La “cura” Juric e lavoro speciale per ritornare la freccia del Toro
Prima della sosta è apparso stanco ma ora al tecnico serve il suo sprint
Il Toro deve ripartire a tutta velocità? E allora Wilfried Singo si sta rifacendo il motore. L’esterno di destra si sta sottoponendo di buon grado in questi giorni alla cura Juric, un programma specifico di allenamenti per ricaricare le pile. Nelle ultime quattro partite è stato sempre sostituito perché l’allenatore lo ha visto molto provato. Contro il Genoa è durato 59’, a San Siro col Milan e a La Spezia 74’, con la Samp è uscito dopo 53’, cioè un minuto dopo aver segnato il 2-0 con formidabile cavalcata in contropiede. Minutaggio in netto contrasto con la fase iniziale del torneo dove Singo ha fatto per intero sei partite e poi 77’ col Sassuolo e 72’ a Venezia. Parliamo di un titolare fisso, dodici presenze su dodici e sempre dall’inizio.
Forza e resistenza Ma anche i cavalli di razza sono soggetti alla stanchezza, all’usura. E così questa sosta del torneo è capitata a fagiolo. L’ivoriano sta lavorando su forza e resistenza, un allenamento simile a quello che si fa nel precampionato. Tornerà tirato a lucido, garantito. Del resto in attesa che migliori sul piano tecnico affinando il tocco e la precisione nei passaggi di rifinitura (ha comunque sfornato finora due assist e un gol), la sua arma migliore è proprio il fisico, quella capacità di fare su e giù sulla fascia per poi piazzare la progressione inarrestabile. I suoi ultimi test e infine la prova opaca di La Spezia hanno consigliato a Juric di metterlo sotto, approfittando del fatto che a questo giro non è stato chiamato dalla nazionale della Costa d’Avorio impegnata nelle qualificazioni a Qatar 2022 contro Mozambico e Camerun.
Scoperta estiva Singo a livello di nazionale è una scoperta recente, risale allo scorsa estate quando per arrivare puntuale nel ritiro granata il ragazzo fece un break di appena due settimane. E nelle ultime uscite avrà appunto pagato quello sforzo. Il tecnico granata si augura che l’allenatore degli ivoriani, Patrice Beaumelle, si “dimentichi” di chiamare Singo anche per la prossima Coppa d’Africa, programmata in gennaio. Gli Elefanti hanno una buona squadra e quindi possono arrivare in fondo il che per il Toro significherebbe perdere l’esterno destro da fine dicembre al 6 febbraio. Con innegabili ripercussioni perché Vojvoda, il sostituto più naturale, ha caratteristiche più difensive che offensive mentre per gli schemi di Juric è fondamentale la spinta dalle fasce. A tal riguardo, le statistiche di questa prima fase del campionato hanno rivelato le qualità in palleggio di Koffi Djidji, diventato inamovibile per Juric ma pure bravo a distribuire passaggi. Il francese è il quarto giocatore di movimento più impiegato (834’) dietro Bremer,
Lukic e appunto Singo (949’) e nel calcolo dei passaggi progressivi, cioè quelli che spostano il pallone verso la porta avversaria di almeno nove metri dal punto più lontano degli ultimi sei tocchi, si trova appaiato a Pobega al quarto posto.
La precisione Quindi Djidji non solo fa pervenire ai compagni appoggi precisi ma è uno dei migliori costruttori perché fa guadagnare campo. Con questo supporto posizionato dietro di lui, Singo può avventurarsi con relativa tranquillità nella metà campo avversaria. Il suo guardaspalle Djidji ha intercettato 26 palloni, secondo solo a Gleison Bremer che regna al vertice della Serie A. Sui recuperi palla (100) il francese è tredicesimo in assoluto e bisogna tener presente che il Toro continua ad essere la terza squadra meno battuta, e la prima per tiri concessi e falli commessi: non si va a impensierire il portiere Milinkovic, con le buone o le cattive.
Filotto Con il conforto di questi rilievi statistici, la ripresa del campionato può riservare alla squadra di Juric un filotto positivo in grado di proiettarla in alto. Tra l’Udinese (posticipo di lunedì 22 novembre) e l’Inter (a San Siro, 22 dicembre) ci saranno due trasferte (Roma e Cagliari) e tre match casalinghi con Empoli, Bologna e Verona: può essere la svolta del campionato granata.