Per l’Argentina pass più vicino Ma quante ombre senza re Messi
Dopo l’1-0 contro l’Uruguay è a tre punti dalla qualificazione E martedì notte c’è il Brasile
«Avolte conta solo il risultato, non si può sempre essere anche belli», parola di Lionel Scaloni al termine della sofferta vittoria di misura contro l’Uruguay. La schiettezza del c.t. dell’Argentina fa leva su una qualificazione mondiale che adesso è davvero a un passo (distante appena tre punti per l’esattezza), ma senza ignorare la povera immagine lasciata nella serata di Montevideo da una truppa che, priva di Messi per 75’, è parsa fragile e spaesata. L’1-0 ottenuto grazie a una magia di Di Maria dopo oltre 80’ di apnea per resistere agli attacchi avversari, frenati solo dal legno (su destro al volo di Suarez) e dai prodigiosi riflessi di Martinez, è comunque valso il 26° risultato utile consecutivo, dato che certifica la personalità e la solidità del gruppo costruito da Scaloni. Che però non può ignorare i tanti cortocircuiti di venerdì sera.
No Messi, no party Il filotto di risultati collezionati dopo il k.o. contro la Seleçao nella semifinale della Coppa America 2019, ultima sconfitta per Messi e compagnia, è al momento la seconda miglior striscia positiva nella storia della nazionale albiceleste. Meglio ha fatto solo la Seleccion di Alfio Basile, rimasta imbattuta per 33 partite tra il 19 febbraio 1991 e l’8 agosto 1993 (conquistando anche due Coppe America). Ma il drastico cambio di volto senza la Pulce, impiegato solo nell’ultimo quarto d’ora a causa della condizione ancora non ottimale, racconta di una “messidipendenza” ancora radicata. Dybala, il vice designato, ha sprecato l’ennesima occasione, complice anche una botta al piede rimediata dopo una ventina di minuti. Lautaro si è smarrito nella morsa di Gimenez e Godin confermando il momento negativo che si trascina da oltre un mese, data dell’ultima rete (realizzata proprio in nazionale). Ma sono solo i casi più eclatanti, perché a Montevideo ha steccato un po’ tutta la truppa. Il rientro (scontato) di Messi dal primo minuto nella supersfida di martedì notte contro il Brasile, riedizione dello scontro frustrato il 5 settembre dall’irruzione in campo delle autorità sanitarie brasiliane, rappresenta una garanzia. Il morale è logicamente alle stelle e Scaloni potrà contare sul gruppo al completo, compreso quel Dybala uscito acciaccato venerdì notte. L’obiettivo in casa albiceleste è quello di strappare il pass mondiale il prima possibile, così da potersi dedicare con più serenità a quel processo di rinnovamento che Scaloni ha avviato dal suo arrivo in panchina. Perché la Pulce non è eterna e la Seleccion dovrà per forza imparare a camminare anche senza il suo “Messia”.