La Gazzetta dello Sport

Allegri e Pioli, ne servono due per tentare una risalita

- L’ANALISI di Fabio Licari

Inzaghi è andato più forte di Conte nel girone d’andata (46 punti contro 41). Ma ha preso un’Inter reduce da un girone di ritorno straordina­rio: 50 punti con i quali aveva superato il Milan e vinto lo scudetto. Nessuna pretesa di confronto tra i due tecnici, nessuna sfida a chi è il più bravo. Soltanto cifre che raccontano una verità inequivoca­bile: da un anno, da quando la lezione “contiana” è entrata nel Dna, l’Inter è di un’altra categoria rispetto a qualsiasi avversario italiano (in Europa è tutta un’altra storia). Nell’ultimo “campionato” ha conquistat­o in realtà 96 punti, un ritmo insostenib­ile per gli inseguitor­i.

Conte ha costruito fondamenta di cemento armato, Inzaghi sta sublimando il compito del successore ideale: abbellire l’impianto senza sacrificar­e la solidità all’estetica. Il miglior Calhanoglu è superiore al miglior Eriksen e fa giocare bene Brozovic, componendo un doppio play di manciniana memoria. Dzeko s’è rivelato utile al progetto manovrato dell’ex tecnico laziale, mentre Lukaku, un Immobile naturalmen­te all’ennesima potenza, avrebbe catalizzat­o il

gioco, dato profondità e segnato di più, ma forse offerto meno soluzioni. Il problema dell’Inter è che è difficile migliorare la squadra titolare, visto l’insospetta­bile rendimento degli esterni. Ma la panchina, fondamenta­le

quando le energie andranno verso l’esauriment­o, è ancora perfettibi­le e Marotta ci sta lavorando. Quindi per Milan, Napoli, Atalanta, Juve e Roma sarà più dura recuperare, perché hanno tutte l’urgenza di inserire pedine fondamenta­li nel telaio base, ma scarsa disponibil­ità per investimen­ti da grande salto. Pioli, per esempio, ha pagato caro il ko di Kjaer in difesa, il rendimento altalenant­e di Kessie, gli infortuni di Ibra, Rebic e Leao. E non è finita, con la Coppa d’Africa che incombe. Servirebbe­ro almeno due colpi: uno alla Tomori (Botman?) e un mediano a tutto campo da affiancare a Tonali (Adli?). Senza nasconders­i che l’ultimo Diaz insinua perplessit­à sulla maglia del trequartis­ta dopo il pesante addio di Calhanoglu.

Ancora più difficile per Allegri far quadrare l’urgenza dei conti tecnico-tattici con l’emergenza di quelli economici. Senza un centrale di regia (Zakaria?) e un centravant­i da gol difficilme­nte la Juve uscirà dall’equivoco di stagione: solo quantità, poca qualità e ancora meno concretezz­a sotto porta. Non sarà una soluzione di scorta alla Depay a cambiare un reparto a cui serve un big (Vlahovic) o un usato sicuro (Cavani), aspettando di capire cos’è diventato realmente Icardi. Niente soldi anche per il Napoli che spera di recuperare il prima possibile i gol di Osimhen e si accontente­rebbe di un altro esterno sinistro. Con Boga, invece, l’Atalanta sembra aver chiuso il suo mercato, aumentando così il potenziale di fantasia offensiva: ma forse per Gasp il miglior acquisto sarebbe l’equilibrio che impedisca cadute spezza-ritmo sul più bello. Intanto Mou cerca disperatam­ente un esterno (Maitland-Niles il prescelto) e soprattutt­o un play indispensa­bile per la mediana a tre: il Grillitsch visto all’Europeo nell’Austria è un’ottima soluzione di garanzia, che sarebbe utile anche a colleghi come Allegri, lavorando in prospettiv­a Kamara sembra ancora più promettent­e. Ma immaginare che da questo mini-girotondo scaturisca l’anti-Inter non è per niente scontato.

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 ?? ?? Inseguitor­e Max Allegri, 54 anni, è tornato alla Juve il 28 maggio 2021
Inseguitor­e Max Allegri, 54 anni, è tornato alla Juve il 28 maggio 2021

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