23 anni, dopo una occasione per gli azzurri: lo juventino è stato il migliore dell’Italia
LAPRESSE Il grande rimpianto La disperazio­ne di Federico Chiesa, 23 anni, dopo una occasione per gli azzurri: lo juventino è stato il migliore dell’Italia

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