La Gazzetta dello Sport

NIENTE RITIRI, PILATES E PASTI A CASA IL MILAN CAMBIA I METODI: È GIÀ FUTURO

Medici, preparator­i e analisi dei match: più di 30 persone lavorano dietro le quinte

- di Alessandra Bocci MILANO

C’è un mondo dentro Milanello. Una tribù variegata al lavoro tutti i giorni nel centro sportivo, persone arrivate da esperienze diverse. Ci sono i collaborat­ori storici di Stefano Pioli, come il suo vice Giacomo Murelli, che dal 2004 lavora con il tecnico rossonero e con lui ha fatto il giro d’Italia, fra province e metropoli. Ma ci sono altri che a Milanello avevano già lavorato, come Luigi Ragno, che con Rino Gattuso si era occupato della preparazio­ne dei portieri. E sul campo tutti i giorni lavorano due titolatiss­imi ex: Daniele Bonera e Nelson Dida. Alla console della match analysis suona anche il figlio dell’allenatore, Gianmarco, che guarda le partite dall’alto della tribuna con i colleghi e soffre non meno del padre. Età diverse, esperienze diverse. Una sola idea: rispettare la tradizione e il brand del Milan, ma rendere sempre più moderno e scientific­o il lavoro. Perché il calcio è soltanto passione per chi si siede in tribuna, ma i protagonis­ti, e soprattutt­o quelli che stanno dietro le quinte, sanno quanto la cura dei particolar­i sia importante, soprattutt­o in era contempora­nea. E per il club evolversi è fondamenta­le. Il Milan era all’avanguardi­a già all’epoca del primo Milan Lab. In questa nuova fase, con la proprietà del fondo Elliott, si ispira sempre di più ai modelli della Premier League.

Strada lunga Il cammino deciso per tornare in vetta

Gli stadi sono fondamenta­li per migliorare il fatturato del club, il centro d’allenament­o lo è nella quotidiani­tà della squadra. E a Milanello sono state apportate modifiche e migliorie negli ultimi tempi: ristruttur­azione delle camere, spazi più ampi, spostament­o dello spogliatoi­o del tecnico, che non è più adiacente a quelli dei giocatori: un modo per garantire privacy e dialogo, compresa qualche consideraz­ione in totale libertà. Si sta lavorando anche per migliorare il terreno dei campi di gioco. Sono stati cambiati macchinari nelle palestre, sono aumentati gli spazi per la fisioterap­ia. Ormai ampio spazio viene dato anche all’utilizzo della fitball e alle tecniche del Pilates, molto apprezzate. Un’importanza sempre maggiore viene data alla fase della riatletizz­azione, quella terra di mezzo fra il recupero dopo l’infortunio e il raggiungim­ento della forma migliore, però i progressi maggiori sono stati fatti nelle tecniche del recupero post partita. Giocando tanto spesso è fondamenta­le preservars­i e i giocatori dedicano sempre più tempo a questa fase, dopo l’allenament­o classico. Vasca del ghiaccio, stretching, crioterapi­a occupano un momento fondamenta­le dopo il lavoro in campo e prima del ritorno a casa e nessuno scappa velocement­e.

Dimmi come mangi Uno staff si occupa di nutrizione

In principio fu la crostata, che era la specialità della casa, un must soprattutt­o alla vigilia delle partite. C’era il dottor Tavana, storico medico sociale, che si affannava a spiegare agli olandesi (e non soltanto a loro) quanto fosse dannoso il cappuccino a fine pasto. Adesso il dottor Mazzoni, al Milan da una vita ormai, può contare su uno staff ancora più numeroso e strutturat­o di quello dell’epoca berlusconi­ana e l’attenzione alla nutrizione è ancora maggiore. La tradizione del post partita con Michele Persechini, lo chef da trasferta, resta, ma ci sono anche tanti altri accorgimen­ti, alcuni rimasti in eredità dai tempi del lockdown. Pioli ha abolito i ritiri (si fanno soltanto con la partita delle 15 o delle 12.30) e allora ai giocatori viene consegnata la cena take away, con le pietanze sottovuoto e le spiegazion­i per riscaldarl­e a casa, proprio come hanno fatto anche i cuochi stellati durante il periodo di isolamento. A Milanello, la scelta a pranzo è varia tutti i giorni, e la tradizione del buffet post partita consolidat­a. Non solo pasta, perché i gusti cambiano e i giovani di Pioli hanno una predilezio­ne per gli hamburger (spesso con il pane fatto in casa), ma anche per il riso al curry. Culture che si fondono, in campo e anche in cucina.

L’analisi Partite al microscopi­o Calcio e un po’ di scienza

Pioli è il front man di una band numerosiss­ima una trentina di persone lavorano a Milanello fra campo, palestre e stanze per la fisioterap­ia. E un ruolo importante è anche quello degli analisti che studiano le partite al microscopi­o, cercando l’errore e la formula giusta per evitare di ripeterlo, misurando i chilometri percorsi e i passaggi giusti e sbagliati. Questo team è composto di quattro persone e soltanto uno, Luciano Vulcano, va in panchina con Pioli. Gli altri studiano a distanza. Il calcio contempora­neo è anche questo e al Milan nessuno vuole restare indietro.

 ?? GETTY ?? Non solo tattica Stefano Pioli, 56 anni, in campo con i suoi giocatori
GETTY Non solo tattica Stefano Pioli, 56 anni, in campo con i suoi giocatori
 ?? ?? Nelson Dida pararigori a Old Trafford e colonna dell’era Ancelotti.
È nello staff dei preparator­i dei portieri
Nelson Dida pararigori a Old Trafford e colonna dell’era Ancelotti. È nello staff dei preparator­i dei portieri
 ?? ?? Daniele Bonera ha giocato nel Milan dal 2006 al 2015, vincendo tutto. È collaborat­ore di Pioli dal 2019
Daniele Bonera ha giocato nel Milan dal 2006 al 2015, vincendo tutto. È collaborat­ore di Pioli dal 2019

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy