Esame Gasp Juric va a casa del maestro S’ispira alla Dea per batterla
Il tecnico croato è cresciuto alla scuola di Gasperini, che sfiderà con le stesse armi: aggressività alta e tanti duelli a tutto campo
La prima volta sono arrivati gli applausi, ma poi sul fondo del calice rimase anche un certo retrogusto amaro. La prima volta che il discepolo Juric ha affrontato il maestro Gasperini alla guida del Toro è una storia di appena poco più di quattro mesi fa: era il 21 agosto, prima giornata di campionato, si giocava allo stadio Olimpico Grande Torino, e il gol di Piccoli al 93’, proprio all’ultimo respiro, punì un Torino apparso letteralmente ribaltato nel volgere di un’estate dalla cura ad alta intensità del tecnico croato. In quella prima volta, però, Juric non sedeva sulla panchina granata: la giornata di squalifica, eredità dell’ultimo turno del campionato precedente con il Verona nella trasferta di Napoli, lo costrinse a osservare tutto dalla tribuna. Tra tre giorni, a Bergamo, Juric e Gasperini potranno riabbracciarsi, stringersi la mano e poi... che vinca il migliore. Sarà tutta un’altra storia rispetto a quella notte di fine estate. Perché se quella sfida rappresentò un primo test per un Torino che stava nascendo, l’appuntamento che sta arrivando sarà invece una verifica per un Torino che di strada ne ha fatta tanta. E che ha messo in piedi, in appena un quadrimestre, un progetto tecnico dall’elevato interesse. Con una matrice e un’ispirazione gasperiniana netta e riconoscibile.
Calcio europeo Già, perché Ivan Juric da quando è stato chiamato dalla società a guidare la ricostruzione granata non ne ha mai fatto mistero. Di tracce sparse in questa prima parte della navigazione ce ne sono a decine, ma basta riavvolgere il nastro riportandolo alla conferenza stampa di vigilia proprio di quel Torino-Atalanta per ritrovarne le conferme. «Noi ci siamo incamminati in un progetto seguendo proprio la strada dell’Atalanta – raccontò Juric il 20 agosto -. Come loro, puntiamo a giocare un calcio dinamico, europeo, aggressivo». Diciannove partite di campionato dopo, il progetto Juric al Toro si è incamminato con profitto lungo la strada della crescita progressiva. Ma il giorno dell’Epifania toccherà al maestro Gasperini giudicare il livello raggiunto dal suo miglior allievo, anche il preferito.
Stampo gasperiniano
Idee, principi, filosofia, modo di giocare: tutto ciò che Juric ha trasferito nella sua nascente creatura granata in questi mesi è frutto degli insegnamenti appresi alla scuola Gasperini. Gli anni trascorsi insieme tra Genoa, Crotone e Inter hanno orientato in maniera netta la dottrina di Juric. L’influenza del Gasp si ritrova in tanti aspetti, ma forse ci sono due dati su tutti. Il primo: il Toro ha giocato tutto il girone di andata con un baricentro tra i più alti del campionato: 53 metri. Il secondo: i granata sono la quinta squadra del campionato per recuperi offensivi (155) e la quinta formazione anche per tiri effettuati in seguito a un recupero offensivo (27 conclusioni). Tutti elementi tipici dell’Atalanta delle meraviglie. Si potrebbe accennare anche al pressing a tutto a campo, al 3-4-2-1 che ricalca fedelmente il modulo del Gasp, all’impostazione sagomata del Toro in duelli uno contro uno in ogni fazzoletto del campo, ma le cifre sul baricentro e sull’abilità di recuperare le seconde palle nella metà campo avversaria ne tratteggiano fedelmente la sua vocazione verso un calcio offensivo ed europeo. Proprio quello del maestro Gasperini, al quale tra tre giorni il discepolo granata Ivan Juric chiederà la certificazione di qualità.