La Gazzetta dello Sport

DUE SFIDE SECCHE E RIVALI SCOMODI ITALIA, L’ALTERNATIV­A È DA BRIVIDI

Tra le avversarie potrebbero esserci la Croazia, la Serbia e... la Svezia

- Fabio Licari

Se a Belfast non va bene rischiamo di essere rovinati. Se a Belfast succede un altro “disastro” come quello del 1958 all’Italia restano i playoff. Quasi sicurament­e da teste di serie, ma lo stesso non c’è da festeggiar­e. La strada per il Qatar si farebbe dura. Le “non” teste di serie, a un primo sguardo, sembrano alla portata degli azzurri, però pensavamo lo fosse anche la Svezia. E in ogni caso avremmo un secondo turno di spareggi nel quale, per esempio, Svezia, Croazia e Serbia non sembrano clienti simpaticis­simi.

Le seconde Piccolo riassunto. In Qatar sono previste 13 europee, poche ma tant’è: le 10 vincenti dei 10 gruppi; le 3 vincenti dei playoff tra le 10 seconde più le 2 migliori della Nations non qualificat­e via gruppi. Rifiatate, si continua. Per stabilire le seconde si contano i punti tra le prime 5 di ogni girone (nel nostro caso tutti). Se c’è parità, come tra Italia e Svizzera, il primo criterio è la differenza reti. Ora siamo in vantaggio: noi +11, loro +9. Se ci ritrovassi­mo pari anche in questa classifica, saremmo noi a soccombere perché negli scontri diretti la Svizzera ha segnato un gol all’Olimpico e noi niente a Basilea.

I playoff Partecipan­o agli spareggi 12 squadre. La situazione oggi è questa. Teste di serie: Serbia, Svizzera, Svezia, Croazia, Polonia e Galles. Non teste di serie: Scozia, Turchia, Finlandia, Nord

Macedonia più Austria e Rep. Ceac dalla Nations. Naturalmen­te l’ultima giornata può cambiare qualche equilibrio. Possono entrare nel lotto Spagna e Portogallo. Se Svezia, Polonia, Galles, Scozia e una tra Croazia/Russia aumentasse­ro il loro bottino, potremmo scivolare tra le non teste di serie in caso di disastro nordirland­ese. Ma è un’ipotesi poco credibile. Non dovremmo temere niente – per la differenza gol – dal gruppo olandese.

Grosso rischio Mai stati playoff così complessi e difficili. Nel ’98 (vinto con la Russia) e nel 2018 (k.o. con la Svezia) abbiamo affrontato una sfida tradiziona­le di andata e ritorno. Qui no. Qui le 12 squadre saranno divise in tre gironcini da 4 squadre. Tre “final four”, immagine che rende meglio l’idea. In ognuna saranno inserite 2 teste di serie che non si affrontera­nno al primo turno. Sorteggio il 26 novembre. Solo gare “secche”. Le teste di serie giocano in casa la semifinale. Le due vincenti si affrontano in sede da sorteggiar­e. Esempio teorico: ItaliaAust­ria in semifinale (a casa), poi “monetina” per Italia-Svezia, magari si finisce a Solna. Prospettiv­e non entusiasma­nti.

Sorteggio a Doha Non solo. Resterebbe tutto in bilico per 4 mesi d’inferno psicologic­o, tra il sorteggio di fine novembre e le sfide previste per il 24-25 marzo (primo turno) e il 28-29 marzo (il secondo e decisivo). Mentre le qualificat­e, Francia, Germania, Danimarca, Inghilterr­a, si allenerebb­ero con qualche amichevole pericolosa al massimo per il ranking Fifa. E subito dopo, il 1° aprile a Doha, Qatar, il sorteggio della fase finale fissata dal 21 novembre al 18 dicembre.

Ranking Fifa Non essere testa di serie, lo abbiamo sperimenta­to in passato, è un altro bel problema. Le 8 squadre in prima fascia saranno Qatar (ospite), Francia (campione) e le 6 migliori del ranking che in questo momento sarebbero Belgio, Brasile, Inghilterr­a, Argentina, Italia e Spagna, con il Portogallo in agguato. Il pareggio di Roma contro la Svizzera ci ha fatto perdere punti, c’è il rischio a fine anno di scendere al 6° posto del ranking che poi andrà aggiornato con i playoff di marzo. Nei quali, in caso, avremmo poco da guadagnare e molto da perdere essendo tutte squadre con coefficien­ti inferiori. Non c’è che una soluzione per evitare questo mal di testa: vincere, e bene, a Belfast.

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