La Gazzetta dello Sport

«REGALO BELLISSIMO DA NAPOLI AI TIFOSI CUORE E QUALITÀ: SPEZIA MERITA LA A» Platek

Il proprietar­io americano si racconta: «Lavoriamo per migliorare le strutture, l’obiettivo è aumentare l’appeal del club»

- Di G.B. Olivero

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ll’improvviso, un sorriso. Un arcobaleno che si fa largo tra le nuvole nere che hanno già scaricato molta acqua, ma che adesso lasciano intraveder­e un po’ di sereno. La vittoria di Napoli ha colorato la classifica dello Spezia, che ha chiuso il girone d’andata con cinque punti sulla terzultima. Pochi giorni fa si parlava di esonero di Thiago Motta e le candidatur­e di Giampaolo e Maran restano valide. Ma sarà un Natale tranquillo per Robert Platek, il proprietar­io americano dello Spezia. La stagione rimane ovviamente complicata, anche per il blocco sul mercato, ma i manager illuminati sono quelli che allungano lo sguardo, non si fanno condiziona­re dalle difficoltà e portano avanti il progetto. E in questa sua prima intervista italiana Platek (che poche settimane fa, proprio per l’acquisto dello Spezia, ha ricevuto a Milano il “Transatlan­tic award” nel corso del gala organizzat­o dall’American Chamber of Commerce in Italy) si concentra su ambizioni e obiettivi. Abituato a delegare, Platek preferisce non entrare nel merito dei problemi tecnici, anche perché la situazione di Motta resta precaria, ma racconta il suo piano di sviluppo.

3Signor Platek, sarà un Natale diverso dopo l’impresa del Maradona?

«La vittoria a Napoli è stata una grande emozione perché ottenuta con coraggio e carattere in casa di una delle squadre che lotta per lo scudetto. Al Maradona abbiamo raccolto tre punti fondamenta­li e credo sia stato un bellissimo regalo per tutti i nostri tifosi».

3Quali

sono i motivi per cui crede fortemente alla salvezza?

«La qualità dello Spezia merita la salvezza. Il valore dei calciatori che compongono la rosa più giovane del campionato, lo staff, la dirigenza oltre alla passione del pubblico: sono tutti aspetti che fanno dello Spezia una realtà che merita la Serie A. Io ci spero con tutto il cuore e tengo le dita incrociate».

3 Cosa pensa del calcio italiano? «La Serie A è stata a lungo uno dei migliori campionati mondiali. Livello di gioco, storia e passione dei tifosi mi hanno sempre

Nella foto in alto il proprietar­io americano dello Spezia Robert Platek, 57 anni: è il proprietar­io anche del Sonderjysk Elitesport in Danimarca e del Casa Pia in Portogallo. 1. La gioia di Thiago Motta, 3Crede 39 anni, tecnico dello Spezia dopo la vittoria di Napoli. 2. L’esultanza «Il nostro obiettivo principale è degli spezzini quello di capire come noi possiamo al Maradona prendere decisioni strategich­e IPP-ANSA-GETTY per competere con i club che hanno una storia diversa». attratto. Adesso ho capito ancora meglio il suo spirito, la sua cultura».

che la struttura del calcio italiano vada snellita? E cosa si può fare per diminuire il gap che separa le piccole società dai top club? 3 Com’è nato il suo interesse per lo Spezia?

«Mi affascinav­a il calcio italiano e quindi ho cercato la giusta opportunit­à per entrarci. Lo Spezia era l’ideale: una piccola squadra di una piccola città che gioca al più alto livello in Italia. Avevo sentito parlare di La Spezia, in particolar­e delle Cinque Terre, molto famose negli Usa, ma ora sto imparando a conoscerla. È sempre una meraviglio­sa sorpresa: la città, la bellezza e soprattutt­o la gente».

3Qual è il margine di crescita dello Spezia?

«Siamo una piccola realtà, ma mi piacerebbe che lo Spezia diventasse una squadra di sempre maggior appeal. Se riusciremo a migliorare le strutture, con il tempo questa piazza sarà ambita da tutti i calciatori. Architetti e ingegneri stanno lavorando sul progetto dello stadio per rendere l’esperienza dei tifosi più bella e piacevole possibile».

3Qual è l’obiettivo concreto da raggiunger­e nei prossimi tre anni?

«Il primo obiettivo è restare in Serie A. Il secondo è crescere sul campo anno dopo anno. Il terzo è creare più legami con le aziende locali».

3Oltre allo Spezia, anche Milan, Roma, Fiorentina, Bologna, Venezia e Genoa hanno proprietà americana. Come se lo spiega?

«Penso che sia una decisione legata alla qualità del calcio italiano, al livello dei giocatori e al fatto che l’Italia è un Paese davvero molto accoglient­e e caloroso. E, con lo sviluppo del marketing e del brand, l’appeal all’estero della Serie A potrebbe migliorare ancora molto». 3Perché

ha acquistato tre club calcistici europei?

«Forse perché sono pazzo (ride, ndr). La cosa buffa è che nessun acquisto dei tre club è frutto di una decisione presa in partenza. Sia in Danimarca con il Sonderjysk Elitesport che in Portogallo con il Casa Pia si sono presentate occasioni importanti».

3Siete molto attivi nel campo della solidariet­à.

«È un tema che ci è molto caro. Ci siamo schierati a favore delle donne vittime di violenza e abusi, promuovend­o l’hashtag #WeforShe e lanciando aste benefiche. Il ruolo che ricopriamo ci investe di questa grande responsabi­lità sociale».

3 È vero che è interessat­o all’acquisto dello Young Boys?

«Per il momento vogliamo concentrar­e le nostre energie sui tre club che possediamo per gestirli al meglio».

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L’impresa di Napoli

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