La Gazzetta dello Sport

LO SCI AZZURRO È UN DREAM TEAM DA MEDAGLIA IN 10 GARE SU 11

A Pechino la parola d’ordine è la qualità: Goggia e Paris le certezze di una Nazionale dove le donne (11) sorpassano gli uomini (9)

- Di Simone Battaggia

ochi ma buoni. Per conoscere il volto dell’Italia dello sci ai Giochi di Pechino bisognerà attendere il 18 gennaio, quando il Cio chiuderà il lungo e laborioso processo di assegnazio­ne delle quote atleti ai vari Paesi, ma al netto di alcune variabili fondamenta­li — infortuni, positività al Covid e risultati di un mese incandesce­nte come gennaio — si può già dire che la spedizione azzurra potrebbe essere più “densa” che in passato, con meno atleti (forse) ma con maggiori possibilit­à di medaglia.

Le regole A oggi l’Italia ha diritto a portare in Cina 17 sciatori, 10 donne e 7 uomini. Per ognuna delle 10 gare individual­i — ci sarà poi anche il parallelo a squadre — ogni squadra ha diritto a un massimo di quattro pettorali. Ogni atleta può partecipar­e a una, nessuna come a 6 gare. Il massimo di atleti che si possono portare a Pechino è di 22 (11 uomini e 11 donne), un totale per ora raggiunto solo dalla Svizzera (l’Austria è a 20). Si tratta di un “fixing” mobile, che varia a seconda dei risultati in Coppa del Mondo e che rispetto al passato non permette di “passare” quote da uomini a donne e viceversa. C’è poi la certezza che il 17 gennaio — quando il Cio chiederà a tutti i Paesi la conferma dei posti assegnati di diritto — alcuni spazi si libererann­o e qualcuno sarà “girato” anche all’Italia. Entro il 18 gennaio si dovrà dire sì o no a questo piccolo bonus. Verosimilm­ente sulla carta si arriverà a 11 azzurre e a 9 azzurri, cioè lo stesso numero di sciatori portati a PyeongChan­g (in Sud Corea gli uomini furono 11 e le donne 9). Ma non è affatto detto che la Fisi li utilizzerà tutti.

Polarizzat­i Il fatto è che, rispetto a PyeongChan­g, nello sci italiano c’è una polarizzaz­ione maggiore nella qualità della squadra azzurra di Coppa del Mondo, con una fascia alta — quella di Goggia, Paris, Brignone, Vinatzer, Bassino e De Aliprandin­i —, alcuni buoni atleti che possono ambire al colpo, e pochissimi che navigano con continuità attorno al 10° posto nei risultati di Coppa. Prendiamo le donne, che avrebbero 11 posti. Goggia, Brignone e Bassino saranno al via sicurament­e di gigante e superG, Sofia e Federica faranno anche la discesa, Federica e Marta con ogni probabilit­à anche la combinata: in tutte queste gare avranno chance di podio. Per la discesa e il superG si aggiungerà Elena Curtoni — due podi quest’anno —, ma nella prova più veloce spingono per un pettorale anche Nadia Delago — due sesti e un ottavo posto — e la sorella Nicol (un ottavo), che con Francesca Marsaglia possono sempre mettere la zampata, specie nelle piste a loro più congeniali. Insomma, nella velocità c’è un problema di abbondanza. Lo slalom è nella condizione opposta. Nelle tre quattro gare svolte finora, le sole atlete capaci di chiudere una gara a punti, cioè tra le prime 30, sono Martina Peterlini, che però salterà i Giochi perché si è rotta i legamenti del ginocchio destro, e Federica Brignone, 22a a Killington e 16a a Lienz. Ora, se un piazzament­o tra le migliori 10 è lo standard minimo per i Giochi, non essersi mai qualificat­e azzera anche le possibilit­à di qualche giovane di belle speranze che potrebbe essere mandata in Cina a fare esperienza, come venne fanno quattro anni fa con Vinatzer. Questo significa che tra Zagabria (domani), Kranjska Gora (domenica) e Flachau (martedì 11), o le varie Rossetti, Gulli, Della Mea, Mathiou e Tschutsche­nthaler manderanno un segnale, oppure

c’è la possibilit­à che nello slalom dei Giochi partecipi — sempre che voglia farlo — solo Federica Brignone. Ecco perché 11 posti per le donne rischiano di essere troppi. Si potrà al limite decidere di portare tante possibili discesiste, anche sei o sette, e sfruttare le prove per vedere chi, dietro a Goggia e Curtoni, si adatta di più a una pista di cui non si sa praticamen­te nulla. Ma senza slalomiste, arrivare a 11 sarà davvero dura.

Uomini contati? Panorama diverso per gli uomini, dove sette posti rischiano di essere pochi. Dominik Paris ovviamente non si discute, e nemmeno Mattia Casse e Matteo Marsaglia, che hanno conquistat­o buoni piazzament­i tra discesa e superG. Il posto di Innerhofer potrebbe essere anche a rischio senza un top 10 tra Wengen (dove potrebbe essere recuperato il superG saltato a Bormio) e Kitzbuehel, soprattutt­o se per le altre tre gare olimpiche

ci saranno solo quattro posti che andranno necessaria­mente a De Aliprandin­i (gigante), Vinatzer e Razzoli (slalom) e magari a Tonetti (combinata). Con la rinuncia degli atleti delle nazioni più piccole un altro paio di posti salteranno fuori, ma gennaio è il mese delle grandi classiche e i pretendent­i saranno tanti, da qualche gigantista che cercherà di far uscire il coniglio dal cilindro sabato ad Adelboden, fino ai vari slalomisti — Gross, Sala, Maurberger, l’eterno Manfred Moelgg — che tra Zagabria (mercoledì), Adelboden (domenica) e Wengen (domenica 16) potranno far bene. L’impression­e è che il weekend successivo, con le velociste a Cortina e gli uomini a Kitzbuehel, servirà solo per le conferme. Lunedì 24 bisognerà consegnare al Cio la lista ufficiale degli atleti.

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Da sinistra Sofia Goggia, 29 anni, leader delle classifich­e di discesa e di superG, e Dominik Paris, 31 anni, vincitore della discesa di Bormio. Sono i velocisti azzurri più vincenti della storia
Due assi Da sinistra Sofia Goggia, 29 anni, leader delle classifich­e di discesa e di superG, e Dominik Paris, 31 anni, vincitore della discesa di Bormio. Sono i velocisti azzurri più vincenti della storia
 ?? ?? Vittorie stagionali
Sono sette le gare di Coppa vinte finora dagli azzurri: 5 da Sofia Goggia (tre discese, due superG), una da Federica Brignone (superG), una da Dominik Paris (discesa)
Vittorie stagionali Sono sette le gare di Coppa vinte finora dagli azzurri: 5 da Sofia Goggia (tre discese, due superG), una da Federica Brignone (superG), una da Dominik Paris (discesa)

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