Samba Hamilton
Servono 24 ore per squalificare il 7 volte iridato (drs irregolare). L’inglese si scatena nella gara sprint, Max secondo ma oggi con Lewis 10o al via può allungare
uperare quindici macchine in ventiquattro giri non è umanamente possibile. Lo diventa se ti chiami Lewis Hamilton. La mini gara di Interlagos si trasforma in un maxi spettacolo grazie al fenomeno della Mercedes, capace di una rimonta pazzesca in cui è sembrato davvero di rivedere il grande Ayrton Senna, suo eroe dell’infanzia. Il giro magico con cui aveva dominato le qualifiche di venerdì a Interlagos è stato cancellato ieri dalla retrocessione della Mercedes numero 44 per irregolarità all’ala mobile posteriore, obbligandolo a partire dal fondo dello schieramento. Ma Lewis non si è dato per vinto. Ha lottato con il cuore risalendo fino al 5° posto con una serie impressionante di sorpassi: su Alonso, su Ricciardo, su Gasly e soprattutto su Leclerc e Norris, che lo hanno costretto a due staccate da brividi alla curva 4 e alla curva 1. Alla fine, il fuoriclasse inglese ha tagliato il traguardo vicinissimo alla Red Bull di Sergio Perez, che era partito terzo (!). Senna sarebbe stato fiero. «Mi sono divertito tantissimo, non mi sono fatto abbattere dalla penalità, volevo risorgere. Ora sono di nuovo in gioco per il podio», dice Hamilton riferendosi alla gara vera e propria (71 giri) che si disputerà oggi in Brasile. Il Mondiale resta nelle mani di Max Verstappen, 2° ieri, che ha guadagnato altri 2 punti e adesso è a +21 su Lewis. Ma il 7 volte iridato non si arrende. Eloquente il suo messaggio via radio al team principal Toto Wolff: «It’s not over”, non è finita.
Prudenza L’olandese ha pensato al campionato. Al via è stato superato dall’altra Mercedes di Valtteri Bottas, che così si è fatto perdonare il pasticcio del GP del Messico, e poi anche dalla Ferrari di Carlos Sainz, impiegando 3 giri a riprendersi la posizione. Quindi si è riavvicinato a Bottas senza mai attaccarlo. «Ho pattinato al via con le gomme dure e gli altri con le soft ne hanno approfittato — spiega Verstappen —. Il passo era buono, ma qui è difficile superare quando hai un ritmo simile a chi è davanti, anche perché la Mercedes è velocissima. Ci riproverò domani (oggi; n.d.r.)». Il pilota della Red Bull può sferrare il colpo del k.o. ma deve ragionare alla Prost e non prendere rischi eccessivi, visto che poi mancheranno solo tre GP. Mentre Hamilton sarà costretto a un’altra rimontona: partirà dal 10° posto, perché la sostituzione del motore decisa nelle prove dalla Mercedes per sopperire al calo di potenza dell’unità numero 4 dell’inglese, gli costerà un’ulteriore penalità di 5 posizioni.
Romanzo Sono servite 24 ore per arrivare alla decisione della
Fia sul caso Hamilton. Venerdì sera, la Mercedes numero 44 è risultata irregolare ai controlli: l’ala mobile posteriore (Drs) era fuori misura in posizione aperta, cosa che si traduce in un vantaggio velocistico sui rettilinei. La Fia ha convocato i rappresentanti del team, fra cui Ron Meadows e Simon Cole, e ha ripetuto il test di misurazione quattro volte, utilizzando un campione di 85 millimetri da inserire fra i profili superiore e inferiore dell’ala. Il risultato è stato sempre lo stesso: la distanza risultava maggiore del consentito alle estremità dell’ala. Essendo quasi notte, i commissari hanno sequestrato il pezzo e aggiornato l’audizione al giorno successivo, cioè ieri. Ma la difesa della Mercedes non è bastata a evitare la squalifica di Hamilton. La Fia ha riconosciuto la mancanza di dolo da parte del team, ritenendo che non abbiano voluto imbrogliare e che il problema al Drs potesse essere ricondotto a un difetto di funzionamento o a un errore di montaggio (si è liberi di credere il contrario). Tuttavia restava il vantaggio ottenuto da Hamilton in qualifica e dunque la necessità di sanzionarlo. La Mercedes, salvata la faccia, ha deciso di non presentare ricorso: «Non faremo appello, vogliamo vincere questi Mondiali in pista». La vicenda, inoltre, si è tinta di giallo quando le telecamere hanno beccato Verstappen a “misurare” con la ma
Mega sanzione I commissari hanno multato con 50 mila euro Max per aver toccato in parco chiuso l’ala di Lewis
no l’ala della Mercedes nel parco chiuso dopo le qualifiche. Evidentemente la Red Bull aveva sospetti sui rivali. Ma toccare una vettura concorrente è vietato, anche se i piloti a volte cedono alla “tentazione”. Perciò Max è finito a sua volta dai commissari. Le immagini tv e i “camera car” delle vetture lo hanno poi scagionato, escludendo che avesse potuto alterare l’ala o il meccanismo del Drs con un tocco. «Lo hanno riconosciuto anche i membri della Mercedes», ha scritto la Fia. Ma l’olandese si è beccato una multa di ben 50 mila euro. La leggerezza, visto il clima di guerra politica a tutti i livelli in questo Mondiale, poteva costargli molto di più.