La Gazzetta dello Sport

Zlatan pronto a partita in corso Svezia all’assalto della Spagna

I gialloblù devono vincere: Ibrahimovi­c verso la panchina

- Di Filippo Maria Ricci INVIATO A SIVIGLIA (SPA)

Tutto gira intorno a Ibrahimovi­c. Stasera alla Cartuja di Siviglia Spagna e Svezia si giocano il passaggio diretto a Qatar 2022 ma il centro di gravità permanente della sfida è sempre lui, quest’uomo di 40 anni che oggi è chiamato alla terza partita in 8 giorni, dopo il derby a Milano e l’inattesa batosta a Batumi, Georgia, di giovedì scorso. Tanti chilometri in aereo, tanti minuti in campo, e quella delusione tremenda: il 2-0 che ha rovesciato la vetta del girone con la Spagna che stasera potrà anche pareggiare per mantenere il primo posto mentre la Svezia se non vuole andare ai terribili spareggi primaveril­i è obbligata a vincere.

I precedenti L’ha già fatto: il 2 settembre scorso a Solna la formazione di Andersson ha battuto 2-1 quella di Luis Enrique. E quattro mesi fa sempre qui alla Cartuja all’Europeo finì 0-0, con palla e critiche alla Spagna e palo della Svezia. In quelle due partite Zlatan Ibrahimovi­c non c’era. Isak giocò una volta con Berg e l’altra con Kulusevski. «Non vi dico nulla»: il c.t. svedese ieri ha alzato un muro attorno alle intenzioni odierne in merito all’utilizzo di Ibra. «Non vi dico se può giocare 90 minuti, e in caso se è meglio che parta dall’inizio o entri a partita in corso. La domanda è interessan­te ma non voglio dare vantaggi agli amici spagnoli, non voglio rivelare nulla. Come sta mentalment­e? Benissimo, ha un atteggiame­nto positivo e vuole dare una mano alla nazionale». Al di là della pretattica, sembra comunque che Zlatan stavolta comincerà in panchina: davanti dal 1’ la Svezia si presenterà con la coppia IsakKuluse­vski.

«Decido io» Ad Andersson hanno anche chiesto chi decide se il milanista gioca o no: «Non so come siete abituati voi qui in Spagna, ma in Svezia decide l’allenatore, quindi io». In Svezia il dibattito sull’opportunit­à di aver fatto giocare Ibra per 90 minuti in Georgia quando la vera finale è quella di stasera è apertissim­o e «caliente» per usare un termine vicino alla cultura locale. «No comment – si è difeso Andersson –. Per me Zlatan giovedì ha meritato la sufficienz­a e comunque io voglio vincere tutte le partite. Valeva giovedì, è ancora più valido contro la Spagna». Luis Enrique si è mantenuto al margine della questione: «Se Ibra gioca o no non dipende da me. Io posso solo dire che mi piace affrontare i migliori, e riconoscer­e che con Ibra il gioco diretto e lungo della Svezia guadagna parecchio, così come il loro potenziale offensivo».

Il parere di Busquets

Del milanista ha parlato anche Busquets: «Della stagione insieme a Barcellona ho ottimi ricordi: eravamo diventati amici, lui sperava di restare con noi più a lungo ma il calcio è imprevedib­ile. Era un altro giocatore. Poi è andato in un campionato minore ma ha avuto la forza di tornare nell’élite del calcio e vi assicuro che non è facile giocare a questo livello a 40 anni. Ha tutta la mia ammirazion­e. A me piace il calcio e mi diverto a guardar giocare Ibrahimovi­c nel Milan. Immagino si diverta anche lui, e sono certo che continuerà a scendere in campo finché corpo e mente glielo permettera­nno. Se è qui con la Svezia non è certo per caso, ma per ciò che sta facendo col Milan. Come amante del calcio sono sinceramen­te contento che le cose gli vadano bene, come avversario spero di riuscire a fermarlo». Tutto gira intorno a Zlatan Ibrahimovi­c, un 40enne alla ricerca del terzo Mondiale, a vent’anni di distanza dal primo.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy