Con la Svizzera tradite le idee di Mancini L’Italia deve ritrovare subito il suo gioco
Forse gli azzurri di Mancini ci avevano abituato troppo bene. Forse sono entrati in campo troppo tesi. In ogni caso la prestazione non è stata delle migliori. Il pareggio con la Svizzera è stato giusto e ha premiato la nazionale elvetica, autrice di un ottimo primo tempo e dotata di un grande spirito di squadra che ha esaltato il collettivo e la qualità dei singoli. Si spera che gli azzurri non siano caduti nella “trappola” del successo, che significa pensare di essere imbattibili a prescindere. Le squadre italiane, in generale, hanno sempre dato il meglio di sé quando temevano il rivale o nei momenti di difficoltà.
C’è da dire che per noi la Svizzera è sempre stata un’avversaria ostica. Nell’ipotesi che i ragazzi di Mancini abbiano preso sotto gamba e con un po’ di presunzione i rivali, possiamo comunque far tesoro di questo risultato non positivo, che ora può spingere i nostri giocatori a ritrovare la modestia e la strada che ha consentito loro di diventare campioni d’Europa.
L’incontro ha visto una Svizzera audace e grintosa che ha aggredito gli azzurri frastornati dalla sua velocità, dalle ripartenze e dal pressing.
Gli uomini di Yakin per quasi tutto il primo tempo si sono dimostrati più reattivi, aggressivi e più squadra. Ci hanno rubato l’idea aggredendoci in casa nostra e dimostrando un’ottima organizzazione e collaborazione.
Il nostro gol del pareggio è avvenuto su calcio d’angolo grazie anche all’errore di Sommer. Dal trentacinquesimo gli azzurri, pur con i centrocampisti non al meglio e con gli attaccanti poco serviti e a loro volta non brillanti, hanno preso coraggio e fatto vedere un po’ di gioco, ma senza particolari acuti. Gli svizzeri sono stati un collettivo nello spirito e nel gioco, mentre gli
azzurri, specialmente nel primo tempo, hanno tradito il lavoro e le idee del c.t.
Si è sperato che gli azzurri dormienti e in ritardo nel primo tempo si scatenassero nel secondo, dove in effetti si è vista una leggera supremazia dell’Italia, anche grazie a un calo degli avversari, ma le occasioni sono state assai carenti. Insigne si è mosso poco, così dicasi di Chiesa, mentre Belotti era partito benino ma poi si è spento. La difesa scarsamente protetta e con scarso filtro a centrocampo ha traballato specialmente nei primi 35 minuti. Importanti sono stati gli ingressi di Tonali e soprattutto di Berardi, forse l’unico degli attaccanti che ha dato fastidio alla difesa avversaria e ha propiziato il rigore, purtroppo sbagliato da Jorginho. Errare humanum est. Ora gli uomini di Mancini sono attesi da un incontro non semplice: domani contro l’Irlanda del Nord bisogna vincere, possibilmente segnando diversi gol. Roberto ha dato un gioco brillante e innovativo come poche volte è capitato di vedere in questo “vecchio” Paese. Un gioco che ha nascosto eventuali limiti e ampliato il bagaglio di conoscenze degli azzurri.
Il c.t. è riuscito a creare un collettivo in continua evoluzione, dove ogni giocatore partecipa alla fase difensiva e offensiva, è polivalente ed è collegato ai compagni da un filo invisibile che è il gioco. Purtroppo di tutto questo con la Svizzera si è visto ben poco. Pertanto ragazzi non tradite voi stessi, il vostro bravo tecnico e tutti i tifosi che vi sono grati per la generosità e le emozioni che ci avete regalato nel recente passato. Domani è un altro giorno, in bocca al lupo cari eroi, e ricordate che essere dei protagonisti significa trovare sempre le motivazioni grazie alla propria cultura e mentalità.