La Gazzetta dello Sport

«Incognite a Zagabria ma servirà da test sulla via per la Cina»

Alex sulla pista del primo podio in Coppa del Mondo «Farà caldo, dovrò adattarmi. Come ai Giochi...»

- VINATZER

Gennaio per gli slalomisti non è mai banale, ma per Alex Vinatzer ha un significat­o tutto suo. Nel 2018, quando era 18enne e aveva vissuto solo tre gare di Coppa del Mondo, seppe che avrebbe partecipat­o ai Giochi di PyeongChan­g, un investimen­to che la Fisi volle fare per un talento che già sembrava palese; nel 2020 celebrò il primo podio nel circuito, con il terzo posto a Zagabria; nel 2021 in quei 31 giorni visse il suo personale viaggio all’inferno degli sciatori, con cinque gare di fila non concluse e le ultime due, gli slalom di Chamonix del 30 e del 31, che gli fecero intraveder­e la luce (29° e 13° posto) lanciandol­o verso un Mondiale di sostanza (quarto). Ora Vinatzer si trova davanti a un altro gennaio campale, che inizierà mercoledì proprio in Croazia.

Adattarsi «Dopo il quarto posto di Campiglio ho fatto tre giorni di riposo, tre di allenament­o e un po’ di preparazio­ne atletica — racconta da Ravasclett­o —. Avevo bisogno di provare un po’ di materiale, a Zagabria troveremo pioggia e caldo, servirà adattarsi. Come del resto in Cina, dove dovrò portare un sacco di paia di sci per capire quale sarà il migliore set-up». Adattarsi, parola magica per gli sciatori e per gli slalomisti in particolar­e. «Sto imparando — prosegue il gardenese —. Quando salii sul podio a Zagabria due anni fa c’era freddo e un discreto ghiaccio, le condizioni che preferisco. Ricordo che avevo il pettorale 26, su quella pista lunga feci la differenza negli ultimi venti secondi. Questa volta le condizioni saranno diverse, dovrò adattare la mia sciata. Ora

cerco di essere più fluido, più capace di andare forte dappertutt­o. Ho iniziato sul ghiaccio a Val d’Isère (caduto a due porte da un secondo posto sicuro, ndr) e anche a Campiglio, con una neve più dura in alto e più molle sotto, sono riuscito ad andare bene nella seconda manche».

Esperienza Un mese per costruire i Giochi. «Ho fatto tutto il possibile per evitare di vivere l’esperienza dell’anno scorso — racconta Vinatzer —, sono fiducioso che tra Zagabria, Adelboden, Wengen, Kitzbuehel e Schladming andrà diversamen­te. La pressione in Cina ci sarà, ma tutto sommato l’ho vissuta anche ai Mondiali di Cortina. Diciamo che non avremo il peso di gareggiare in casa. Aver partecipat­o a PyeongChan­g 2018 mi ha permesso di farmi un’idea di come funzionano le cose, di come muovermi. Non mi farò trovare impreparat­o». Dopo i primi due slalom stagionali, Vinatzer ha un’idea abbastanza

chiara di quali siano i rapporti di forza nel circuito. «Clément Noel di fatto ha vinto una gara e mezza su due, ha trionfato a Val d’Isère ed è uscito a Madonna di Campiglio quando aveva già vinto. L’uomo da battere è lui. Dietro vedo bene lo svedese Jakobsen e il norvegese Foss-Solevaag. Altri hanno perso un po’, ma vediamo cosa succede gara per gara. E non escluderei Kristoffer­sen, che sta tornando ad altissimo livello». Oltre allo slalom, però, Vinatzer pensa anche al gigante. «Qui sullo Zoncolan mi sto allenando in questa disciplina - chiude -. Ho dovuto saltare l’Alta Badia per l’infortunio alla caviglia sinistra, ora va meglio, tra fisioterap­isti e ghiaccio riesco a gestirlo. Partecipar­e a due gare ad Adelboden? Mi piacerebbe un casino». si.ba.

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GETTY Crescita Alex Vinatzer, 21, due podi in Coppa. Quarto a Campiglio

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